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Visualizzazione post con etichetta Ernest Bloch. Mostra tutti i post
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sabato 13 aprile 2024

Nella latitudine del Multiversum.

 Post di Rosario Grillo.
 
“Cos’è il tempo? Un mistero; un mistero privo di essenza, inafferrabile e potente. Una condizione del mondo delle apparenze, un movimento congiunto e immedesimato all’esistenza del corpo nello spazio e nel suo movimento. Ma se non ci fosse movimento forse che non ci sarebbe neppure il tempo? E non essendoci il tempo forse che non esisterebbe neppure il movimento? O viceversa? O essi sono una sola e identica cosa? Troppe domande! Il tempo è attivo, agisce, produce. Che cosa produce? Cambiamenti!” (La montagna incantata).
 
Premessa.
Esiste un’Italia minore, costituita da centri montani e borghi dispersi su e giù per la dorsale appenninica che attraversa la nostra penisola: luoghi colpiti dal fenomeno di un inesorabile spopolamento e luoghi vittime, in buona parte, del flagello dei terremoti, che scuotono il nostro territorio, di natura sismica. Su di essi concentro l’attenzione, dietro la scuola di autori che ne hanno studiato morfologia e tendenze, alla ricerca di un esperimento di coesistenza (in altro modo, detto anche di com-unità).
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Oggi “multiversum” è un concetto acquisito in quella cosmologia che teorizza la possibilità della pluralità degli universi, riecheggiando dottrine antiche (atomistica, G. Bruno) intonate alla pluralità dei mondi.
Più potente la valenza del “multiversum” correlata al tema curato dal filosofo E. Bloch (1) perché mette in risalto l’equivocità del tempo (2).
Fin da subito, è lecito sostenere che il multiversum blochiano s’immette nel solco della proposta di Sant’Agostino e si inoltra nella via aperta da Kant, che al tempo e allo spazio aveva riconosciuto natura trascendentale.
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