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Visualizzazione post con etichetta Pasqua. Mostra tutti i post
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domenica 20 aprile 2025

I Giardini e la Villa Bardini a Firenze

 Post e fotografie di Rossana Rolando

Dal Giardino Bardini, Firenze

Il giardino di Villa Bardini, a Firenze, nei giorni pasquali di aprile, benché piovosi - il cielo chiaro a sprazzi, in una rara giornata di sole -, ci regala, su per le gradinate, le rose che iniziano ad occhieggiare, e più avanti, grandioso, il viale dei glicini in piena fioritura, con le macchie di azalee fino alla sommità, dove si apre l'angolo elegante delle camelie.

giovedì 17 aprile 2025

Buona Pasqua

“Accosta il Mistero     Cogli la Presenza        Sperimenta la Gioia

Fonda la Speranza     Condividi l’Annuncio       Celebra la Vita”

Lucas Cranach il Vecchio, Resurrezione, 1530
“Solo Tu non devi nulla a nessuno. Nelle tue  mani passa il giorno, nelle tue mani passa la notte. Tu sei mio padre, Tu sei mia madre” (Preghiera africana). 
 
“Bisogna salvarsi insieme; bisogna arrivare insieme dal buon Dio, bisogna presentarsi insieme;  non bisogna arrivare a trovare  il buon Dio gli uni senza gli altri. Dovremo tornare tutti insieme nella casa del padre. Bisogna anche pensare un poco agli altri; bisogna lavorare un poco gli uni per gli altri. Che si direbbe se arrivassimo, se tornassimo gli uni senza gli altri?” (Ch. Péguy, Il mistero della carità di Giovanna d’Arco, AVE, Roma, 1066, pag. 35: parla Alvietta, la piccola amica di Giovanna).

Auguri di Buona Pasqua a tutti

da Rossana, Rosario, Gian Maria

- Alle credenti e ai credenti cristiani che in questi giorni celebrano il Mistero più alto e più profondo della loro fede e credono in Gesù Cristo, figlio di Dio Padre, nella Sua passione e morte, nella resurrezione, nella Pentecoste. A tutti auguriamo l’esperienza di un incontro e di una scoperta personale del Dio vivente, camminando insieme al suo fianco, come sulla strada di Emmaus dove Dio si rivela il Dio fedele che mantiene le sue promesse.

- Ai fratelli-sorelle Ebrei che il 12 aprile hanno celebrato la Pasqua (Pesach, la cui festività si prolunga sino al 20 aprile): l’uscita del popolo ebraico dal deserto sotto la guida di Mosé e la liberazione dal regime di schiavitù in Egitto.

- Ai fratelli-sorelle credenti musulmani/e e di ogni fede, che ogni giorno amano e sperano.

- Ai fratelli-sorelle non credenti che ogni giorno si sforzano di rinascere a nuova vita. in particolare a coloro che si impegnano a favore delle vite altrui senza mai arrendersi, l’augurio sincero di una festa che sia autentico riposo dalle fatiche feriali, ri-scoperta di sé e della propria identità, di ri-creazione e gioia sorridente, di convivialità e reciproca ospitalità, di incontri ineffabili, di condivisione della PACE e di ogni  impegno “bello e buono” (καλός-αγαθός ) del nostro essere al mondo.

sabato 30 marzo 2024

Anticipazioni della Pasqua, Mario Luzi.

Post e fotografie di Rossana Rolando
 
Anselm Kiefer, Caduta dell'angelo
Mario Luzi, uno dei maggiori poeti del Novecento italiano ed europeo (Sesto fiorentino, 1914 - Firenze, 2005), ha dedicato numerosi componimenti alla Pasqua, intrecciando il tema evangelico della resurrezione ultima dai morti, con l’evento anticipatore delle pasque penultime: piccole resurrezioni, in cui si fa esperienza, durante il corso dell’esistenza, di una ri-nascita alla vita. 
 
