Iscriviti ai Feed Aggiungimi su Facebook Seguimi su Twitter Aggiungimi su Google+ Seguici tramite mail

Iscriviti alla nostra newsletter!

Visualizzazione post con etichetta Adalberto Mainardi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Adalberto Mainardi. Mostra tutti i post

giovedì 26 dicembre 2019

Presepe.

Post di Rosario Grillo.

Martina Peluso
Tu, l'al di là di tutto: come è possibile lodarTi?
Come potrà inneggiarti la parola? Nessuna parola, infatti, può esprimerti. Come ti contemplerà l'intelletto? Nessun intelletto, infatti, può percepirti. Tu solo sei ineffabile, poiché le parole a Te devono l'origine. Tu solo sei inconoscibile, poiché i pensieri a Te devono l'origine. Tutto canta Te, sia ciò che ha voce sia ciò che non l'ha. Tutto rende a Te onore, sia ciò che ha intelletto sia ciò che non l'ha.
Comuni sono i desideri di tutti gli esseri, comuni i gemiti che completamente circondano Te. Te supplica, con pietosa preghiera, il tutto. A Te si dirige un inno silente: lo pronunciano tutti gli esseri che intellettualmente contemplano ciò che Tu hai creato.
È solo per Te che tutto permane. È solo per Te che tutto cammina nell'universale moto. Di ogni cosa Tu sei compimento: Uno, Tutto, Nessuno, anche se non sei né unico né tutti. A Te è ogni nome: come chiamare Te, il solo che non si può nominare? Qual intelletto, figlio del cielo, penetrerà i veli che si stendono sopra le nubi?
Sii benigno, Tu, l'al di là di tutto: come possibile lodarti? (Gregorio Nazianzeno).

“La Vita infatti si manifestò (1,Gv.1,2).

Martina Peluso
Scrivere del presepe è pleonastico... è certamente ripetitivo quando, di recente, ne ha parlato il Santo Padre, dopo averlo celebrato nel luogo del primo presepe a Greccio, voluto da Francesco d’Assisi nel 1223.
Il Papa si è soffermato, anche, a lasciare una Lettera apostolica (Admirabile signum del 1 dic. 2019) per confermare l’evento e suggerire le sue considerazioni.
L’istinto contrario lancia il dubbio che l’iniziativa e l’insistenza siano a rimorchio della difesa che provocatori interessati e “tradizionalisti”, ancorati al passato e al dettato meramente dogmatico, da un po’ di anni, nella conflittualità della politica smarrita e delle “correnti agitate” che abitano la Curia, hanno intavolato sulla necessità del presepe.