Iscriviti ai Feed Aggiungimi su Facebook Seguimi su Twitter Aggiungimi su Google+ Seguici tramite mail

Iscriviti alla nostra newsletter!

venerdì 11 aprile 2025

Testimoniare il presente

Post di Rosario Grillo
 
Alberto Giacometti, L'uomo che cammina, 1960
Mentre politici dilettanti e populisti sfrontati disputano la loro partita di ping pong, qualche studioso si domanda la ragione che ha portato la traiettoria dell’edificanda unione europea lontano dal suo bacino di nascita.
Il Mediterraneo - di esso si parla - è stato fulcro di civiltà, crogiolo, felice medium di germi diversi. (1) Forte di questa vocazione forgiava i sentimenti di coloro che nel confino di Ventotene immaginavano la costruzione federale dell’Europa. Il cronico fallimento degli Stati nazionali, infarciti del virus nazionalista, richiedeva allora di integrare la liberaldemocrazia con i principi del socialismo, aggiungendo valori del Personalismo cristiano, per incamminarsi sul binario del sovranazionale. (2)
Come narrano le fiabe, paradigmaticamente, la retta via talvolta viene smarrita. In questo smarrimento si è incagliata l’Europa, che, dal tempo di Maastricht, ha assunto una diversa strategia assegnando la priorità all’economia neoliberista.
A sua volta, questo modello è andato assumendo sfumature sempre più lontane dalla vocazione sociale (correlata al Welfare)( 3) e sempre più vicine all’urgenza della teco-finanza.
Oggi l’Europa ruota attorno all’asse dei paesi del nord, dimentica del Mediterraneo e delle sue diverse prospettive. (4) Da questa traslazione discende la sua “durezza di cuore” che la spinge a serrare i suoi confini davanti al movimento dei migranti afro asiatici, facendosi convincere dall’angosciata propaganda dei governi Meloni- Orbán. (5)