Post di Rosario Grillo.
Una opinione viene detta pubblica non solo perché è del pubblico (diffusa tra i molti, o tra i più), ma anche perché investe oggetti o materie che sono di natura pubblica: l'interesse generale, il bene comune, in sostanza, la res pubblica. Ma sino all'avvento dei media per antonomasia i processi di formazione dell'opinione erano - si riteneva - in equilibrio, o meglio controbilancianti, e cioè tali da consentire l'autoformarsi dell'opinione dei pubblici…
Diciamo, allora, che le opinioni attingono da due fonti: da messaggi informanti, ma anche da identificazioni. (G. Sartori voce Opinione pubblica su Enciclopedia del ‘900 Treccani)
Tra le insidie che logorano la democrazia oggi si trovano i social?
Il mio interrogativo si sostiene con la notizia diffusa dai mezzi d’informazione (vedi inchiesta recente del Wall Street Journal) sulla dannosità dei social.
Non voglio, dietro a questa osservazione, nascondere la responsabilità nel merito, che i genitori debbono custodire (riacquistandola se perduta o non rispettata) onde impedirne l’abuso ai propri figli, ancora in fase di maturazione.
Metto in conto, allo stesso tempo, la ragione che ha portato e porta il nostro blog a servirsi dei social. Ovvero la possibilità di poter fare un uso etico, generale e non fazioso, pacato e non vociante, dei social.