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domenica 27 settembre 2020

Lezione di libertà.

Post di Rossana Rolando.

Scuola provenzale, Scala di Giacobbe, XV sec.

Apro le lezioni di filosofia, in quarta liceo classico, leggendo alcuni passi della prolusione predisposta da Pico della Mirandola, per il convegno dei dotti che egli avrebbe voluto convocare al fine di un confronto vero e schietto sulle diverse posizioni delle tradizioni religiose e culturali. E’ la famosa orazione De hominis dignitate.¹ La leggo sulla scorta del bellissimo saggio di Massimo Cacciari, dal titolo La mente inquieta² e ne sono profondamente coinvolta. 

Vorrei trasmettere, mentre presento il testo, una convinzione profonda: «“Classico” è ciò che ancora ha da venire»³, ciò in cui è possibile rinascere e dare forma all’avvenire. 

In questo tempo incerto di pandemia, in questo rientro difficile a scuola, soprattutto per i ragazzi che sentono fortissima la limitazione della libertà di fare - non potersi toccare, abbracciare, radunare…, - riflettere sulla libertà di essere, se davvero esiste una simile libertà, mi pare decisivo e salutare.

domenica 20 settembre 2020

Risposta ai negazionisti del coronavirus.

Post di Rosario Grillo

Ritratto di Ippocrate, studiolo di Federico da Montefeltro

La medicina ippocratica.
La cura del corpo, affetto da qualche morbo, è ascrivibile solo all’idoneità/efficacia della medicina prescritta? O vi rientrano anche componenti sociali? La domanda non è oziosa nemmeno meramente tecnica. Sollecita alla messa in luce delle implicazioni sociali delle malattie. Si può dimostrare, cioè, che la malattia non è un affare privato, legato solo allo stato di salute di un individuo, alla vulnerabilità del suo organismo e/o all’usura degli organi vitali. La biologia è strettamente connessa all’ambiente, intendendo questo sia come ambiente naturale sia come complesso sociale. Già nel corpus hyppocraticum (1) il “Trattato sulle arie, acque e luoghi” dava chiara descrizione dell’influenza  che “città, azione del sole e dei venti ...” esercitano sul mantenimento della salute e, in conseguenza, sul legame tra le malattie e le stagioni, tra le stesse e le diverse regioni della terra. Del resto, la dottrina sulla influenza del clima sul carattere e i costumi delle genti è diventata oggi patrimonio comune. Dal corpus partirono inoltre i primi impulsi a riconoscere l’importanza: della combinazione medico-paziente, del peso chiave della risposta del paziente nel procedere della cura. Fedele conferma ne dà il giuramento  ippocratico, propedeutico alla professione medica, dove si riassumono espressioni come: “giuro...di attenermi  ai principi di umanità e solidarietà  nonché a quelli civili di rispetto dell'autonomia della persona; di mettere le mie conoscenze a disposizione dei progresso della medicina, fondata sul rigore etico e scientifico della ricerca, i cui fini sono la tutela della salute e della vita; […] di prestare soccorso nei casi d’urgenza e di mettermi a disposizione dell’autorità competente in caso di pubblica calamità...” (2)

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sabato 12 settembre 2020

Utopia e anti-utopia.

Post di Gian Maria Zavattaro
Immagini delle illustrazioni di Carlo Stanga (qui il sito instagram).
 
L'importante è imparare a sperare.
(Ernst Bloch, Il principio speranza).
 
Carlo Stanga, Volare in libertà
Il destino delle parole “forti” è inesorabilmente legato al nostro amore per loro: noi le amiamo in base a ciò che davvero siamo ed esse ci pungolano a scegliere le nostre vite.
Così è per la parola “utopia”, coniata come si sa da T. Moro nel 1516. All’origine c’è la Repubblica di Platone: “uno stato che esiste solo a parole, perché non credo che esista in nessun luogo della terra. Non ha alcuna importanza che questo stato esista oggi o in futuro, in qualche luogo, perché l’uomo di cui parliamo svolgerà la sua attività politica solo  in questo e in nessun altro”. Utopia (a-topos, ou-topos, eu-topos): essere che non c’è, realtà che non è in alcun dove, terra promessa che non sarà mai posseduta, luogo impossibile chiamato a dar senso e ad animare il mondo.
L’utopia è per l’esistenza della società, dice Ricoeur, ciò che l'invenzione è per la conoscenza scientifica: progetto immaginario di un altro tipo di società, ricerca di un modo alternativo di pensare ed essere, capacità di trascendere il presente ed anticipare il futuro. Non è  fantasia erratica, fiume senz’acqua, eccentrica schizofrenia, ma promessa di una verità nuova ”anticipata e pregustata in fantasia”.

domenica 6 settembre 2020

Ritorno della scuola. Sarebbe stato diverso.

Post di Rossana Rolando
Immagini di Andrea Ucini (qui il sito).


“Io amai in lei qualcosa di più che il professore”
(Lettera di Cesare Pavese ad Augusto Monti, agosto 1926)¹.

Andrea Ucini
Sarebbe stato diverso parlare di ritorno della scuola anziché di semplice ritorno a scuola. La preposizione “della” avrebbe cambiato tutto il significato: non soltanto ritorno “a” scuola in presenza – che è una delle condizioni per poter davvero in-segnare, nel senso di imprimere segni – ma ritorno “della” scuola al centro dell’agenda politica e sociale, in quanto obiettivo prioritario per la costruzione del futuro di ciascuno e di tutti.
Non è così nella prospettiva politica, ma soprattutto - mi sembra di capire - nel sentire di molta parte della società.

✴️ Negli ultimi giorni di agosto si è scatenata, su twitter (e non solo), un’ondata d’odio nei confronti degli insegnanti descritti come nullafacenti: «solo cinque ore al giorno, gite gratis, 7 mesi di “lavoro”, 3 mesi di vacanza estiva, in ferie da febbraio 2020, con lo scoppio della pandemia e lo stipendio garantito…». Sono solo alcune delle invettive rimbalzate in rete.
Andrea Ucini
Non ho intenzione di confutare la falsità di queste affermazioni, molto lontane dalla realtà della maggior parte degli insegnanti, frutto di luoghi comuni estranei al mondo della didattica odierna, tanto più in questo difficile periodo inaugurato dal coronavirus con la scuola a distanza. Non è su questo tipo di accuse che vorrei soffermare l’attenzione. Piuttosto mi concentrerei sull’idea di insegnante e di scuola che si cela dietro queste dichiarazioni e che coinvolge anche chi non si esprime in questo modo: tutta quella parte di società che vuole docenti sempre in aula, sempre coinvolti in attività con gli studenti, intrattenitori cui è affidato il ruolo di sostegno alle famiglie, funzionari di un sistema economico, fondato sul successo che la scuola deve sempre garantire ecc… Questo si vuole dalla scuola, questo si chiede agli insegnanti.