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Visualizzazione post con etichetta Giorgio Caproni. Mostra tutti i post
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sabato 3 dicembre 2022

L'esperienza dell'ingovernabile.

Post di Rossana Rolando.
Immagini degli acquarelli di Nicola Magrin (qui la pagina facebook).
 
“In quanto esseri viventi, siamo morsi, rosi dal sintomo.
Siamo malati, tutto qui.”
(Jacques Lacan).¹
 
Nicola Magrin, Iceberg
Ciascuno di noi ha provato, nel corso della sua vita, in modo più o meno forte e sconvolgente, qualcosa che si oppone al dominio della mente - alla lucidità della coscienza - e che risulta ingovernabile. Si esprime attraverso un sintomo, spesso ripetuto o solo occasionale, e mette in discussione l’ordine esteriore della nostra esistenza. Il sintomo, insegna la psicoanalisi, è l’indizio rivelativo di un malessere, non è il malessere stesso, ma il suo segno, come la febbre rispetto ad una malattia. Esso ha una forza che l’Io non comanda, è il primo avviso dell’ingovernabile.

domenica 6 gennaio 2019

Gli accumulatori del Tempo.

Post di Rossana Rolando 
Immagini dei dipinti di Giuliano Giuggioli (qui la pagina facebook). Il pittore è in mostra ad Albenga fino al 13 gennaio 2019, presso Palazzo Oddo: un ringraziamento particolare a Francesca Bogliolo e ad Alessandro Colonna che ci hanno permesso di conoscere l'artista.

Giuliano Giuggioli, 
Inarrestabile
Tra i vissuti più luminosi che un/una insegnante può sentire e trasmettere agli allievi vi è l’esperienza del tempo inteso come intensità e durata: non semplice susseguirsi di istanti uguali e indifferenti l’uno rispetto all’altro, ma tempo significativo in cui si decide qualcosa di sé. Quando questo accade, discente e docente si trovano avvolti nella stessa emozione, tutti dentro ciò che si sta dicendo - una poesia, un pensiero filosofico, un percorso storico, un testo da tradurre e fin’anche una dimostrazione matematica - senza dissociazione interiore, in unione profonda con la “cosa” da cui proviene la ‘necessità’ dell’ascolto. Non è un’esperienza scolastica quotidiana - fatta piuttosto di chiaroscuri -  è invece evento che si compie grazie a una serie di circostanze positive, soggettive ed oggettive,  che permette di realizzare quella magia dell’ora di lezione, evocata da Massimo Recalcati¹ .

giovedì 20 dicembre 2018

Natale modesto, Giorgio Caproni.

Post di Rossana Rolando
Immagini dei dipinti di Lippo Memmi (1291-1356) e Simone Martini (1284-1344).

Simone Martini e Lippo Memmi,  
Annunciazione e due santi, particolare, 1333, 
Firenze, Uffizi
Quando Giorgio Caproni, nel suo Taccuino dello svagato, scrive le pagine di “Natale modesto”¹, il riferimento ad una poesia retorica e ampollosa viene posto in contrasto con l’asciuttezza di una parola “guerriera”, aspra, “ostile verso i sentimenti e verso le facili seduzioni dell’immagine e del ritmo”. E’ il giorno di Natale, il 25 dicembre 1960. 
E non è un caso. Per parlare del Natale è necessario questo linguaggio essenziale, scabro, teso. Lo dice un poeta che ha fatto dell’assenza di Dio la cifra della sua presenza. In Caproni convivono, infatti, due interdizioni: da una parte l’impossibilità di scovare il 'Deus absconditus' ”, dall’altra parte l’incapacità di “cancellarne il buco, il nome, il vuoto”². Nessuna delle due vie può essere percorsa e l’equilibrio che scaturisce da questa duplice impotenza è una ricerca esigente, che non si accontenta di scorciatoie e di acquietanti risposte.

sabato 6 maggio 2017

Genova di Giorgio Caproni.

🖋 Post di Rossana Rolando
🎨 Immagini di Marino di Fazio (qui il sito)
📹 Video presentazione della poesia Litania, nell'interpretazione musicale di Marco Paolini.


Marino Di Fazio, 
Il vecchio porto di Genova
Genova si affaccia spesso nelle poesie di Giorgio Caproni - lui, nato a Livorno nel 1912 e morto a Roma nel 1990 -, un vero e proprio atto d’amore verso la città ligure in cui è vissuto  tra il 1922 e il 1938 e che ha eletto a luogo dell’anima: è il posto in cui si è formato e che lo ha formato, in cui ha scritto le sue prime poesie e si è innamorato (La mia città dagli amori in salita,/ Genova mia di mare tutta scale).
Caproni non è un poeta “locale”, nel senso limitativo di un semplice cantore di particolari luoghi geografici, ma un autore dalla forte carica esistenziale che trasfigura determinati paesaggi e ne fa il teatro di esperienze profonde, di situazioni esistenziali universali.

martedì 18 agosto 2015

Un pensiero mattutino con Giorgio Caproni e Odilon Redon. La ragione.

🖊 Post a cura di Rossana Rolando.
🎨 Immagini delle opere di Odilon Redon. 

“Per quanto tu ragioni, c’è sempre un topo – un fiore – a scombinare la logica. Direi che tutto nel tuo ragionamento è perfetto, se non avessi davanti questo prato di trifoglio. E sarei anche d’accordo con te, se nella mente non mi bruciasse (se non mi bruciasse la mente – con dolcezza) quest’odore di tannino che viene dalla segheria sotto la pioggia: quest’odore di tronchi sbucciati (d’alba e d’alburno), e non ci fosse il fresco delle foglie bagnate come tanti lunghi occhi, e il persistente (ma sempre più sbiadito) blu della notte”
(Giorgio Caproni, Poesie 1932-1986).
 
Nel mondo simbolico di
Odilon Redon, Ragno che piange
... e coloratissimo 
(Odilon Redon, Nuvola di fiori)
La vista, simbolo della ragione...
(Odilon Redon, L'occhio)
... basta un fiore a scombinare la logica...
(Odilon Redon, Ofelia tra i fiori)