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sabato 28 gennaio 2023

Musica e lager nazisti.

 Post di Rossana Rolando.

 Le musiche create in cattività sono sopravvissute ai loro autori per giungere a noi come meravigliosi uccelli fuggiti dalle gabbie 
per la salvezza delle nostre fondamenta umane 
(Francesco Lotoro).

Roberto Franchini, L'ultima nota
Il 27 gennaio 2023, presso l’Auditorium San Carlo di Albenga, si è tenuta la rappresentazione “Musica e lager nazisti”. Il progetto, ideato e coordianto da me (Rossana Rolando), ha coinvolto la classe 4A del Liceo Classico ed alcuni alunni del Liceo Musicale, guidati dal professor Davide Nari e dalla professoressa Adriana Iozzia. 

Gli studenti hanno risposto alle sollecitazioni con entusiasmo, impegno e consapevolezza. A partire dal libro L'ultima nota di Roberto  Franchini e dalla Antologia musicale concentrazionaria di Francesco Lotoro sono stati elaborati testi e studiati spartiti presentati al pubblico. Mi è caro ricordare qui i nomi degli studenti e le parti intrepreate, durante la rappresentazione: Margherita e Vittoria (narrazione: musica per vivere e per morire), Sveva (esecuzione brano musicale, pianoforte: Premières neiges di Józef Kropiński, Buchenwald, 1944), Federico ed Edoardo (pezzo teatrale: vita del musicista Simon Laks), Amedeo ed Emma (pezzo teatrale: Jacques Stroumsa, il violinista di Salonicco), Giulia, accompagnata al pianoforte da Marika (canto: “Effunderunt sanguinem” di Pietro Feletti, Stalag VIC/Z Fullen Groß-Hesepe, 1945), Serena e Veronica (pezzo teatrale: l’ultima canzone di Ilse Weber), Maia e Alice (pezzo teatrale: Anita Lasker Wallfisch, la violoncellista di Birkenau), Pietro, Alessandro e Giulia (esecuzione musicale con clarinetto, saxofano e violoncello: Robert Emanuel Heilbut, “Ons eigen hoekje”, KZ Bergen-Belsen, 1944), Agata ed Elena (narrazione: Terezín, il supremo inganno del nazismo e Orchestre per l’inferno. Auschwitz), Giulia, accompagnata al pianoforte da Marika (canto: “Anima nostra” di Pietro Feletti, Stalag VIC/Z Fullen Groß-Hesepe, 1945), Tommaso e Pietro (pezzo teatrale: Kurt Gerron, l’attore che fece un regalo a Hitler), Anna (pezzo teatrale: la valigia piena di spartiti di Gideon Klein), Francesca (pezzo teatrale: l’esilio a Terezín dell’ebreo Pavel Haas), Pietro ed Alessandro (esecuzione musicale con clarinetto e saxofano: brano di Hermann Gutler, 1944), Agata e Carlotta (riduzione teatrale: favola di Natale di Guareschi), Sveva (brano musicale, pianoforte: Klavierstückdi Józef Kropiński, Buchenwald, 1944), Beatrice, Sara e Carlotta (aiuti tecnici).

Ragazze e ragazzi sono state/i meravigliose/i: hanno dato il meglio, commossi e commoventi. Il pubblico - silenzioso, concentrato, partecipe - è risultato di grande aiuto per costruire il giusto clima. 

Ciò che segue, sinteticamente, è la mia introduzione all’evento.

domenica 22 gennaio 2023

Giustizia.

Post di Rosario Grillo.
Premessa. 
Giotto, Giustizia, Padova, 1306
Dati inoppugnabili mostrano il crescendo della concentrazione della ricchezza in poche mani. Correlatamente, nel panorama politico, nazionale ed internazionale, si assiste al rafforzamento del potere oligarchico, che, pur presentandosi in veste democratica, agisce ora populisticamente ora per mano di governi dichiaratamente destrorsi.
Il mio amico Gian Maria ha dato il via ad una denuncia/ mobilitazione, mettendo in luce il pericolo connesso con il Conformismo (qui). Io intendo dare un seguito con questa denuncia della ingiustizia corrente. Mi cimenterò in una prova difficile, cercando di sintetizzare in un testo alla portata di un blog il tema della Giustizia.
 
