Iscriviti ai Feed Aggiungimi su Facebook Seguimi su Twitter Aggiungimi su Google+ Seguici tramite mail

Iscriviti alla nostra newsletter!

Visualizzazione post con etichetta Marco Somà. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Marco Somà. Mostra tutti i post

venerdì 1 novembre 2019

Empatia, chi sei?!

Post di Gian Maria Zavattaro 
Immagini delle illustrazioni di Marco Somà  (qui il sito).

Marco Somà
Mi sembra un segnale positivo il fatto che, per quanto lentamente, si stia diffondendo in non poche persone la sensazione, anzi la convinzione, che troppi termini alla moda, luoghi comuni e frasi fatte nascondano in realtà il vuoto, inondando la rete di una spirale mimetica divenuta contagiosa malattia endemica.  Questi vocaboli fanno molto chic, suonano bene, appunto a vuoto, e anche se non si capisce che cosa vogliano dire proprio per questo sono utilissimi diffusori del pensiero unico (il cui imperativo è: “non pensare!”), tradimento della Parola e delle parole. Non è solo confusione linguistica di monologhi tra ciechi e sordi: è paradossale sintomo di incomunicabilità  e proprio in mezzo al ridondante frastuono della società delle comunicazioni.
Guardandomi bene dalla nebbia che avvolge l’indecente vergognoso quotidiano spettacolo dei vaniloqui politici (grazie al cielo, con qualche eccezione che ci apre alla speranza), mi limito a citare alcuni (chiamiamoli così) effetti acustici come emozione, sentimento, empatia ridotti a incongruenti suoni articolati, bellamente intercambiabili.

martedì 29 maggio 2018

Gioco di parole.

Post di Rosario Grillo
Immagini delle illustrazioni di Marco Somà (qui il sito).
 
Il primo pensiero di Dio fu un angelo.
La prima parola di Dio fu un uomo 
(Khalil Gibran).

Una parola muore appena detta: dice qualcuno. 
Io dico che solo in quel momento comincia a vivere 
(E. Dickinson).

Marco Somà
Oh le parole!
Foglie ramificate di una facoltà privilegiata degli esseri animati: comunicare.
Comunicano gli esseri umani, in diversi idiomi ed anche con il gesticolare.
Comunicano gli animali, e solo pochi linguaggi della loro comunicazione vengono percepiti e compresi dagli umani.
Ma si sospetta che siano molteplici, invece, immediati ed efficaci, i loro modi di comunicare.
Comunicano financo gli esseri vegetali, ed anche lì sono tanti i modi che rimangono segreti agli uomini.
Nella Natura c’è corrispondenza!
Le parole, che sono membra del nostro mutevole linguaggio, si prestano al vasto campionario delle nostre facoltà.

sabato 3 marzo 2018

L'arte di guardare lontano, Jean Giono.

Post di Rossana Rolando
Adattamento delle immagini (raffinate e visionarie) di Marco Somà, originariamente pensate per illustrare il testo di Fabrizio Silei, Il bambino di vetro (qui il sito).


Marco Somà 
(Illustrazione per 
Il bambino di vetro)




Come direbbe Italo Calvino, la scelta di un lato dell’opposizione – in questo post il lontano – non implica la negazione dell’altro: ci sono tante ragioni per guardare vicino e ce ne sono altrettante per guardare lontano. Nel primo caso è dato scorgere i dettagli, i più piccoli particolari, le sottili venature di ogni realtà… nel secondo caso si possono contemplare le cose “da lontano”, vedendole nella loro interezza, ponendole in relazione con il tutto, oltre i limiti del consueto orizzonte. In un certo senso - almeno in ambito esistenziale -  il guardare lontano può diventare la condizione per vedere meglio vicino. 
Di questo sguardo particolare narra Il bambino che sognava l’infinito, di Jean Giono¹ (autore de L'uomo che piantava gli alberi, qui il link) apparentemente una semplice fiaba per l’infanzia, più profondamente un racconto sapienziale che può far molto pensare.