Nella sua concezione poetica, infatti, la morte non è soltanto il momento che mette fine alla storia individuale: essa è dentro il tempo, inscritta in ogni esperienza di negazione, di perdita di sé e di annientamento: “Siamo/ noi pure/ dentro l’animato grembo/ dove nascita/ e morte si affrontano/ sì, ma solo per confondersi.”¹ Per questo la vita che continuamente viene meno e manca, ha bisogno di essere raggiunta da altra vita,² perché sia possibile riemergere dalle ceneri e dai baratri: la vita medesima reclama vita e “così spirito lo spirito”, come la linfa per l’albero o l’acqua per l’arido deserto.³

sabato 8 aprile 2023

Buona Pasqua!

Buona Pasqua a tutti!
Gian Maria, Rossana e Rosario.
 
"Questo è il giorno che ha fatto il Signore. 
Rallegriamoci ed esultiamo! 
Alleluia, alleluia, alleluia" 
(Antifona pasquale).

Museo di San Marco, Beato Angelico, Firenze, foto di Rossana Rolando

Mostra Giacometti Fontana, Palazzo Vecchio, Firenze, foto di Rossana Rolando

"L'invisibile è dentro e fuori di noi, nella carne e nel cosmo, nelle cellule e nelle stelle. Giacometti e Fontana lavorano la materia togliendole ingombro e opacità nella ricerca di un assoluto che si rivela nei volumi erosi della materia stessa, quella dell'eterno sigillato nei confini della forma" (Palazzo Vecchio, Firenze, Mostra dedicata ad Alberto Giacometti e Lucio Fontana).

sabato 11 aprile 2020

Pasqua, auguri e rimandi.

Raffaello Sanzio, Resurrezione di Cristo, dettaglio (1501-1502)
A tutti,
 uomini e donne,  credenti di qualsiasi fede e non credenti 
 ed  in  particolare a coloro che ogni giorno si impegnano
 a favore delle vite altrui 
rivolgiamo in questo tempo di pandemia
 il nostro pensiero augurale di Buona Pasqua, 
perché sia  diversa da tutte le altre.

La  quaresima  trascorsa in quarantena  
ha rivelato il bisogno di fratellanza  in noi. 
 La  nostra preghiera  
è metterci tutti  in opera  per incamminarci su strade 
che ci facciano sognare le vette più alte, 
che riempiano il nostro  cuore di tenerezza e di speranza,
 che si aprano al nuovo,  alla sorpresa, 
alla profondità di questo tempo “deserto”.

E così
la Pasqua (ebraico  pesah, passaggio) sarà vero passaggio 
alla Vita che ci affratella.  

Raffaello Sanzio, Resurrezione di Cristo, dettaglio (1501-1502)

✴️Infine, un breve racconto.
 “Allorché si fa silenzio intorno a me, nelle ore del giorno  e della notte, un pianto che scende dalla Croce mi colpisce e mi fa trasalire. ... - Lasciate che vi stacchi dalla Croce - gli dissi.  E cercai di togliere i chiodi dai suoi piedi; ma Egli mi rispose: “Lasciali dove sono, poiché non scenderò dalla Croce fino a quando tutti gli uomini, tutte le donne, tutti i fanciulli, non s’uniranno insieme per distaccarmi”.   Gli dissi allora: “Come posso sopportare il vostro lamento? Che cosa posso fare per voi?”. Ed Egli mi rispose: “Va per tutto il mondo e dì a quelli che incontrerai che c’è un Uomo inchiodato ad una croce” (J. F. Sheen).

giovedì 9 aprile 2020

La quarantena che stiamo vivendo.

Post di Gian Maria Zavattaro.

Fotografie dal deserto, 
autore Charlie Fong
“La passione di  Cristo in sé riassume la lunga striscia di sangue, di violenza, di odio, di dolore disseminata nella storia. L’appuntamento pasquale che la liturgia ci propone si vela, perciò, di lacrime: ci sembra di essere ancora nella Passione, una lunga serie di ore di sofferenze di torture che il Cristo ha vissuto e continua a vivere nel corpo martoriato dei suoi fratelli. Sono vere le parole del grande Pascal: Gesù sarà in agonia fino alla fine del mondo; non bisogna dormire fino a quel momento (Pensieri 736)” (1).
“Diamoci appuntamento nella categoria della speranza,  che non è rimozione del dramma o attesa statica del lieto fine,  ma certezza di vedere il passaggio di Dio” (2).

