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giovedì 28 novembre 2019

In difesa della morale.

Post di Rosario Grillo
Immagini delle illustrazioni di Eleni Debo (qui il sito), per gentile autorizzazione.

Eleni Debo, 
Coscienza sociale
Nella società è cresciuto in modo abnorme il peso della tecnica. Dico meglio: il prestigio rosicchiato dalla tecnica. Da lì discende il suo predominio.
Nella tecnica si nasconde l’idea di sostituire con principi di efficienza e risoluzione le norme morali, con le quali la comunità umana ha sempre regolato  i rapporti intersoggettivi.
Non andrò ad esplorare gli ambiti della cibernetica, che, teorizzandolo, ha descritto lo stile di una società degli uomini, svuotata di Humanitas ed  imbottita di automatismi (la società dei robot).
Da convinto assertore della Humanitas, mi accingo ad esplorare piuttosto l’interno della morale. Cercherò di destreggiarmi tra morale laica e quella cristiana, consapevole della loro vicinanza finché l’orizzonte è il mondo finito.
Un autore di riferimento è sicuramente Aristotele. La sua dottrina consente di legare il biologico (sede passionale) con il razionale (livello dianoetico): l’anima sensitiva è sede del desiderio.

sabato 23 novembre 2019

Spiritualità e politica, Luciano Manicardi.

Post di Rossana Rolando.

... non è nella profondità che si annega,
è nella superficialità”. 

Luciano Manicardi, Spiritualità e politica,
(immagine di copertina: 
Nicolas de Staël, Antibes, la torre)

Leggendo il saggio “Spiritualità e politica” di Luciano Manicardi¹, priore della Comunità monastica di Bose, si rimane colpiti dalla grazia di un linguaggio fresco, avvolti in un discorso che si sviluppa armonico, tra rimandi filosofici e letterari accuratamente scelti, preziosi e necessari. Non è solo una soddisfazione estetica, di gusto culturale, è soprattutto una  questione etica: l’impressione è quella di entrare in una casa - un modo di intendere l’umano -  in cui sarebbe bello abitare.

Appunto, “sarebbe bello”: un condizionale che accompagna tutta la lettura e pone in bilico sul filo di un crinale.
Da una parte si può pensare che – quello descritto nelle brevi e appassionate 80 pagine – sia il volto impossibile della politica, un sogno irrealizzabile, un ideale troppo alto. Dall’altra parte si può avvertire il fascino di una visione di uomo e di comunità che dovrebbe poter orientare inediti percorsi e aprire nuovi orizzonti: “L’immaginazione pensa e dà forma, almeno mentale, a ciò che non c’è ancora. Il ‘non ancora’ è proprio dell’immaginazione”².

sabato 16 novembre 2019

Crisi persistente, non solo politica.

Post di Gian Maria Zavattaro
Disegni del noto illustratore Doriano Solinas, per gentile autorizzazione.

Doriano Solinas, 
Crisi
Una signora milanese di 89 anni, deportata nei lager come milioni di ebrei d’Europa e scampata, insieme a pochi, allo sterminio, deve girare scortata da due carabinieri perché subissata di insulti e minacce online. Succede in Italia il sette di novembre dell’anno 2019. La notizia non consente di drammatizzare né di minimizzare. Ha una sua definitiva e terrificante eloquenza”.
(Michele Serra, Repubblica del 8.11.19) 

“τα μεγάλα πάντα επισφαλή…
Tutte le grandi imprese comportano dei rischi e, come vuole il proverbio, le cose belle sono davvero difficili”.
(Platone, Repubblica,  VI, 497 D) 

✴️ Crisi: parola enigmatica, conturbante e per questo abusata. Indubbiamente è “tempo di privazione” e di confuse incertezze che non risparmia nessuno, soprattutto i tanti - molti - che non l’avvertono, non ne hanno coscienza, non odono e non vedono, perché incoscienza avarizia sordità cecità sono l’espressione più terribile della crisi.

martedì 12 novembre 2019

Il sacramento del linguaggio, Agamben.

Post di Rosario Grillo

✱ PREFAZIONE.
Giorgio Agamben, 
Il sacramento del linguaggio
Voglio esternare il mio stupore, tutto pieno delle sensazioni intrinseche, davanti ad un testo che, sulle prime sembrava respingermi per la sua ostentata cadenza filologica... e che poi è diventato una rivelazione pagina dopo pagina, con connessa esplicazione di molti “arcani”.
In definitiva prezioso wunderkammer in miniatura.

