Iscriviti ai Feed Aggiungimi su Facebook Seguimi su Twitter Aggiungimi su Google+ Seguici tramite mail

Iscriviti alla nostra newsletter!

domenica 10 novembre 2024

Opinione pubblica e social

Post di Rosario Grillo.

Una opinione viene detta pubblica non solo perché è del pubblico (diffusa tra i molti, o tra i più), ma anche perché investe oggetti o materie che sono di natura pubblica: l'interesse generale, il bene comune, in sostanza, la res pubblica. Ma sino all'avvento dei media per antonomasia i processi di formazione dell'opinione erano - si riteneva - in equilibrio, o meglio controbilancianti, e cioè tali da consentire l'autoformarsi dell'opinione dei pubblici…
Diciamo, allora, che le opinioni attingono da due fonti: da messaggi informanti, ma anche da identificazioni. (G. Sartori voce Opinione pubblica su Enciclopedia del ‘900 Treccani)
 
Tra le insidie che logorano la democrazia oggi si trovano i social?
Il mio interrogativo si sostiene con la notizia diffusa dai mezzi d’informazione (vedi inchiesta recente del Wall Street Journal) sulla dannosità dei social.
Non voglio, dietro a questa osservazione, nascondere la responsabilità nel merito, che i genitori debbono custodire (riacquistandola se perduta o non rispettata) onde impedirne l’abuso ai propri figli, ancora in fase di maturazione.
Metto in conto, allo stesso tempo, la ragione che ha portato e porta il nostro blog a servirsi dei social. Ovvero la possibilità di poter fare un uso etico, generale e non fazioso, pacato e non vociante, dei social.

domenica 3 novembre 2024

La lezione di Ipazia

Post di Rossana Rolando

Jules Maurice Gaspard, Ipazia, 1908
La storia di Ipazia era una cosa accaduta ma immessa nell’eventualità continua del mondo e per me non era finita col suo essere accaduta (Mario Luzi). ¹

In che cosa Ipazia rappresenta un simbolo cui rimanere legati al di là del tempo e dello spazio? La sua vicenda appartiene ad un antico passato, ma non è conclusa con il suo semplice essere accaduta, può di nuovo ripresentarsi nel mondo, nel fascino archetipico di un femminile luminoso che, ci si augura, sia tuttavia sottratto al tragico epilogo di una morte violenta.
Ipazia vive tra il IV e il V secolo dopo Cristo, in quella Alessandria d’Egitto dove fonda una scuola filosofica in cui la cultura ellenica trova il suo centro propulsivo nel Museo (lì, ha insegnato il padre Teone, grande matematico), nel momento di passaggio tra un paganesimo al tramonto e un cristianesimo divenuto religione di stato (Editto di Tessalonica, 380 d. C., al quale seguono decreti sempre più ostili nei confronti dei culti pagani).

Chi è Ipazia? Che cosa ci trasmette oggi il suo messaggio?