Non so come andrà a finire, ma  so che vorrei condividere con mia moglie e tutte le persone a me care la memoria della speranza quaresimale in questa quarantena che stiamo vivendo non più come interregno ma come imprevisto indesiderato appuntamento di un possibile affrancamento da un’esistenza di “routine”, come esperienza di un dover e poter essere altrimenti, come prova generale - singola e collettiva - di nuovi modi di vivere, di relazionarci con noi stessi e gli altri, di rapportarci con il mondo e, per me credente, di sentire la quotidiana presenza di Dio. Con la consapevole certezza che tutti, volenti o nolenti, siamo allo spartiacque di una scelta: cogliere o rifiutare un imprevisto tempo di inattesa passione, espletata nell’interdizione o isolamento o romitaggio o clausura. Tempo che hic et nunc ha richiesto un cambio di direzione, che non consente a nessuno di proseguire nel cammino di comportamenti abituali, che costringe a nuove consapevolezze e richiede a tutti, a ciascuno di noi  - come costrizione o libera dedizione nel dono di se stessi - di condividere il peso di altri fratelli.

giovedì 18 aprile 2019

"Farò la pasqua da te con i miei discepoli", don Primo Mazzolari.

Post di Gian Maria Zavattaro
Immagini de Il mattino della resurrezione del pittore svizzero Eugène Burnand (1850-1921) e del Cristo nel deserto del pittore russo Ivan Nikolajevic Kramskoj (1837-1887).
 
Eugène Burnand, 
Il mattino della resurrezione, 
Giovanni e Pietro corrono al sepolcro 
(1898)
Martedì 9 aprile l’Agenda famiglia 2019 (ed. Famiglia cristiana) riportava una citazione del card. A. Comastri, che qui trascrivo: 
“E quando, nell’orto degli ulivi, Gesù soffriva un’autentica agonia pensando che stava offrendo la sua vita per una sterminata famiglia di peccatori, spesso ingrati, spesso indifferenti, o addirittura ostili, in quel momento sentì nel cuore il desiderio del conforto dei discepoli e disse loro: “Vegliate e pregate con me”. Si addormentarono tutti!  E’ la storia dell’indifferenza che si ripete; è la storia terribile della noncuranza di Dio che è davanti agli occhi di tutti anche in questo momento”. 
Il passo citato del card. Comastri mi ha sollecitato  a rileggere “Dietro la croce  e Il segno dei chiodi” di  don Primo Mazzolari (1) e a soffermarmi su alcune pagine dei due saggi (scritti in anni drammatici tra il 1942 e il 1943), per me presa d’atto  della mia cecità e insieme conforto e risposta alla mia personale urgenza di congruenza.

giovedì 4 aprile 2019

Quaresima. Tempo di attesa.

Post di Rosario Grillo
Immagini del San Giovanni Battista nel deserto, del pittore olandese Geertgen tot Sint Jans (1460-1490).

Geertgen tot Sint Jans, 
San Giovanni Battista nel deserto, 
particolare
Una Chiesa in cammino.
Mi attrae, molto, il modo di comunicare di Papa Francesco: così semplice e diretto!
Nemmeno nei documenti ufficiali, e tra essi metto le encicliche, troviamo una argomentazione professorale, cattedratica... già questo lo distingue dalla forma ricercata, in gran parte teologale, del linguaggio, scritto e parlato, dei pontefici di prima, ancor di più dei pontefici di tempo fa.
È un controsenso: egli proviene dal mondo dei Gesuiti, che, come ordine, è riconosciuto amante della messa in scena (teatralità della Controriforma), fautore della tecnica intellettuale...fino all’estremo della “casistica.
Lo ritrovo invece vicino al modello tracciato da E. Mounier: “Occorre soffrire perché la verità non si cristallizzi in dottrina ma nasca dalla carne(1). La conferma nella Chiesa di Bergoglio, da lui descritta come “ospedale da campo.

domenica 1 aprile 2018

Canto di Pasqua.