✱ LINGUAGGIO E GIURAMENTO.
Con una complessa argomentazione “sulla punta di fioretto” Agamben mette a punto il senso che va riconosciuto alla “componente religiosa” del giuramento.
La ricchezza dei rimandi (alle radici indoeuropee, alla civiltà greca da Omero al periodo ellenistico, al diritto romano innestato nella celebrazione dell’imperatore, pontifex maximus, a studi etnografici) non oscura la centralità della tesi principale: la natura religiosa del giuramento è di tipo formale, è inscritta non nella rivelazione divina ma nell’inerenza tra il divino e la parola, sigillo del giuramento. A tal punto da autorizzare l’affermazione: il giuramento è Dio.
Si comprende del tutto se si traduce con l’idea del  pieno. Al contrario, la bestemmia è il vuoto. Ecco perché di essa si parla come di nominazione di Dio: frustra, vana, inconsistente, vuota.

venerdì 8 novembre 2019

Remo Bodei, piccolo testamento.

 Post di Rossana Rolando

Remo Bodei
E' morto, il 7 novembre 2019, Remo Bodei, filosofo di grande statura intellettuale e morale, professore di storia della filosofia e di estetica presso la Scuola Normale di Pisa, docente in altri atenei europei e americani.

Lo ricordiamo con profonda gratitudine per il suo impegno culturale e per la sua opera di alta divulgazione, generosamente offerta attraverso tanti canali (libri, interviste, conferenze), accessibili anche attraverso il web.

Vogliamo salutarlo citando alcune sue affermazioni, tratte dal testo “La vita delle cose”, sorta di testamento spirituale, segno di un instancabile amore per la vita bella, vissuta bene:

Cogli la vita nel suo culmine, godi delle cose nel tempo opportuno, senti la pienezza della tua esistenza nel mondo, prima che declini e che ti sfugga. Il memento mori non viene in ciò dimenticato, ma, come ha scritto Thomas Merton, ci sono due modi opposti di far fronte alla caducità: “la vita sfugge dalle nostre mani, ma può sfuggire come sabbia o come semente”.

martedì 5 novembre 2019

Il tabù della gratitudine. Massimo Recalcati.

Post di Rossana Rolando

L'immagine di copertina è di 
Gabriella Giandelli
La gratitudine viene posta, da Massimo Recalcati, tra i tabù del nostro universo mentale. Perché un tabù?
Il termine indicava, nel passato, “un luogo inaccessibile, inviolabile” e, nello stesso tempo, un limite da trasgredire, un restringimento da oltrepassare. Oggi, nell’epoca della liberazione da qualsiasi legge, il tabù può assumere il significato di un ammonimento che rimanda all’esperienza umanizzante del limite, esso stesso tabù: “segno che la vita non ci appartiene mai come una semplice presenza di cui siamo proprietari, ma è qualcosa che porta con sé la cifra – trascendente e impossibile da svelare – del mistero” (1).
La gratitudine si collocherebbe in questo spazio del riconoscimento del limite, nell’avvertimento della propria dipendenza da altri e nella consapevolezza di essere in larga misura il frutto di quello che abbiamo ricevuto.

venerdì 1 novembre 2019

Empatia, chi sei?!

Post di Gian Maria Zavattaro 
Immagini delle illustrazioni di Marco Somà  (qui il sito).

Marco Somà
Mi sembra un segnale positivo il fatto che, per quanto lentamente, si stia diffondendo in non poche persone la sensazione, anzi la convinzione, che troppi termini alla moda, luoghi comuni e frasi fatte nascondano in realtà il vuoto, inondando la rete di una spirale mimetica divenuta contagiosa malattia endemica.  Questi vocaboli fanno molto chic, suonano bene, appunto a vuoto, e anche se non si capisce che cosa vogliano dire proprio per questo sono utilissimi diffusori del pensiero unico (il cui imperativo è: “non pensare!”), tradimento della Parola e delle parole. Non è solo confusione linguistica di monologhi tra ciechi e sordi: è paradossale sintomo di incomunicabilità  e proprio in mezzo al ridondante frastuono della società delle comunicazioni.
Guardandomi bene dalla nebbia che avvolge l’indecente vergognoso quotidiano spettacolo dei vaniloqui politici (grazie al cielo, con qualche eccezione che ci apre alla speranza), mi limito a citare alcuni (chiamiamoli così) effetti acustici come emozione, sentimento, empatia ridotti a incongruenti suoni articolati, bellamente intercambiabili.