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venerdì 26 novembre 2021

Irriducibili novax evocano ipnosi di massa.

Post di Gian Maria Zavattaro.
Immagini di Mauro Biani (per gentile autorizzazione).

Mauro Biani, 2021.
“Vorrei dirvi questo: noi, noi tutti, vi siamo grati quando sognate. “Ma davvero? I giovani quando sognano a volte fanno chiasso…”. Fate chiasso, perché il vostro chiasso è il frutto dei vostri sogni. Vuol dire che non volete vivere nella notte, quando fate di Gesù il sogno della vostra vita e lo abbracciate con gioia, con un entusiasmo contagioso che ci fa bene! Grazie, grazie, quando siete capaci di portare avanti i sogni con coraggio, per quando non smettete di credere nella luce anche dentro le notti della vita, per quando vi impegnate con passione per rendere più bello e umano il nostro mondo. Grazie per quando coltivate il sogno della fraternità, per quando avete a cuore le ferite del creato, lottate per la dignità dei più deboli e diffondete lo spirito della solidarietà e della condivisione”. (Papa Francesco ai giovani, domenica 21.11.21 solennità di Cristo Re).
 
“Io non difendo qui la nostra giovinezza, non quella determinata dall’età della carne, ma quella che trionfa sulla morte delle abitudini ed alla quale accade che si pervenga se non lentamente, con  gli anni. E’ questa che fa il pregio dell’altra giovinezza, che  ne giustifica, di quando in quando, la sua irruzione un po’ violenta nei ranghi calmi degli adulti. […] Se a quest’età l’uomo che nasce non nega con tutte le sue forze, non s’indigna con tutte le sue forze, se si preoccupa  di note critiche e un po’ troppo di armonie intellettuali prima di aver sofferto il mondo in se stesso, fino  al grido, allora è un povero essere, un’anima bella che già odora di morte”. (E. Mouner, Rivoluzione personalista e comunitaria, Milano, edizioni di  Comunità).
 
💥 Novax e accuse di "ipnosi di massa". Quanto diverso dall’auspicato “chiasso dei giovani” il fragoroso non casuale strepito in tante città non solo italiane di una ridda di manifestazioni di irriducibili individui, non solo verbalmente virulenti, ma pronti a dispiegare scempio e sconquasso. In ogni caso fautori di una lucidamente confusa sottospecie di discutibile “libertà” (novaxlibertinaggio) correlata ad una “democrazia tribale” (formula giornalistica d’amara ironia coniata tempo fa) che non ha nulla a che fare con il “demos”, solo protesa a difendere ad oltranza il proprio campo trincerato di intoccabili certezze e di spettanze intese come esclusivo ed escludente diritto al singolare, che non tollera e non rispetta  “il diritto” al plurale e pertanto nega “il dovere” come obbligo sia singolare sia plurale, che pure è l’altra faccia della stessa medaglia diritti-doveri.

sabato 20 novembre 2021

Singolare plurale.

Post di Rossana Rolando.
Immagini dei dipinti di Francis Cadell, pittore scozzese vissuto tra il 1883 il 1937.

Francis Cadell, Interno con sedia rossa
💥 Il titolo di questo blog
è debitore della concezione filosofica alla quale è particolarmente legato mio marito, che in Emmanuel Mounier ha trovato sempre riferimento e ispirazione. L’impostazione mouneriana cerca di coniugare due poli: quello soggettivo della persona e quello collettivo della comunità.
La storia del pensiero, infatti, da Cartesio in poi, ha oscillato nella sottolineatura dell’una o dell’altra prospettiva: da una parte, ponendo come oggetto della riflessione, il soggetto, l’uomo nella sua individualità e dall’altra parte, concentrando l’attenzione sulla comunità, intesa in vario modo, come società, classe, popolo, stato.
In questo post vorrei fare cenno al pensiero del filosofo francese Jean-Luc Nancy, morto lo scorso agosto. Nel suo libro “Essere singolare plurale”¹, egli riprende questa duplicità io-noi, chiarendo proprio l’esigenza di superare l’astratta considerazione di un soggetto separato dalla rete di relazioni in cui da sempre vive e, nello stesso tempo, di evitare la visione della comunità come totalità in cui l’individualità si perde.
Mi pare lo faccia in modo nuovo, meritevole di essere ascoltato.
 

venerdì 12 novembre 2021

Note musicali.

