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Visualizzazione post con etichetta Massimo Salvadori. Mostra tutti i post
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venerdì 22 marzo 2019

La parodia della democrazia partecipata.

Post di Gian Maria Zavattaro
Disegni del noto illustratore Doriano Solinas, per gentile autorizzazione.

Illustrazione di 
Doriano Solinas

“I populisti non guidano il popolo, lo trascinano. E riescono ad alimentare il suo risentimento, scuotendo nel profondo le istituzioni e screditando le forze politiche” 
(Massimo L. Salvadori, LE INGANNEVOLI SIRENE. La sinistra tra populismi, sovranismi e partiti liquidi, Donzelli ed., Roma, 2019, retrocopertina). 

Il cittadino è in grado di giudicare chi amministra grandi-medie città, chi governa il Paese, chi decide del futuro dell’Europa? Su cosa si fonda l’odierno consenso politico? In quali forme di  autentica democrazia partecipata possiamo  sperare? 
Vecchi-nuovi interrogativi ai quali non credo di sapere rispondere adeguatamente, ma che mi spronano a due riflessioni.

❋ La prima fa riferimento al recente agile saggio di Salvadori, per il quale il “governo del cambiamento” è “lo specchio di una regressione nazionale che evoca i momenti più bui della nostra storia”: aggregazione di propagandisti di demagogiche promesse che rivelano incompetenza, irresponsabilità politica ed economica, atteggiamenti inconsulti, isolando l’Italia, sfidando l’Europa, aumentando il debito pubblico (1). Salvadori ritiene  che l’ondata sovranista e populista non sia fenomeno  solo italiano od europeo (2). La sua matrice è nelle vicende storiche, politiche sociali culturali economiche militari, dell’Occidente a partire dalla fine Ottocento  e va collocata nel contesto dell’attuale globalizzazione: “vento che soffia nel mondo” (3).