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Visualizzazione post con etichetta Genova. Mostra tutti i post
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sabato 22 giugno 2019

Labirinto Luzzati. Creare con gioia.

Post e fotografie di Rossana Rolando.

“…dove si divertono i bambini,
 quello è sempre un bel posto”
(Lele Luzzati)¹.

Mostra Labirinto Luzzati
✴️ Labirinto Luzzati è il titolo della mostra che si è aperta il 1 giugno a Genova presso Palazzo Ducale, nel Sottoporticato, e si protrarrà fino al 3 novembre 2019². Un omaggio della città a questo suo artista - nato a Genova il 3 giungo del 1921 e ivi morto il 26 gennaio del 2007 - che ha considerato il capoluogo ligure la sua principale fonte di ispirazione: “Genova, dove si entra dai tetti delle case e si esce giù per le strade ripide, labirintica come un bosco, è la mia migliore musa. Tutte le volte che esco dall'ascensore del quartiere di Castelletto e guardo fuori mi stupisco, perché vedo sempre qualcosa di nuovo”³.

Mostra Labirinto Luzzati
✴️ Genova per Luzzati non è semplicemente un luogo fisico, è piuttosto una qualità dell’anima, un modo di essere e di sentire, una tensione dello spirito verso il sogno e l’immaginazione: “Uno può benissimo non uscire dalla stessa stanza e viaggiare con la fantasia. Però io ho un altro vantaggio: che sto a Genova… una città che veramente ha delle prospettive talmente diverse: io posso passeggiare sempre nella stessa strada e vedere sempre cose nuove… Genova è una città molto molto ricca di prospettive, di spunti”. Perciò essa è presente, nella sua opera, anche quando risulta apparentemente assente. La verticalità di Genova, come dice liricamente Caproni, si riflette nell’opera di Luzzati, nei saliscendi di scale e scalette, nelle raffigurazioni prospettiche di immagini che si rincorrono e si sovrappongono, facendosi racconto e animazione. La tecnica artistica che meglio la identifica e la rappresenta è quella del collage (molto utilizzato da Luzzati): composizione di ritagli, scorci, spazi, età storiche… di cui è fatta ogni sua casa, strada, piazza. Il video di animazione dedicato a Genova raccoglie magistralmente l’essenza della città e dell’estetica che ad essa si lega.

giovedì 16 agosto 2018

Giorno di lutto per Genova.

Perché senza quel ponte come si fa? 
Ogni volta che lo guardiamo, che precipitiamo in uno di quegli svincoli micidiali, come diceva il cantante (De Gregori), 
quel ponte ci terrorizza. 
Perché è insieme tragico e bello. 
E' qualcosa di spropositato che attraversa la valle 
(Maurizio Maggiani, qui).


Genova, 14 agosto 2018 
(composizioni fotografiche di Rossana Rolando)
Gian Maria Zavattaro.
In questi giorni il silenzio  vale più che la parola, soprattutto se è parola inopportuna, fatta  di scontate lamentazioni e di rivalse puramente ideologiche,  fuori luogo e  fuori tempo. A volte però la parola  può servire ad incontrarci più a fondo.
La morte assurda di tante persone sconosciute che  ci  ha colpito  rinvia  al  mistero della vita e della persona umana,  scuote le nostre abitudini e ci obbliga ad interrompere le nostre corse frenetiche e  a domandarci per quanto tempo ci ricorderemo  delle  vittime scomparse  (e di tutte le innumerevoli vittime di ogni dove e di ogni tempo), per quanto tempo saremo disposti a  guardare all’essenziale,  per quanto tempo assumeremo la  precarietà del nostro esserci nel mondo e  soprattutto per quanto tempo veramente assumeremo la sofferenza e la solitudine - per dirla con Montale - di chi  sopravvissuto (padre, madre, figlio/a , nipote amico/a) - “è sfuggito attraverso la maglia rotta della rete che ci stringe quando la sera si fa lunga e non c’è nessuno a cui consegnare la propria vita”.

sabato 17 marzo 2018

Antonio Ligabue commuove.

Post e fotografie di Rossana Rolando.

