Dicono che ogni favola abbia una sua
“morale”,
esplicita od implicita.
Quella esplicita? Non la conosco.
Quella implicita? Se c’è, chi legge la ricavi.
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Gian Maria viaggiava ... Honoré Daumier, Vagone di terza classe. |
Gian Maria
viaggiava, lato finestrino, sull’intercity
Roma Termini - Albenga. Viaggio lungo, troppo lungo per resistere a digiuno. Previdente,
consapevole del suo robusto appetito e della sua considerevole mole, aveva
acquistato al buffet della stazione Termini un
cestino da viaggio “mega–standard”: due lattine di coca-cola, due panini
di prosciutto, due sacchetti mignon di patatine, due buoni-caffè prepagati da presentare al carrello
itinerante.
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... consapevole del suo robusto appetito ... Annibale Carracci, Il Mangiafagioli. |
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... aveva acquistato il necessario per un buon pranzo ... |
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... dalla "a" alla "zeta" ... |
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... davanti a lui una distinta signora ... certo una buona forchetta... |
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... gli venne sete e tirò fuori una bevanda ... |
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...la signora, come un pappagallo, ripeteva i suoi gesti, si serviva del suo cibo ... |
L’istinto di sopravvivenza ebbe la meglio e si precipitò a requisire almeno l’altro pacchetto, prima che fosse troppo tardi. Finirono nello stesso tempo e Gian Maria pensò: “Ora voglio proprio vedere cosa mi dirà quella faccia di tolla!”. Nulla. La “signora” tirò fuori dalla borsa il suo giornale e si mise a leggere, come se niente fosse.
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... terminato di mangiare, la signora si mise a leggere ... come se niente fosse ... |
Dopo
Pisa passò il carrello delle bevande e del caffè. Rapida la donna prese dal
cestino i due buoni-caffè, ritirò i bicchieri e ne offrì uno a Gian Maria, che se lo trovò in
mano, caldo al punto giusto, proprio come piaceva a lui... “Questo è troppo!
Ha passato il segno!”, e non volendo fare scenate, da gran signore che sapeva di essere, trangugiò il
caffè, comunicò il suo disgusto con uno
sprezzante glaciale saluto, prese le sue
cose, il borsone e la valigia, e – “al diavolo il posto prenotato!” – cercò
un altro scompartimento libero.
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... Gian Maria cercò un altro scompartimento libero ... Davide Papalini, Inaugurazione della tratta ferrovia tra Principe e Sanpierdarena. |
Ancora
pieno di rabbia, alla fermata di La Spezia vide la donna scendere dal treno. Si
sentì liberato dall’incubo di un insopportabile, mai prima d’allora sperimentato,
sopruso. Ritornò al posto prenotato e si
sentì un po’ meglio. Stava sistemando i
suoi bagagli in alto, quando improvvisamente si accorse che il “suo” cestino
da viaggio era lì, intonso, dentro il
borsone che si era aperto.
Fulmini e saette! Brividi di vergogna! E subitamente capì che il suo cestino era senza ombra di dubbio esattamente identico a quello della signora, da cui, arrabbiato, aveva senza ritegno attinto. Quella signora, che tanto l’aveva disgustato, seduta davanti a lui, aveva diviso tutto, così, semplicemente, senza alcun commento, imbarazzo o tentennamento.
Lei sì “Signora”. Al contrario di lui.
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... si accorse che il suo cestino da viaggio era ancora lì... |
Fulmini e saette! Brividi di vergogna! E subitamente capì che il suo cestino era senza ombra di dubbio esattamente identico a quello della signora, da cui, arrabbiato, aveva senza ritegno attinto. Quella signora, che tanto l’aveva disgustato, seduta davanti a lui, aveva diviso tutto, così, semplicemente, senza alcun commento, imbarazzo o tentennamento.
Lei sì “Signora”. Al contrario di lui.
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... tutto era ancora intatto ... |
C’è una morale?
Forse sì, forse no. Chi lo sa! Ad ognuno
di noi trovarla…
Le immagini senza il riferimento dell'autore riproducono opere di Georg Flegel, pittore tedesco vissuto tra il 1566 e il 1638.
Il racconto è frutto di una nostra elaborazione.
Le immagini senza il riferimento dell'autore riproducono opere di Georg Flegel, pittore tedesco vissuto tra il 1566 e il 1638.
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