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domenica 27 ottobre 2019

Don Antonio Balletto e don Lorenzo Milani: un dialogo a distanza.

Post di Martina Isoleri, docente di lettere, autrice del libro Don Antonio Balletto e la sua biblioteca (qui), già intervenuta su questo blog qui.
Fotografie di Marinella Azzoni, pittrice e fotografa (qui).

Fotografia di Marinella Azzoni
 “C’è chi semina e chi raccoglie”.
Inizia così uno dei tanti “schemi di lavoro” – se così vogliamo definirli – di Don Antonio Balletto.
Accanto ai quasi 20 mila volumi presenti in biblioteca ci sono infatti numerosissimi appunti con i quali Don Antonio preparava le sue lezioni.
Uno di questi, diviso in due parti, mette in contatto il sacerdote genovese con un altro “collega” d’eccezione: Don Lorenzo Milani¹.
Don Milani non ha bisogno di molte presentazioni. La sua vita, il suo impegno politico, sociale ed educativo possono essere riassunti in quell’I CARE ancora oggi affisso alle pareti della scuola di Barbiana. Don Balletto sceglie di raccontarne sia gli aspetti culturali e i rapporti con il mondo socio-politico sia quelli relativi al mondo religioso-spirituale, due realtà che in entrambi i sacerdoti sono sinergicamente sintetizzabili in una frase: amore per l’uomo e per Dio.

martedì 22 ottobre 2019

Dalla canzone d'autore alla sociologia.

Post di Rosario Grillo.
Immagini delle opere dell'artista portoghese - tra architettura e illustrazione - Ana Aragão, con gentile autorizzazione (qui il sito). 

Ana Aragão, 
Strutture instabili
«Cambiare è per chiunque un’operazione faticosa e difficile, ma è anche un’attività necessaria per vivere ed evolversi. Ogni gruppo sociale, così come ogni individuo, ha bisogno di una certa stabilità e continuità, così come ha bisogno di innovazione e conflitto. Sia la stabilità che l’innovazione, comun - que, non si presentano mai allo stato puro, ma sempre secondo certe mesco - lanze di elementi opposti che si collocano in un punto variabile all’interno di un campo di tensione» (S. Tabboni, Lo straniero e l’altro, Liguori, Napoli 2006).

«L’incontro rav - vicinato (postcoloniale) con le diverse culture ci ha reso accorti sia delle ferite inferte dalla colonizzazione sia delle conseguenze disastrose della decolonizza - zione»: ci siamo resi conto che una “dialettica spaventosa” può sortire da una «riflessività fuori controllo» (Habermas),

“Abbiamo tolto la 'd' a Dio ed è diventato Io”: così si è espresso in un’intervista il cantante Dario Brunori.
Con la sua aria ironica, ha colpito nel segno, dando conto dell’onnipotenza posticcia che oggi circola nella società, causata prevalentemente dal successo della tecnica.
Lo stesso cantante ha raggiunto la fama con un album nel quale canta la paura, briglia di ciascuno di noi come di tutta la società, provocazione di un comportamento sconsiderato e disumano. (1)

giovedì 17 ottobre 2019

L’arte di ascoltare (e di tacere).

Post di Rossana Rolando
Immagini delle opere di Fabio Inverni (qui il sito).

Il primo passo per vivere bene
è saper bene ascoltare¹.

Fabio Inverni, 
Furto d'artista
(Ragazza con l'orecchino di Jan Vermeer)
La natura ci ha fornito “un paio di orecchie, ma una lingua soltanto, per costringerci ad ascoltare di più e a parlare di meno”². L’affermazione di Plutarco (46 d.C. – 127 d.C.), contenuta nel trattatello dal titolo L’arte di ascoltare (e di tacere), stabilisce subito una stretta relazione tra la facoltà di ascoltare e la capacità di tacere, ponendo la seconda come presupposto della prima.
Non mi soffermo sui molti aspetti, anche godibilissimi, di questo piccolo manuale rivolto ai giovani - e non solo - perché siano educati all’ascolto della sapienza filosofica. Vorrei soltanto individuare alcuni motivi per cui la disposizione a tacere viene considerata un’arte e viene posta alla base dell’ascoltare.

sabato 12 ottobre 2019

Ironia, satira o sarcasmo?

Post di Gian Maria Zavattaro
Immagini delle opere di Fabio Magnasciutti (qui il link del sito).


