Post di Rossana Rolando.
Su Massimo Cacciari
e le opere pittoriche “estreme”
il post
La
Resurrezione di Piero della Francesca è un affresco della metà del Quattrocento
– conservato nel Museo civico di Sansepolcro - che ha suscitato nel tempo fiumi di
interpretazioni e riflessioni. Come per il Ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan van Eyck, vorrei affidarmi alla
coinvolgente ricostruzione di Massimo Cacciari. Nel dipinto di Sansepolcro - considerato
anch’esso “estremo”, in quanto visione capace di farsi evento, luogo in cui la
verità accade, spazio di una possibile rivelazione del Logos…. - Cacciari ci sollecita a penetrare nei segreti del messaggio pittorico con una lettura di
grande intensità, capace di svelare qualcosa del rapporto tra spazio religioso e contemporaneità.
Piero della Francesca, Resurrezione. |
Breve
descrizione e significato dell’affresco.
C’è
un Cristo enorme che esce dalla tomba con una postura solenne, con i vessilli crociati della vittoria. C’è uno schema geometrico che risponde ad un ordine
superiore. C’è una natura che si inchina all’avvenimento, al prima e al poi (a sinistra invernale e spoglia, a destra estiva, rinata a nuova vita).
C’è l’evento immenso della Resurrezione. Non è più la Croce, la dolorosa
assunzione di tutto il male e il peccato dell’umanità, ma l’offerta della Redenzione.
La Promessa si è realizzata, tutto è avvenuto secondo quanto preannunciato. Questo vuole essere il messaggio dell'affresco. Questo e “soltanto” questo? Piero della Francesca intende comunicarci la gioia trionfale della Resurrezione?
A ben vedere, il dipinto comunica sgomento e malinconia. Gli uomini ai piedi
della tomba dormono. Sono i soldati romani che dovrebbero custodire il sepolcro,
ma sono anche i discepoli che – nell’orto del Getsemani - non hanno saputo
vegliare nemmeno un’ora. Il Cristo ha uno sguardo attonito, stupito, fisso nel
vuoto… E’ solo, come nell’ora della morte, nell’angoscia che ha accompagnato la
decisione del calice amaro. E’ solo. Nessuno lo sta attendendo. Ha vinto la
morte per sé e per tutti, ecco il dono, ma l’offerta del dono non ha ricevente.
Nessuno è capace di accogliere. La Luce è venuta ma le Tenebre non l’hanno
accolta.
Non soltanto nel senso che Piero della Francesca evoca mettendo se
stesso, uomo di fede, tra coloro che dormono e volendo quindi ricordare la
debolezza – ancora interna alla fede - di chi non sa attendere e vegliare
nemmeno un’ora, ma in un senso che tocca l’uomo di oggi, l’uomo dormiente perché
privo di fede. Quel sonno è per noi segno dell’umanità che non attende più, indifferente
al dono, chiusa allo spazio religioso. Questa la terribile verità che il
dipinto comunica all’uomo contemporaneo. Questa l’immensità tragica del
messaggio pittorico.
Piero della Francesca, Resurrezione, particolare (Autoritratto di Piero) |
Lo
sguardo del Cristo si rivolge avanti, non si posa su coloro che dormono ai suoi
piedi. Guarda oltre, guarda verso gli uomini che devono venire: ci sarà chi
vorrà e saprà capire il dono? La potenza del dipinto sta in questo interrogare.
Piero della Francesca, Resurrezione, particolare |
Lo scritto di Cacciari a cui si fa riferimento in questo post è contenuto in Tre icone, Adelphi, Milano 2013, pp. 31-42.
Interessante come sempre. Colgo l'occasione per porgervi i miei Auguri.
RispondiEliminaInteressante come sempre. Colgo l'occasione per porgervi i miei Auguri.
RispondiEliminaGrazie di cuore. E’ molto bello poter condividere riflessioni con persone – come Lei - che non hanno steccati mentali, ma che semplicemente coltivano il gusto di pensare. Ricambiamo gli Auguri.
RispondiEliminagrazie e grazie per questa splendida lettura. buon sabato. P. S. mi siete di grande beneficio
RispondiEliminaGrazie di cuore Roberta per l'attenzione che ci riserva nel leggere e commentare i nostri articoli (un beneficio anche per noi). Buon fine settimana!
RispondiEliminaCredere nella Resurrezione di Gesù è relativamente facile, credere nella Resurrezione nostra è invece molto più difficile anche perchè, mi sembra, non c'è un pensiero chiaro e/o condiviso sulla modalità dell'evento. Resurrezione della carne, ma non tale che permetta attività umane tipiche ma un corpo speciale che ci ammetta davanti alla gloria di Dio. Una Resurrezione che ci consegna al castigo o alla gloria.
RispondiEliminaE il tempo che intercorre dalla nostra morte all'ultimo giorno è un Bardo? Se l'anima è immortale sta in attesa del giudizio? Come? In quale stato? Capisco il sonno opaco, non solo dei contemporanei, di fronte al mistero.
“La fede, l’amore e la speranza camminano nella notte: esse credono l’incredibile, amano ciò che si sottrae e le abbandona, sperano contro ogni speranza” (H.U. von Balthasar). Caro Gianni, ho letto e meditato le tue riflessioni. Ti ringrazio. Non è questo il luogo ed il momento per esprimere gli inquieti sentieri che ognuno percorre per non rimanere nell’Aporia ed insieme ogni giorno conservare il dono della fede. Domine, adjuva incredulitatem meam…
RispondiEliminaSegnalo Croce e Resurrezione, di Gabriella Caramore e Maurizio Ciampa, che riprende e cita l'articolo di Cacciari e approfondisce alcuni grandi icone della crocifissione ed alcune della resurrezione
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