Presentazione di libro di Giorgio Barbarìa, "E' l'olio bellezza. Viaggio letterario nelle culture dell'olivo".
Post di Gian Maria Zavattaro
Immagini di alcune opere del pittore ligure Domenico Guerello (Portofino 1891- Portofino 1931), tutte con scorci di ulivi (sito di riferimento: Istituto documentazione arte ligure e Presentazione dello storico d'arte Franco Dioli).
“E’
l’olio, bellezza. L’Olio! e tu ci puoi far tutto. Tutto!
Oleum effusum nomen tuum: aroma che si effonde è il tuo nome”
“Olio e
poesia abbracciano tutto il bello della vita”.
(Giorgio
Barbarìa, E’
L’OLIO BELLEZZA
viaggio letterario nelle culture dell’ulivo,
viaggio letterario nelle culture dell’ulivo,
ed. Olio
Officina, Mi, 2017, pagg.13 e 184).
Domenico Guerello, Calma argentea, Ritratto di Alma Fidora, particolare, 1922 (Galleria d'Arte Moderna, Genova) |
Volete addentrarvi nelle meraviglie e segreti dell’olio e delle culture dell’olivo, nei labirinti degli innumeri simboli che rappresentano, nei meandri della loro viva e feconda storia che accompagna ed insieme si fonde da millenni nella nostra storia? Allora prendete in mano il libro di Giorgio Barbarìa e sono sicuro che finirete per concordare con lui: la storia dell’olio come microstoria delle generazioni che nelle terre mediterranee l’hanno coltivato, documento non marginale della loro e nostra cultura, del multiforme uso negli ambiti più disparati della vita quotidiana, dei risvolti economici e relazioni commerciali, delle consuetudini culinarie, del modo di celebrare feste e momenti salienti della vita individuale e collettiva; non ultimo, segno di apertura alla trascendenza nelle simbologie religiose e nei riti sacri. E sullo sfondo uomini e donne in carne ed ossa, giovani ed anziani tra povertà ed abbondanza, successi e fallimenti, speranze e travagli che sono il mondo di ieri e quello di oggi.
Domenico Guerello, [Portofino] , 1929 |
🌟La poesia dell'olio.
La sua ricerca paziente e certosina va ben oltre la pur ammirevole cura dell’erudito: su tutto s’impone l’umanista con il suo appassionato amore per la poesia e con la sua decisiva domanda e chiara risposta¹:
”Cosa dunque unisce tra loro olio e
poesia?”
“Il
legame è talmente stretto che non è affatto azzardato parlare di
“poesia dell’olio”
“poesia dell’olio”
Domenico Guerello, Il porto fra gli ulivi, Portofino, 1930 (Collezione privata) |
Perché? Perché la poesia trionfa nel
dire con amore: atto supremo dell’attenzione alla vita, alla vicenda dell’uomo
e dei popoli, forma ultima del nostro linguaggio che non comunica solo
significative conoscenze ma sentimenti altrimenti indicibili. La poesia - poiesis dal
verbo greco poieo,ci
ricorda Barbarìa - crea parole e mondi e non casualmente richiama la narrazione
biblica della creazione, dove il verbo greco è proprio poieo
e la creazione di Dio “la sua poesia?”³.
🌟Viaggio in tre universi culturali.
🌟Viaggio in tre universi culturali.
Domenico Guerello, "Rosita", 1926 |
Il viaggio virtuale culmina “tra storici,
archeologi, geografi, botanici, agronomi, pittori e poeti di Liguria” dove
contempliamo l’olio signore de “il golfo di ulivi”, la terra ligure, tra
mille sguardi e carezze poetiche⁸.
🌟Memoria e humanitas.