Antonio Ligabue, 
Scoiattolo
🌟Luciano Manicardi, monaco e priore di Bose, introduce il suo toccante intervento sugli  autoritratti di Antonio Ligabue (Zurigo 1899 - Gualtieri 1965), pubblicato in occasione della Mostra allestita a Genova presso Palazzo Ducale e ora in corso (3 marzo – 1 luglio 2018), con un racconto emblematico dello scrittore finlandese Tove Jansson (riportato nella forma riassuntiva di David Grossman) al quale lega la figura tragica, eppure umanissima, dell’artista svizzero italiano:
«Mumintroll […] gioca a nascondino con gli amici. Si nasconde nel cappello grande e nero di un vecchio mago senza sapere che tutto ciò che vi entra cambia aspetto. Quando Mumintroll esce dal cappello i suoi amici si ritraggono spaventati: il suo aspetto è cambiato e ora è terrificante, quasi mostruoso. Mumintroll, tuttavia, non sa di essere cambiato e non capisce perché gli amici fuggono. In preda al panico, intrappolato nella solitudine delle sue nuove sembianze, cerca di spiegare che è lui, è sempre lui, ma loro scappano via urlando per il terrore. In quel momento arriva la mamma di Mumintroll, lo guarda stupita e gli domanda chi è. Lui la supplica con lo sguardo di riconoscerlo perché se lei non lo capirà, come potrà vivere? Allora lei lo guarda negli occhi, osserva profondamente l’anima di quella creatura, che non assomiglia affatto al suo caro figlioletto e dice con un sorriso: “Ma tu sei il mio Mumintroll”. E in quel momento accade un piccolo miracolo: il mostro, l’estraneo, svanisce e Mumintroll torna a essere quello di prima»¹.

venerdì 21 luglio 2017

Genova di Montale, Corso Dogali.

Post e fotografie di Rossana Rolando.

Corso Dogali.

Se frugo addietro fino a corso Dogali
non vedo che il Carubba con l’organino
a manovella
e il cieco che vendeva il bollettino
del lotto. Gesti e strida erano pari.
Tutti e due storpi ispidi rognosi
come i cani bastardi dei gitani
e tutti e due famosi nella strada,
perfetti nell’anchilosi e nei suoni.
La perfezione: quella che se dico
Carubba è il cielo che non ho mai toccato.

Corso Dogali, 
Genova
Il titolo del componimento, contenuto nella raccolta Diario del '71,  si riferisce alla strada di Genova in cui si trova la casa natale del poeta. Salendo con l’ascensore di Castelletto si percorre corso Carbonara e quindi si imbocca corso Dogali per trovare, al numero cinque, un bel palazzo con una scalinata e un portone rivestito di marmo bianco, con l’iscrizione a lato.
La via, tutta in salita come molte altre strade di Genova, è legata a due personaggi (famosi nella strada) che il poeta Montale ritrova, “frugando” addietro: il Carubba che suona un piccolo organo a manovella e il cieco che vende i tagliandi per giocare al lotto.  Al gesto dell’uno corrisponde l’urlo dell’altro.

sabato 6 maggio 2017

Genova di Giorgio Caproni.

🖋 Post di Rossana Rolando
🎨 Immagini di Marino di Fazio (qui il sito)
📹 Video presentazione della poesia Litania, nell'interpretazione musicale di Marco Paolini.


Marino Di Fazio, 
Il vecchio porto di Genova
Genova si affaccia spesso nelle poesie di Giorgio Caproni - lui, nato a Livorno nel 1912 e morto a Roma nel 1990 -, un vero e proprio atto d’amore verso la città ligure in cui è vissuto  tra il 1922 e il 1938 e che ha eletto a luogo dell’anima: è il posto in cui si è formato e che lo ha formato, in cui ha scritto le sue prime poesie e si è innamorato (La mia città dagli amori in salita,/ Genova mia di mare tutta scale).
Caproni non è un poeta “locale”, nel senso limitativo di un semplice cantore di particolari luoghi geografici, ma un autore dalla forte carica esistenziale che trasfigura determinati paesaggi e ne fa il teatro di esperienze profonde, di situazioni esistenziali universali.