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Visualizzazione post con etichetta André Frénaud. Mostra tutti i post
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giovedì 20 dicembre 2018

Natale modesto, Giorgio Caproni.

Post di Rossana Rolando
Immagini dei dipinti di Lippo Memmi (1291-1356) e Simone Martini (1284-1344).

Simone Martini e Lippo Memmi,  
Annunciazione e due santi, particolare, 1333, 
Firenze, Uffizi
Quando Giorgio Caproni, nel suo Taccuino dello svagato, scrive le pagine di “Natale modesto”¹, il riferimento ad una poesia retorica e ampollosa viene posto in contrasto con l’asciuttezza di una parola “guerriera”, aspra, “ostile verso i sentimenti e verso le facili seduzioni dell’immagine e del ritmo”. E’ il giorno di Natale, il 25 dicembre 1960. 
E non è un caso. Per parlare del Natale è necessario questo linguaggio essenziale, scabro, teso. Lo dice un poeta che ha fatto dell’assenza di Dio la cifra della sua presenza. In Caproni convivono, infatti, due interdizioni: da una parte l’impossibilità di scovare il 'Deus absconditus' ”, dall’altra parte l’incapacità di “cancellarne il buco, il nome, il vuoto”². Nessuna delle due vie può essere percorsa e l’equilibrio che scaturisce da questa duplice impotenza è una ricerca esigente, che non si accontenta di scorciatoie e di acquietanti risposte.