Domenico Guerello, Villa Carnavon - Primavera, 1924 |
Se tacito è il monito, l’invito è
palese, rivolto a noi donne ed uomini della società liquida, del consumismo,
del “non ho tempo”, delle vite di corsa a guardare nel profondo oltre le
apparenze le cose che fanno parte del nostro quotidiano, a non cedere all’assuefazione del non vedere, ma invece praticare il senso profondo dell’humanitas: la "contemplatio"
latina, la "theoria"
nel senso greco originario. Non lo sguardo distratto e superficiale, ma critico
ed amoroso: un atteggiamento, un "osservare", una presenza
"pienamente presente" che sa disvelare ciò che era celato e
nascosto (a-letheia) alle nostre vite di corsa.
🌟Cultura.
🌟Cultura.
Il nostro virtuale viaggio infine -
“continuum” di erudizione mai fine a se stessa e di poesia⁹ - rivela
il suo vero volto: si chiama cultura. E’ -
cito H. Gadamer - parola
della domanda (“parola inquieta,
che va dal piacere di porre domande dei Greci fino alla sete di sapere della
ricerca scientifica che progredisce senza limiti”), parola della poesia
e dell’arte (“tutto ciò che,
senza essere utile a qualcosa, si raccomanda da sé, talché nessuno chiede
a che cosa serve e che nel momento in cui viene partecipato appartiene a tutti”), parola della
promessa, della riconciliazione e del perdono (“che è come una prima
e ultima parola”)¹⁰.
L’olio è elemento che unisce, non divide: non solo
è un continuum diacronico tra generazioni ma, ieri come oggi, sincronico
tra cielo e terra: garante di una concorde discordia tra negotium e otium, tra
utile-interesse-bisogni necessari e ascesi spirituale, ansia di
pace interiore e di concordia interculturale. E’ la sua completezza.
🌟Cammino generativo.
Domenico Guerello, La punta di Portofino, 1924 |
🌟Cammino generativo.
Ha ben ragione Barbarìa quando
conclude “più che
un congedo, un invito”: “l‘autentica“strada
dell’olio” è più che altro un viaggio culturale, nel doppio senso della cultura
dell’ulivo e della cultura dell’olio, ma anche un cammino attraverso le diverse
culture che hanno intrecciato relazioni millenarie gustando sapori e profumi di
pace e umanità”¹¹. Paradigmatico
cammino che allude alla fraternità alla quale ognuno di noi è
invitato, conversando di umanità, respirando sentimenti che creano comunità.
Cammino generativo,
alla scoperta o riscoperta della natura piena di vita, del genius loci di
ogni territorio, come ci ha invitato a fare l’amico Rosario Grillo nel suo
ultimo post pubblicato proprio in questo blog il 15 febbraio scorso (Genius Loci) di
cui riporto la citazione finale: “Possiamo definire generative le pratiche che sono capaci
di mobilitare il desiderio delle persone e il genius loci del territorio,
valorizzandone bellezza, profondità, emozione, autenticità”.
Domenico Guerello, Calma argentea, Ritratto di Alma Fidora, 1922 (Galleria d'Arte Moderna, Genova) |
Esattamente ciò che ha
fatto Giorgio Barbarìa.
🌟NOTE
(2)
rispettivamente pp. 140, 20 e 22, 15 (espressione coniata dai Fenici), 18.
(3) cfr. pag. 20.