Post di Rosario Grillo.

Dieric Bouts, 
Resurrezione, 1455
CANTO: Nostalgia di una sorgente.
Ho sempre tanta nostalgia di una sorgente
Da cui son nato goccia piccola infinita;
non ero solo, era un fiume di fratelli;
un vento forte aleggiava su quellacqua.
Acqua viva sei, Signore,
io mi perdo nel tuo mare,
corro nella tua corrente,
grido la mia libertà! (2v)
(Testo di Giosy Cento).

sabato 31 marzo 2018

Discese agli inferi.

Post di Gian Maria Zavattaro
Immagine tratta dal ciclo degli affreschi dell'Oratorio di San Fedele, Albenga, SV (qui la ricerca del Liceo di Albenga sulla Chiesa e l'Oratorio).

Bartolomeo Bottoneri di Cherasco, 
La Discesa agli inferi, 1574

✩✩✩✩✩✩✩✩✩✩
“Discese agli inferi”.

“Sei disceso sulla terra 
per salvare Adamo  
 e, non avendolo trovato sulla terra, 
  o Signore, 
  sei andato a cercarlo 
   fino agli inferi”.

Liturgia bizantina 
(cit. da S. Chialà, Discese agli inferi, Bose, Qiqajon, 2012, retrocopertina).

 ✩✩✩✩✩✩✩✩✩✩

venerdì 30 marzo 2018

Venerdì santo e contemporaneità.

Post di Rossana Rolando.

Antonio Ligabue, 
Crocifissione (foto personale)
Il venerdì santo - memoriale della passione e della morte di Gesù Cristo all’interno della fede cristiana - può essere anche assunto come simbolo epocale della morte di Dio (nel significato filosofico teologico del venir meno di ogni orizzonte religioso) per larga parte del sentire “contemporaneo”. Un venerdì - quest'ultimo - che non precede la domenica della resurrezione, rimanendo chiuso nel cerchio del tempo,  del tutto indifferente alla speranza.
La pagina di Guido Ceronetti sotto riportata esprime il senso potentemente tragico della morte di Dio - fatta coincidere con l'estinzione di ogni attesa messianica - avvertendo in essa l'effetto di una privazione che non libera, anzi impoverisce e disumanizza. Solo il seme di questa consapevolezza può far risorgere, nella terra odierna del disincanto, l'inquieta domanda dell’Altro e dell’Oltre.

sabato 15 aprile 2017

Auguri Pasqua 2017.

Firenze, 15 aprile 2017
Fotografie di Rossana Rolando.

Vetrata della cappella 
Suore Francescane di Firenze
Solo Tu non devi nulla a nessuno. Nelle tue mani passa il giorno, nelle tue mani passa la notte. Tu sei mio padre, Tu sei mia madre” (Preghiera africana).

“Bisogna salvarsi insieme; bisogna arrivare insieme dal buon Dio, bisogna presentarsi insieme;  non bisogna arrivare a trovare  il buon Dio  gli uni senza gli altri. Dovremo tornare tutti insieme nella casa del padre. Bisogna anche pensare un poco agli altri; bisogna lavorare un poco gli uni per gli altri. Che si direbbe se arrivassimo, se tornassimo gli uni senza gli altri?”(Ch. Péguy, Il mistero della carità di Giovanna d’Arco, AVE, Roma, 1066, pag. 35: parla Alvietta, la piccola amica di Giovanna).