🍀
La liturgia di questa domenica (08/01/23), celebrando il battesimo di Gesù, ha utilizzato il Vangelo di Matteo (1) e posto in risalto la risposta di Gesù allo “scrupolo“ di Giovanni. In essa spicca il principio della giustizia. Per questo i testi liturgici rimandavano l’uno all’altro (Isaia 42 - salmo responsoriale 28 - atti degli apostoli, 10) scrutando la natura del “regno di Dio” ed esplorandolo nel disegno di “rendere giustizia”. 
Spicca decisamente la combinazione: gloria di Dio - Giustizia.
Lo spessore della giustizia, così intesa, passa ad imbastire il tessuto giuridico e i confini dell’intendimento del potere, amministrato da uomini e tra uomini, ma con intrinseca valorialità metafisica. 
Le costituzioni Federiciane (Federico II) alla Const. 1,8 affermano “Pacis cultum, qui a iustitia et quo iustitia abesse non potest, per universas et singulas parties regni nostri percepimus osservari”.
Va osservato che i sovrani opereranno per addomesticare la giustizia nei confini dei propri interessi, a conferma ed assolutizzazione del potere regio, ma resta confermata l’origine sacra dal potere sacerdotale, intendendosi il figlio di Dio come “sacerdote universale”. (2)

giovedì 12 gennaio 2023

I fini dell'educazione.

Post di Rossana Rolando.

“La popolazione che non valuta, che non apprezza l’intelligenza educata, è condannata.”¹

Alfred Whitehead, I fini dell'educazione, 2022
💥 Oggi, in ambito scolastico
, si insiste molto sui mezzi piuttosto che sui fini, con il rischio continuo di confondere i primi con i secondi. Tecniche, metodologie, strumenti digitali… non possono sostituire lo spirito dell’insegnamento che risiede nella capacità di risvegliare il fuoco della conoscenza, sollecitando un percorso autonomo di ricerca, volto al raggiungimento di un sapere utile per la vita e per la propria progressiva umanizzazione.
Ritornare a riflettere sui fini della formazione può essere dunque quanto mai opportuno. Chi non avverte l’urgenza di una riflessione pedagogica sottovaluta la criticità del momento in cui stiamo vivendo, in termini di “vite spezzate e di speranze fallite”.²
E’ questa l’impostazione del grande matematico e filosofo inglese Alfred Whitehead, rinvenibile in una bella raccolta di saggi edita da Raffaello Cortina Editore, uscita nel 2022.³
Per un’iniziale conoscenza di questo autore novecentesco, rimasto in ombra rispetto ad altre voci della filosofia contemporanea, rimando ad una puntata di wikiradio, curata da Rocco Ronchi (qui).
 
💥 I fini dell’educazione. In questa sede, provo ad elencare le finalità del percorso pedagogico - secondo Whitehead - ovvero gli scopi ultimi dell’insegnamento/apprendimento e della formazione (in inglese si utilizza il termine polivalente education).

venerdì 6 gennaio 2023

Omologazione e identità.

Post di Gian Maria Zavattaro.
Immagini di Ottorino Stefanini (qui il sito).

Ottorino Stefanini, Uomini aquiloni
In questo 2023 ogni giorno continueremo a fare i conti con una quotidiana tentacolare tentazione, penoso ridicolo terrificante inganno chiamato “pensiero unico”. In realtà è modalità esistenziale tutta estranea al pensare: il pensiero si nutre di consapevolezza e di autonomia culturale temprate nel crogiolo del dubbio e dell’infaticabile ricerca del bello del vero del buono del giusto.
 
💥 “Pensiero unico”: modalità ammiccante che ci solleva dalla fatica di pensare, non fa perdere tempo prezioso agli affari nostri e altrui, evita di dispiacere nelle discussioni, è rassicurante, ci conforta di comuni certezze che tutti condividono, è la barriera dalla quale ci sentiamo protetti contro “gli altri”. “Pensiero unico”: modo di relazionarci e socializzare che ci affranca dalla sfuggente anarchia del “mio tuo suo nostro vostro loro pensiero”, impone sentimenti ed emozioni, prescrive gesti comportamenti posture linguaggi verbali e non verbali.
Per i recalcitranti si tratta invece d’intollerabile perdita dell’identità di ciascuno e di alterazione delle relazioni personali e sociali: si chiama “omologazione”, erogata e dosata a tutti da faccendieri, seduttori e accalappiatori di professione per impinguare il loro business economico e ancor più politico.