Post e fotografie di Rossana Rolando.
 |
Antonio Ligabue,
Scoiattolo |
🌟Luciano Manicardi, monaco e priore di Bose, introduce il suo toccante intervento sugli autoritratti di Antonio Ligabue (Zurigo 1899 - Gualtieri 1965), pubblicato
in occasione della Mostra allestita a Genova presso Palazzo Ducale e ora in
corso (3 marzo – 1 luglio 2018), con un racconto emblematico dello scrittore
finlandese Tove Jansson (riportato nella forma riassuntiva di David Grossman)
al quale lega la figura tragica, eppure umanissima, dell’artista svizzero
italiano:
«Mumintroll
[…] gioca a nascondino con gli amici. Si nasconde nel cappello grande e nero di
un vecchio mago senza sapere che tutto ciò che vi entra cambia aspetto. Quando
Mumintroll esce dal cappello i suoi amici si ritraggono spaventati: il suo
aspetto è cambiato e ora è terrificante, quasi mostruoso. Mumintroll, tuttavia,
non sa di essere cambiato e non capisce perché gli amici fuggono. In preda al
panico, intrappolato nella solitudine delle sue nuove sembianze, cerca di
spiegare che è lui, è sempre lui, ma loro scappano via urlando per il terrore.
In quel momento arriva la mamma di Mumintroll, lo guarda stupita e gli domanda
chi è. Lui la supplica con lo sguardo di riconoscerlo perché se lei non lo
capirà, come potrà vivere? Allora lei lo guarda negli occhi, osserva
profondamente l’anima di quella creatura, che non assomiglia affatto al suo
caro figlioletto e dice con un sorriso: “Ma tu sei il mio Mumintroll”. E in
quel momento accade un piccolo miracolo: il mostro, l’estraneo, svanisce e
Mumintroll torna a essere quello di prima»¹.