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giovedì 30 settembre 2021

Tatto.

Post di Rosario Grillo.

Caravaggio, La buona ventura, 1594-1595, dettaglio
“E’ questo il livello estremo in cui cessa ogni distinzione fra il Sé e l’oggetto e che Matte Blanco ha denominato matrice di base della proiezione e dell’introiezione per sottolineare come proprio la simmetrizzazione estrema sia alla base di questi due fondamentali processi della vita psichica. Se il livello della matrice di base avesse la possibilità di parlare forse utilizzerebbe le stesse orgogliose parole con cui si descrive il Punto in Flatlandia, il quale, non distinguendosi dal mondo, parla di sé in terza persona: «Esso riempie ogni spazio…e quello che Esso riempie, esso è. Quello che Esso pensa, Esso lo dice; e quello che Esso dice, Esso lo ode; ed Esso è Pensatore, Parlatore, Ascoltatore, Pensiero, Parola, Audizione; è l’Uno, e tuttavia il Tutto nel Tutto. Ah, la felicità, ah la felicità di Essere!» (p. 141). Ipotizzare un oggetto che diventa potenzialmente tutti gli oggetti e in questo modo coincide sostanzialmente con il soggetto stesso di cui è l’emanazione implica che vi sia un livello in cui le relazioni spaziali e temporali sono catapultate l’una nell’altra fino a rendere ogni cosa e avvenimento identico ad ogni altro” (1).

martedì 21 settembre 2021

Delicatezza: splendida ambivalenza.

Post di Gian Maria Zavattaro
Immagini di alcune opere di Raffaello Sanzio (1483-1520).
 
Raffaello Sanzio, Autoritratto con un amico
“Manifesto per una comunicazione non violenta.  Con il termine “delicatezza” non s’intende niente di equiparabile alle buone maniere, ma una disciplina del pensiero. Quale è allora la sua utilità nel discorso pubblico, oggi così spesso segnato da incompetenza e prevaricazione? Alcune magnetiche pagine della letteratura e della filosofia ci rivelano un’accezione di delicatezza che ha margini taglienti, così com’è delicata e ferma la mano del chirurgo che incide e lacera. Precisione e fondatezza sono i tratti di una postura del discorso che rifiuta istrionismo e improvvisazione; il vero dialogo nasce dall’ascolto di sé e degli altri, non dal proposito di riportare futili successi a ogni costo” (retrocopertina di: Michele Dantini, Sulla delicatezza - Oggi dovremmo considerare la delicatezza come arte del discorso pubblico, in opposizione a menzogna e sopraffazione, Introduzione di E. Borgna, Il Mulino 2021).
“Occorre sopprime[re] tutta la parte delle nostre istituzioni e dei nostri costumi in cui dimora lo spirito di partito in qualsivoglia sua forma. Né la “personalità di spicco” né i partiti accordano mai udienza alla verità o alla sventura” (S. Weil, La persona e il sacro, 1943, cit. in M. Dantini, o.c., p.14).

domenica 12 settembre 2021

Perfetta attenzione.

Post di Rossana Rolando
Immagini dei dipinti di Mikalojus Konstantinas Čiurlionis, pittore e compositore lituano (1875-1911).

Mikalojus Konstantinas Čiurlionis, Creazione del mondo I
💥 Senso comune. La tematica dell’attenzione ha risvolti pedagogici e psicologici. Essa riguarda comunemente l’ambito dell’apprendimento. Si parla, infatti, di disturbi dell’attenzione, di errori di disattenzione… A scuola si invita a “stare attenti”, si tiene conto della curva di attenzione e si riflette sull’importanza di educare alla concentrazione.
 
💥 Attenzione e presente. Ma il discorso ha una portata ben più vasta, filosofica, esistenziale ed etica.
Potremmo enuclearlo anzitutto così: l’attenzione è un modo di vivere il tempo, l’istante. 
 
Lo dice meravigliosamente Borges in Nostalgia del presente:
In quel preciso momento l’uomo si disse:
che cosa non darei per la gioia
di stare al tuo fianco in Islanda
sotto il gran giorno immobile
e condividere l’adesso
come si condivide la musica
o il sapore di un frutto.
In quel preciso momento
L’uomo stava accanto a lei in Islanda. (1)
 
Ecco, l’attenzione è la conquista di quel “preciso momento”.

lunedì 6 settembre 2021

Il corpo. Riflessioni e polemiche.

Post di Rosario Grillo.
Immagini dei dipinti di Ernst Ludwig Kirchner, pittore tedesco (1880-1938).
 
Kirchner, Ragazze che ballano in raggi i colore
Del corpo ci accorgiamo quando comincia a dar segno di disfunzione…
Questo l’approccio di un intrigante e ricco dialogo pubblicato di recente su La lettura.
Alzando lo sguardo, poi, sopra il metro delle nostre quotidianità, centrandolo sugli argomenti della filosofia, ci vengono incontro diversi momenti, continue occasioni di riflessione sul tema del “corpo”, non usciti esclusivamente dalla opzionalità tra spiritualismo e materialismo. Sempre più, del resto, in filosofia si argomenta l’inseparabilità tra corpo ed anima.
Così come nel corpo si distinguono gradualità sezioni e modalità in buon numero, nell’anima albergano livelli e protuberanze. C’è dunque una “regione di contatto”.
A confermare il mio giudizio cito la frase-manifesto di Merlau-Ponty: “io sono il mio corpo”.
Mauro Covacich e Alessandra Sarchi, entrambi menomati nel fisico dopo onorata attività fisica (maratoneta il primo, danzatrice la seconda) testimoniano un ritrovato equilibrio, una sorprendente ed insospettabile adattabilità del corpo.
“Essere un corpo, appunto, non disporne come di un attrezzo, è una cosa che sto imparando negli ultimi tempi, grazie agli acciacchi. Ho sempre corso per stare male, per non darmi tregua, ora una varietà di piccoli malanni mi sta guarendo.” (M.Covacich). Si ricava qui il senso della piena compenetrazione.