Pieve di Cellole, 
Comunità di Bose
Auguri di Buona Pasqua a tutti, da parte di Gian Maria, Rossana e Rosario.
- A tutti coloro che ogni giorno si sforzano di rinascere a nuova vita, con l’augurio sincero di una festa domenicale che sia riposo autentico dalle fatiche feriali, ri-scoperta di sé e della propria identità, ri-creazione e gioia  fatta di affetti familiari, di reciproca ospitalità, di incontri privilegiati  di  condivisione e  convivialità, di tutte le  modalità “belle” del nostro essere al mondo.
Vetrata della cappella 
Suore Francescane di Firenze
- Ai credenti cristiani che,  in questi giorni, celebrano il Mistero più alto e più profondo della loro fede e  credono in Gesù Cristo, figlio di Dio Padre, nella Sua passione e morte, nella resurrezione, nella Pentecoste.  A tutti auguriamo l’esperienza di un incontro, di una scoperta personale  del Dio vivente, camminando  insieme al suo fianco, come sulla strada di Emmaus dove Dio si rivela il Dio fedele che mantiene le sue promesse.
- A tutti i credenti di ogni fede che ogni giorno amano e sperano.
- Ai nostri fratelli Ebrei che l’11 aprile hanno celebrato  la Pasqua (Pesach, la cui festività si prolunga sino al 18 aprile),  l'uscita del popolo ebraico dal deserto sotto la guida di Mosé e la liberazione dal regime di schiavitù in Egitto.

Pieve di Cellole, 
Comunità di Bose.

Dal canale YouTube di AlzogliOcchi (qui il sito).
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mercoledì 12 aprile 2017

Getsemani di Pèguy.

🖊 Post di Gian Maria Zavattaro
🎨 All'interno della vastissima produzione artistica relativa al tema del Getsemani, le immagini scelte riproducono diacronicamente (dal XV al XIX secolo) opere di autori diversi.
Masaccio, Cristo nel Giardino del Getsemani, 
particolare (1424-1425)
“Il testo che presentiamo  è uno dei più belli di Pèguy. E’ anche  uno dei capolavori della letteratura cristiana sotto il profilo teologico e mistico. Se lo si colloca nel periodo storico in cui fu scritto, agli inizi del ventesimo secolo, esso appare in forte dissonanza con la spiritualità idealista d’allora, troppo disincantata per riconoscere in Gesù un Dio che assume la condizione umana con tutte le sue debolezze, all’infuori del peccato. Esso, al contrario, nella convinzione che il Verbo ha preso una carne in tutto simile  alla nostra, preannuncia la nostra epoca” (J. Bastaire in Ch. Pèguy, GETSEMANI, Presentazione, Castelvecchi, Roma, 2016, p. 5).

Stefano di Giovanni (detto il Sassetta), 
Agonia nell'orto, 1437-44
Guidato dalla mirabile presentazione di J. Bastaire (1), ho letto e riletto Getsemani di Pèguy, a me caro insieme a Mounier sin dalla prima giovinezza: pagine intense, intrise di assillante drammaticità, stile suo personalissimo quando vuole scuotere il lettore (“ragazzo mio, amico mio”) e focalizzare concetti-chiave. Il testo, poco conosciuto, tratto dal Dialogo della storia e dell’anima carnale, è uscito in libreria solo nel 1955 con il titolo Clio. La stesura - ci informa Bastaire - verosimilmente avvenne nella Settimana Santa del 1910 (il 27 marzo era Pasqua), in un periodo per Pèguy di sofferenza e scoramento. Soffre di intime frustrazioni: per il degrado della “mistica politica” dopo l'affaire Dreyfus, sentendosi isolato in una società sempre più basata sul denaro; per il fallimento dei Cahiers de la Quinzaine,  da lui fondati dieci  anni prima; per una grave malattia che non gli risparmia tentazioni suicide.
Andrea Mantegna, 
Orazione nell'orto, 1455
Con tutta la sua passione ha aderito alla fede cattolica, ma è afflitto dal rifiuto della moglie – nonostante l’intervento dell’amico Maritain - al matrimonio religioso ed al battesimo dei figli. Il tutto complicato dalla passione per una giovane collaboratrice dei Cahiers: amore che lo tormenta fino a quando, ai piedi della Vergine di Chartres, “accetta la grazia della sofferenza e solitudine”, rimane formalmente fedele ma lucidamente cosciente del suo “adulterio del cuore”. Insomma tutto concorre  alla “sensazione dell’incurabile nulla” che Cristo prende su di sé fino in fondo nel Getsemani, fino a trasformarlo in vittoria pasquale. L’ardente meditazione di Pèguy su Gesù, Dio fatto uomo, che teme la morte, è tutta centrata su Mt. XXVI, 36-47 e XXVII,46-50. (2)

domenica 9 aprile 2017

Pasqua di Primo Levi.

