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sabato 3 settembre 2016

Rumori e suoni. Musica e cosmo.

Post di carattere filosofico e di respiro poetico sul rapporto tra cosmo e suoni, con cenni all'astrofisica.
Di Rosario Grillo.
Isaac Levitan, 
In campagna al tramonto
Nella magica Pantelleria, a tarda sera, un latrato ruppe il silenzio che circondava la Natura.
Pantelleria, dentro un “dammuso” (mitica costruzione), laddove non esiste artificiale separazione di natura rurale e di abitato civile.
Il rumore aveva un che di arcano e di familiare. Rimandava, infatti, ai rumori che popolavano le notti estive della mia infanzia.
In Sicilia, frequentemente si presenta il fenomeno dei cani randagi; e, quando non deriva da randagismo di gruppo, assume una tipologia consonante con i ritmi della Natura.
In altri casi, in paesi circondati dalla campagna, e’ facile udire in lontananza i versi dei cani da guardia.
Isaac Levitan, 
Giorno di sole
Quanta familiarità nei versi delle galline! Non  quelle delle “batterie”, stipate e fatte “prigioniere”, intendo quelle lasciate libere di razzolare.
Che buffo sentire il “rimando” del tacchino! Quanta potenza esprime il canto del gallo al primo mattino!
Il “concerto” dei canti degli uccelli rappresenta un autentico pentagramma sonoro delle giornate trascorse in armonia nella (con la) Natura.
Oggi, le mutazioni dicono dei cambiamenti d’abitudine di molte specie di uccelli, che debbono sincronizzarsi con i mutamenti dell’ambiente.
Sono meraviglie del processo evolutivo!
Le voci festanti dei bambini, più spesso i “gridolini” nei giochi di fanciulli di quartiere riempiono i vuoti di molte giornate, spingono a “rievocare”, sono armonie musicali, inattese.

Isaac Levitan, 
Prima della tempesta
Quale tristezza, invece, il suono cupo delle armi, il crepitio dei mitra, che “sferzano” le giornate della gioventù misera di certi Paesi, costretta a convivere con la guerra.
Addirittura, orrenda cosa, diventati  “abito” di bambini - soldati, avviati, innaturalmente, ad un mestiere turpe e violento.
Se mi porto vicino al mare, avverto la ninna nanna cantata dallo sciacquettio delle onde, se mi reco in montagna, armonie monocordi dei campanacci appesi al collo delle mucche, intente al pascolo.
Nella Natura, da ogni parte, ricchezza di suoni!
Dunque, può esser valida l’affermazione secondo cui la Natura parla.
Isaac Levitan, 
Costa mediterranea
Parla attraverso i rumori de l’Ambiente!
Anche l’universo parla! Come avevano intuito i pitagorici, l’universo emette un suono. Secondo tali filosofi, il suono non viene percepito dalle orecchie de l’uomo, essendo nota costante continua, alla quale da sempre l’uomo è sottoposto.
Sarebbe meglio dire che le cose dell’universo hanno, una per una, il proprio suono.
Così, oggi, gli astrofisici rendono il suono del “big bang”, e si accingono a captare il suono dei “buchi neri”, dopo aver strumentato il suono delle “supernovae” e di molti altri vicende cosmiche (cliccare qui).
Isaac Levitan, 
Alpi
Sul canale YouTube si possono trovare i suoni di tali registrazioni, in primis, del rumore emesso dal big bang. Su enciclopedie online, a cominciare da quella Treccani, si leggono le argomentazioni scientifiche sul tema: musica e cosmo. 

Isaac Levitan, 
Una giornata estiva
Scheda di Rossana Rolando.
Isaac Levitan (1860-1900) è un pittore russo la cui opera è interamente dedicata alla raffigurazione di paesaggi. La natura viene guardata con gli occhi stupiti di un’anima profondamente religiosa – come era quella di questo artista, di religione ebraica – e descritta nella sua potenza e bellezza. La presenza umana non diventa mai il soggetto della rappresentazione, secondo l’antico precetto dell’aniconismo (il divieto rabbinico di rappresentare il volto umano, così come il volto di Dio),  ma risulta in molti dipinti accennata e presupposta, nel segno  biblico di una terra affidata all’uomo per essere abitata e coltivata.

Isaac Levitan, 
Chiostro tranquillo 
(particolare)


3 commenti:

  1. Leggendo.... mi è venuto in mente un gesto inconsueto... forse anche strano che ho fatto circa un mese fa.
    Incantata,in una calda serata, dal canto dei grilli ho messo fuori il mio cellulare ed ho registrato quella "musica"... sì, perché così giungeva alle mie orecchie quella sera, forse al mio" intimo"...
    Quasi come volessi portare con me quel "sentire" particolare, sempre...
    Con il passare del tempo si affinano certi desideri, certi colori, certe melodie...
    Grazie Rossana, grazie Rosario...
    Un caro saluto a voi e a GianMaria

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  2. Leggendo.... mi è venuto in mente un gesto inconsueto... forse anche strano che ho fatto circa un mese fa.
    Incantata,in una calda serata, dal canto dei grilli ho messo fuori il mio cellulare ed ho registrato quella "musica"... sì, perché così giungeva alle mie orecchie quella sera, forse al mio" intimo"...
    Quasi come volessi portare con me quel "sentire" particolare, sempre...
    Con il passare del tempo si affinano certi desideri, certi colori, certe melodie...
    Grazie Rossana, grazie Rosario...
    Un caro saluto a voi e a GianMaria

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    Risposte
    1. Gent.le Nele nele, mi (ci) piacerebbe poter ascoltare anche noi la tua registrazione… Ma, leggendo le tue riflessioni così essenziali e così incisive, mi sono ripromesso almeno di gustare stasera, sentire”, il frinire delle cicale che per tutta l’estate, la sera, cicalavano incessanti tra le fronde del pino di casa nostra. Spero ci siano ancora. Grazie e buona serata.

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