 “Numquid redditur pro bono malum? 
Si potrà forse ripagare il bene con il male?”
(Geremia 18,20).

Fabio Magnasciutti
In questi nostri tempi “di magnifiche sorti e progressive”  mi pare che tutti noi si viva in un labirinto di confusioni linguistiche, con le conseguenti falsificazioni e fraintendimenti. Parole quali ironia satira sarcasmo vengono usate non sempre a proposito, assumono significati polivalenti e perdono la loro originale identità: confusione non solo linguistica tra termini disinvoltamente formulati, coniugati e piegati a cavalcare i  più svariati atteggiamenti.
Amo l’ironia, mi piace la satira perché le associo ad emozioni e sentimenti che condivido: misura limite pudore amore indulgenza tenerezza sincerità rimprovero pianto pietas, velata collera di melanconia.
Aborro il sarcasmo che associo alla farsa aggressiva, l’irrisione arrogante, superba derisione, immodesta sfrenatezza e tragicomico narcisistico delirio d’onnipotenza.

domenica 6 ottobre 2019

Allarme pianeta. Salvare il mondo prima di cena.

Post di Rosario Grillo.

Il globo terrestre
L’attuale pontefice ne ha fatto tema della sua enciclica Laudato sii.
La Terra è in pericolo! Da ogni parte sale l’imperativo: salviamo il pianeta!

Premessa.
L’incarnazione ci dice, tra le altre cose, di cessare la separazione tra corpo e spirito. Ne parliamo - forse ne dobbiamo tenere conto, nelle argomentazioni relative all’ambiente.

Lo shock.
Sono stato scosso dalla lettura di una recensione del libro di S. Foer, che ci riporta ai momenti salienti, “magici”, nei quali si catalizza un consenso, inteso come convergenza di sentimenti volontà ed azioni, sulle scelte comportamentali decisive, da definire rivoluzionarie.
Così è stato, per portare un esempio chiarificatore, per il consenso sul divieto del fumo nei locali pubblici.
Bisogna appunto risalire alla forza di tenuta e di coesione che aveva avuto il piacere del fumo (1), per saggiare la qualità rivoluzionaria. Così comprendere, con opportuna indagine storica, la discendenza dalla inclinazione consumistica, che non aveva solo un movente individuale, ma una più vasta aggregazione di fattori predisponenti.

giovedì 3 ottobre 2019

La complessa figura di San Francesco.

Nikolaj Konstantinovič Rerich
(pittore russo vissuto tra il 1874 e il 1947), 
San Francesco 
(1932).





In occasione del 4 ottobre 2019, festa di San Francesco, riproponiamo alcuni post, pubblicati in questi anni, ponendo sotto il link dell'articolo una breve didascalia.

❋❋❋❋❋❋❋❋

✴️ Post di Rosario Grillo: Francesco, povertà e dialogo ecumenico.
Oriente ed Occidente in chiave teologica ed ecumenica, nelle figure di San Francesco e papa Francesco.

✴️ Post di Gian Maria ZavattaroSan Francesco di Padre Balducci.
Una rilettura di San Francesco tra istituzione e rinnovamento evangelico.

✴️ Post di Gian Maria ZavattaroUmanesimo francescano ed ecologia.
Il rapporto di San Francesco con la natura si innesta in una visione dell’uomo e della convivenza sociale responsabile che permette di ripensare – in modo non settoriale - l’odierno “problema ecologico”.

✴️ Post di Gian Maria ZavattaroJ. M. Bergoglio e la scelta del nome Francesco. 
La scelta del nome Francesco, da parte di Jorge Mario Bergoglio, è il primo manifesto programmatico.

✴️ Post di Gian Maria ZavattaroLa pazzia di Don Chisciotte e di San Francesco. 
Sulla scorta del saggio di José Antonio Merino vengono presentati due modelli esistenziali affini, per certi versi, e opposti, per altri: Don Chisciotte e San Francesco, due pazzi di cui abbiamo bisogno, oggi più che mai.

✴️ Post di Gian Maria ZavattaroItinerari francescani... e non solo. Tempo di vacanza. 
Le nostre vacanze...

✴️ Post di Rossana RolandoSan Francesco di Nietzsche e di Giotto. 
San Francesco nella descrizione di Nietzsche e negli affreschi della Basilica superiore di Assisi, con riferimento particolare a “La predica agli uccelli”.