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Visualizzazione post con etichetta Emanuele Coccia. Mostra tutti i post
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sabato 24 luglio 2021

Senso di vuoto.

Post di Rossana Rolando.
 
Léon Spilliaert, Vertigini, 1908
La percezione del vuoto è una profonda esperienza umana che si distingue dall’elaborazione del concetto stesso di vuoto in campo filosofico e fisico (1).
 
💥 Paura del vuoto.
Nell’identità di ciascuno, infatti, la paura del vuoto si presenta in molti modi. Nell’infanzia è il timore del buio, primo rivelatore di un’assenza, non solo di luce, ma di voce e presenza: perciò il bambino chiede di non rimanere al buio o di essere accompagnato per attraversarlo.
Diventa poi la paura di un vuoto interiore che si rivela come mancanza sul piano degli affetti (della mamma del papà dell’amicizia dell’amore) e come terrore del nulla di sé, di “non essere” per gli altri importante, di sentirsi insignificante.
Lo dice splendidamente Emanuele Coccia nel suo ultimo libro La filosofia della casa. In esso la casa non rappresenta solo la dimora nella quale effettivamente abitiamo, ma diventa il modo per pensare i luoghi della mente. E così, a proposito dei corridoi, “spazi scabri, oscuri, senza identità”, si legge: “Per molti anni ho avuto paura di non essere che un lungo corridoio, uno spazio vuoto, dove non c’era nulla di veramente mio, nulla di intimo. Ho avuto paura di essere un posto buio dove c’era sempre molto vento, dove nessuno restava e tutti passavano senza lasciare ricordi e che non lasciava ricordi in chi passava” (2) (p. 91)
La consapevolezza del vuoto, sebbene dolorosa, è tuttavia necessaria, come lo sono i corridoi in una casa: spazi di passaggio che servono a “cambiare luogo” e soprattutto a “cambiare noi stessi”. (3)