Post di Rosario Grillo.
Immagini del pittore olandese Jan Miense Molenaer (1610-1668).

Jan Miense Molenaer, Interno con violinista
Vado a proporre riflessioni che, nascenti dal mio abituale ricorso alla musica, si riconnettono all’area del legame corpo-spirito, di cui ultimamente mi sto occupando.
Sono un abbonato di Imusic, servizio di Apple; utilizzo l’ascolto della musica per scopi di relax. (1). Confermo, così facendo, (senza, per questo, adottare i principi e la metodologia della musico terapia), la canonica che dà attuazione alla tradizione più antica sui benefici influssi del ritmo. Per questo, basta citare l’importanza della musica nella cultura greca, dove, in ispecie nell’età più arcaica, poeti-aedi, pastori e ninfe esaltarono la combinazione tra parola e suono e l’intreccio con il passo di danza. Tutto un mondo esprimeva i suoi sentimenti in questa maniera. Il teatro ne risentiva. La “cultura degli eroi” ne usciva esaltata.
Io, molto modestamente, mi addormento, confortato dal suono (posso dire: cullato).
 
💥 Musicoterapia.
Da un bel po’ di tempo, a badarci bene, è stato scoperto il benefico influsso della musica in funzione di cura di certe malattie, di stati d’ansia, addirittura di scompensi cardiocircolatori. Ed è stato di grande momento l’impiego della musica nella psichiatria, cardine della dottrina rivoluzionaria che ha liberato la follia da ogni stigma sociale.
Sono richiamati, in questo caso, certi studi che, a largo raggio, hanno rilevato, per via scientifica, l’influenza esercitata dalla musica sulla crescita delle piante, nella reazione dei corpi animali, appunto, di tutti gli animali, quindi anche del corpo umano.

domenica 7 novembre 2021

Pudore, "verità velata".

Post di Gian Maria Zavattaro.
 
Antonio Corradini, Verità velata, (foto di David Syvier)
“Il rispetto della dignità umana significa la disposizione incondizionata a considerare e difendere ogni essere umano, come una realtà di cui non si può disporre. Il rispetto si oppone quindi a tutte quelle maniere che abbandonano l’uomo alla “impudicizia”: fargli violenza, servirsene senza riguardi o logorarlo, degradarlo a puro mezzo per il conseguimento di fini oggettivi (in base a calcoli economici, sociali o politici). Il rispetto si oppone anche a ogni teoria scientifica che ammette di poter misurare e pianificare l’uomo secondo criteri interamente razionali. Del resto, senza rispetto non è possibile alcun criterio assiologico vincolante” (Bernhard Stoeckle).
“Mi ha colpito una frase molto bella di Norberto Bobbio, il quale - come non credente - dice: "La differenza rilevante per me non passa tra credenti e non credenti, ma tra pensanti e non pensanti; ovvero tra coloro che riflettono sui vari perché e gli indifferenti che non riflettono". E aggiunge (è un'osservazione un po' amara, forse troppo pessimistica): “La specie degli indifferenti, che è di gran lunga la più numerosa, si trova tanto fra i credenti quanto fra i non credenti” (Carlo Maria Martini, Cattedra dei non credenti, Rusconi, Milano 1992, p. 120).

Per le strade della vita ho incontrato e al mio crepuscolo continuo ad incontrare ogni sorta di persone: non pochi santi, nutrite schiere di pensanti, processioni di donne ed uomini assetati di vero-giusto-bello e - mai come oggi - confuse maree di impediti a pensare e a vedere. Dove collocarmi alla mia età e quali frequentazioni suggerire?