(4)
“prendendo a
compagni Greci e Romani” (pp. 15-79) è il titolo del secondo capitolo con il quale inizia il
viaggio virtuale che ci presenta l’olio e l’ulivo nelle loro vesti
molteplici e nel succedersi delle generazioni, spaziando da Atene ad
Olimpia Creta Cipro Spagna Gallia Roma...: unguento che seduce;
“fragrante” e “fluido olio” che onora gli eroi morti, protegge il corpo
degli atleti, rivela la splendente bellezza di Odisseo e degli eroi
omerici; re della cucina; profumo, balsamo e lenimento; l’ ulivo “grande
segreto“ del talamo di Penelope, albero sacro nel parco di Academo, da
cui si ricava l’olio raffinato destinato agli atleti vincitori delle annuali
Panatenee e ad Olimpia nelle gare olimpiche il ramo piegato a cerchio, la
corona, per i vincitori; l’oliva pacifera e la pax romana; l’olio condimento
per “cibi di liquor d’ulivi”; insomma cura del corpo e dello spirito. Il
tutto attraverso l’intreccio di citazioni di poeti (Omero, Orazio, ecc),
filosofi (Talete, Platone, ecc.), storiografi e scrittori vari (Aristeo,
Catone, Apicio, ecc.) nella dialettica tra povertà ed
abbondanza e nei rituali celebrativi delle feste religiose e secolari.
(5)
pag.13.
(6) “Alle sorgenti
della Bibbia ebraica e cristiana” (pagg. 60-128)è il terzo capitolo inizia presentandoci la
prima apparizione dell’olio nella Bibbia ebraica all’interno di
un’azione liturgica (l’olio sacro di Giacobbe) e prosegue spigolando la Genesi,
Siracide, Proverbi, Gioele, i Libri dei re, Giobbe, Numeri, Deuteronomio,
Isaia, Tobia, Esodo, i Salmi, Samuele, Isaia, Sapienza, Qohelet, Daniele,
Giuditta, Ester….
(7)
cfr. pag. 125.
Domenico Guerello, [Ritratto femminile] |
(9)
Basta consultare la ricchissima bibliografia in coda ad ogni capitolo,
rinvenibile in ben 358 note!
(10)
H. Gadamer, Elogio
della teoria, Discorsi e saggi, Guerini e Associati, Milano, 1990, pagg. 23
– 27. Così
continua: “ E’
grazie ad essa che “la diversità, l’inestricabile alterità che divide l’uomo
dall’uomo, si fa superabile, anzi viene sublimata nella prodigiosa realtà
di un vivere e di un pensiero comuni e solidali” (p. 27).
(11)
G. Barbarìa, o.c., pag. 182.
GRAZIE. BELLISSIMO. OLIO SACRO
RispondiElimina“Tutte le cose belle sono anche sacre” è il motto di questo blog, che si addice all’olio, magari (l’olio!) al superlativo: laicamente sacro (venerando, benefico) perché capace, in chi vuole e sa vedere, di mobilitare e valorizzare “bellezza, profondità, emozione, autenticità”. Buona domenica.
EliminaBella prospettiva ripensandosi da Sud.
RispondiEliminaGENIUS LOCI DI TANTE REGIONI ITALIANE, ISOLE COMPRESE. Buona domenica.
EliminaAvevo già messo un commento durante la giornata, ma qui non lo ritrovo. Non conta!
RispondiEliminaBello,bello ed ancora bello! Magistrale nella scelta, nella conduzione e nella fattura.
Denso di rinvii e quindi lievito di altri approfondimenti.
Olio come pane... e non a caso si combinano a creare il piatto più semplice e gustoso.
Grazia di Dio!
Caro Rosario, ricordo anch’io nella mia infanzia (e non solo…) il pane con l’olio (di ulivo, non altro olio!) e vedo ogni giorno – io ligure di adozione e piemontese di nascita e di cultura – quanti “genius loci”, inesplorati o non ancora convenientemente e sufficientemente esplorati, attendano pratiche “generative”.
EliminaUna delle attività che mi danno gioia è, a novembre, raccogliere le olive che mi regalano gli undici alberelli generosi, in un paesino a 90 km da Palermo. Un anno tale raccolta ha fruttato 30 litri di olio prezioso, saporito e genuino. Saluti cordiali dal cuore del Mediterraneo!
RispondiEliminaGrazie per questa bella immagine degli "undici alberelli generosi... dal cuore del Mediterraneo", segno del legame che unisce le nostre terre alla catena delle generazioni e delle culture. Buona serata.
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