🖊 Post di Rossana Rolando.
🎨 Immagini di miniature dell'armeno Toros Roslin, risalenti al XIII secolo.

Ditemi: in cosa differisce
Questa sera dalle altre sere?
In cosa, ditemi, differisce
Questa pasqua dalle altre pasque?

Toros Roslin, Il passaggio del Mar Rosso, 
1266, particolare
I primi versi della poesia Pasqua contenuta nella raccolta Ad ora incerta (in Opere, vol. II, Einaudi, Torino 1988, p. 564)  si soffermano sulla differenza. La sera di pasqua è - nella tradizione ebraica - unica. Nessun’altra celebrazione ha la portata di questa memoria che affonda le sue radici nell’evento fondativo del popolo ebraico: essa ricorda la prima liberazione e, nello stesso tempo, prefigura l’ultima e definitiva redenzione.
Il testo di Primo Levi salda questo particolare significato - legato all’ebraismo - con un messaggio universale rivolto ad ogni uomo, nel momento in cui la pasqua si fa, per ciascuno, giorno “delle differenze”, come dirà poco dopo.

giovedì 24 marzo 2016

L'enigma di Giuda, letture possibili. Video.

Ripubblichiamo un nostro post del 1/4/2015
sulla figura di Giuda.

Il suicidio di Giuda 
(Autun, Rappresentazione medievale)
Anonimo, XII secolo, 
Il bacio di Giuda.
 “Non è facile affidarsi alla misericordia di Dio perché quello è un abisso incomprensibile.[…]
 La morale cristiana non è lo sforzo titanico, volontaristico, di chi
decide di essere coerente,
la morale cristiana è la risposta commossa di fronte a una
misericordia sorprendente, imprevedibile, addirittura “ingiusta”
secondo i criteri umani, di Uno che mi conosce,
 conosce i miei tradimenti e mi vuole bene lo stesso”
(Papa Francesco).

Cimabue (1240-1302), 
Il bacio di Giuda.
“Un giorno un  santo entra per la prima volta nel Paradiso
e siccome sa  che la Vita Eterna è una Cena con Dio,
non fa nessuna meraviglia di essere invitato a sedersi a tavola. Tutto il Paradiso è seduto a tavola, ma la cena non comincia.
 Dopo un po’ il santo nuovo arrivato azzarda:
“Ma quando si comincia a mangiare?”
 Ed il Signore risponde:
Non si comincia a mangiare fino a che non sia arrivato Giuda”.
 (Racconto di Don  Giovanni Debernardi (1907-1975),
citato da  Don A. S. Bessone in Prediche della domenica).

Giotto, (1267-1337),
Il bacio di Giuda.

All'inizio del Triduo Pasquale della Settimana Santa, mi è venuto istintivo meditare sull’enigma  Giuda  (“il traditore”, “colui che tradì”) e riflettere su alcune letture a me care.
 
Duccio di Buoninsegna (1255-1319), 
Patto di Giuda, retro della Maestà.
Giotto (1267-1337), 
Giuda viene pagato per il suo tradimento.
1. Don Angelo Stefano Bessone, studioso biellese e soprattutto profondo e schivo testimone di vita sacerdotale e cristiana, le cui omelie domenicali ti scavano dentro quasi a costringerti all’urgenza della tua conversione, ha dedicato a Giuda una sua riflessione raccolta in Prediche della Domenica (anno A, Tipografia Ferraro, Ivrea, 1993, pagg.111-114). Giuda, nostro fratello, fratello di Simon Pietro (che tre volte  ha rinnegato Cristo), è una dodicesima parte della Chiesa, ma anche una dodicesima parte di noi stessi: “è quello che sarebbero stati gli altri undici, se avessero disperato del perdono di Gesù”. Ma se la chiesa impegna la sua infallibilità per affermare che un uomo è in paradiso, non si impegna affatto per dichiarare che un uomo è perduto, all’inferno, “anche se perdersi è una reale possibilità dell’uomo”. E conclude con la  parabola sopra riportata.

Pietro Lorenzetti (1280-1348), 
Giuda impiccato.