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Visualizzazione post con etichetta Africa. Mostra tutti i post
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giovedì 7 febbraio 2019

L'urlo dell'oppresso. Lettera immaginaria.

 Post di Gian Maria Zavattaro.

Sebastião Salgado, Africa
📩 Mi chiamo Seif Sadat Modou Kingsley Hamed Himed…, fate voi…
Sono nigeriano ivoriano senegalese togolese sudanese…, fate  voi….
Non sono un numero, non do spettacolo.

Sapete che cosa vuol dire guerra?
A voi devo ricordare che cosa è la guerra? Chiedete ai vostri nonni: le due guerre mondiali vi hanno causato più di 2 milioni di morti, senza parlare dei feriti, degli invalidi, delle vedove e degli orfani minorenni.
A voi devo ricordare che cosa significhino brutalità violenza atrocità torture massacri macelli bombardamenti deliri di morte tradimenti pianti a non finire di vedove e di orfani, disperazione, privazione di ogni bene ed affetto, di ogni diritto? E  fame sete miseria desolazione.
Pensate che la mia fuga dalla guerra  potesse avere alternative?

sabato 14 luglio 2018

Africa, che fare?

Post di Gian Maria Zavattaro
Immagini dei dipinti di George Lilanga (1934-2005) con i suoi Shetani o spiriti del profondo (dalla collezione di Cesare Pippi, per gentile autorizzazione, qui il sito).


George Lilanga
🌟Hi-Zerbo (1922-2006) - originario del Burkina Faso, militante politico, insegnante, padre della  storiografia africana, uno dei maggiori intellettuali africani del 900 - ha pubblicato numerosi saggi (tradotti da Einaudi, Jaca Book, EMI) ritenuti fondamentali per le concrete proposte di convivenza, integrazione e scambio tra il suo continente e il resto del mondo. In questi giorni di tragiche emergenze per cercare di capire è più utile individuare dei 'punti fermi' che inseguire la cronaca”.¹  
Vorrei pertanto riproporre brevemente alcune riflessioni sul suo “Punti fermi sull’Africa”, già presentate su questo blog tre anni fa, ma divenute nuovamente di urgente attualità, a seguito dei respingimenti italiani ed europei dei fuggitivi nel mar Mediterraneo. Ogni giorno l’Africa è sistematicamente  violentata  da infinite guerre regionali,  da carestie e siccità in gran parte frutto di una cinica  globalizzazione che si esprime nella violenza perpetrata sull'ambiente da multinazionali di ogni colore politico le quali, complice la corruttela di tanti  governanti, si accaparrano  terre, sfruttano e spogliano intere nazioni delle loro  ricchezze naturali, generano una quotidiana sopraffazione che si tramuta in fuga disperata soprattutto per donne e bambini, che non hanno più nulla da perdere. Le nostre coscienze sono senza scampo interpellate. La storia, implacabile, non farà sconti alla nostra generazione.

venerdì 22 gennaio 2016

Burkina Faso... mia gente adorata, con Grazia Le Mura.

Grazia Le Mura 
(foto tratta dalla pagina facebook)
“Mio amato Faso, mia seconda patria che mi hai accolto con disponibilità e amore, mia gente adorata... non lo avete fatto mai e non fatelo neanche adesso, nulla vi pieghi, teniamo alto lo sguardo, guardiamo lontano e camminiamo  con in cuore la stessa canzone di libertà e ai piedi lo stesso desiderio di nuovi percorsi di democrazia” 
(Grazia Le Mura, volontaria in Burkina Faso).

Burkina Faso, 
i giorni del lutto...
Abbiamo raccolto dalla pagina facebook di Grazia Le Mura, volontaria che da anni vive ed opera in Burkina Faso (lett. “paese degli uomini integri”!), la sua sollecitazione a guardare l’attentato terroristico del 15 gennaio scorso con il cuore dei burkinabè e non con le nostre paure e pregiudizi eurocentrici. E allora proviamo a riflettere su attentati che Grazia colloca e classifica nella categoria B, quelli che avvengono soprattutto in Africa e Medioriente, ben presto rimossi dai media per lasciare il campo alla categoria A “più nobile ed importante, che merita chilometri di inchiostro e spazi televisivi a tutto spiano: attentati in occidente, vecchia Europa e America”… 
... stato dell'Africa Occidentale... 
circa 17 milioni di abitanti
“Perché un attentato in Burkina Faso e perché proprio ora?” 
La lettura della pagina di Grazia, la sua testimonianza e gli  articoli che  riporta ci possono aiutare a trovare le risposte:
1. “I giornalisti affondano sulla certezza che l'attentato è stato compiuto per colpire la Francia... eppure è stato colpito enormemente il Burkina, è stato colpito fisicamente, territorialmente, per numero di vittime, per danni post-attentato, per le conseguenze sul suo faticoso cammino democratico” (Davide Maggiore in Burkina Faso, attacco alla democrazia).

sabato 12 settembre 2015

Africa, alcuni punti fermi.

 (George Lilanga, 
definito il 
 Picasso africano)
“In un’ora di grandi cambiamenti per il continente africano, alle prese con problematiche, speranze, sfide antiche e nuove [...] per cercare di capire è più utile individuare dei “punti fermi” che inseguire la cronaca”  (retrocopertina di Joseph Hi-Zerbo, Punti fermi sull’Africa, EMI, 2011). 
In questi giorni i media sono a buon diritto centrati sulle vicende dei fuggitivi nelle terre d'Europa. Eppure ogni giorno i “paesi del Sud”, in particolare l’Africa, sistematicamente sono violentati dalle infinite guerre regionali, dalle tragiche morti di persone che fuggono altrove, dalle violenze sulla popolazione, specie donne e bambini, vittime di sopraffazione, oppressione, sfruttamento.
Le nostre coscienze sono senza scampo interpellate e non possiamo starcene fuori solo perché ognuno di noi sa fin troppo bene di essere impotente nella sua singolarità. La storia, implacabile, non farà sconti alla nostra generazione.
 (Damian Msagula)
Hi-Zerbo (1922-2006) - originario del Burkina Faso, militante politico, insegnante, padre della  storiografia africana, uno dei maggiori intellettuali africani del 900 - ha pubblicato numerosi saggi (tradotti da Einaudi, Jaca Book, EMI) ritenuti  fondamentali per le concrete proposte di convivenza, integrazione e scambio tra il suo continente e il resto del mondo. 
In questi giorni di tragiche emergenze vorrei raccogliere brevemente alcune riflessioni sul suo “Punti fermi sull’Africa”.