Il rapporto di San Francesco con la natura si innesta in una visione dell’uomo e della convivenza sociale responsabile che permette di ripensare – in modo non settoriale - l’odierno “problema ecologico”.
✎ Post di Gian Maria Zavattaro (a partire dal testo di José Antonio Merino, Francesco
d’Assisi e l’ecologia,
Edizioni Messaggero Padova, 2010).
📷Fotografie di Rossana Rolando.Harry Marinsky, Francesco predica agli uccelli, particolare (presso Santuario di Rivotorto, Assisi) |
Harry Marinsky, Francesco predica agli uccelli presso Santuario di Rivotorto, Asssi |
Fiorenzo Bacci, Francesco, Leone e Ginepro ammirano il cielo (Parco letterario del Cantico delle creature) |
L'ecologia di Francesco è “l'eco della parola
creatrice di Dio”, sacramento visibile della Sua presenza e dell'azione di
Cristo; è il modo vissuto e partecipato di introdurre tutti gli esseri naturali
nelle relazioni umane; è “impulso di comunione con tutte le creature, movimento
di simpatia e di riconciliazione, di tenerissimo affetto e devozione verso
tutte le cose”. La natura si apre e si dà solo a quelli che in precedenza si
sono spogliati di se stessi e hanno eliminato resistenze e opacità. “Solo
l'uomo libero e liberato è capace di scoprire, partecipare e cantare la
vitalità irresistibile della natura. Solo le persone con queste caratteristiche
portano nel mondo una nuova esistenza gioiosa e una nuova fraternità
cosmica”(6). Secondo Max Scheler “si è raggiunta in San Francesco
un'interpretazione affettiva e intuitiva della relazione tra la natura, l'uomo
e Dio non solo graduale, ma essenziale e qualitativamente diversa, non
comparabile con nulla di ciò che troviamo in Occidente dai tempi più antichi
del cristianesimo, e che sta nella più rigorosa opposizione a tutto il
precedente sentimento della natura nel cristianesimo primitivo, nella
patristica e anche nell'Età Media posteriore” (5).
Fiorenzo Bacci, Francesco, Leone e Ginepro ammirano il cielo (Parco letterario del Cantico delle creature) |
Parco letterario del Cantico delle creature, presso Eremo delle carceri, Assisi |
Fiorenzo Bacci, Francesco, Leone e Ginepro ammirano il cielo (Parco letterario del Cantico delle creature) |
NOTE.
(1) José Antonio Merino, Francesco d’Assisi e l’ecologia, Edizioni Messaggero Padova, 2010, p.55.
(2) o.c., p.30: citazione riportata da Celano (Vita prima), cui segue un esempio della sua relazione fraterna, sempre tratto da Celano (Vita seconda): “Alla Porziuncola, su un fico posto accanto alla cella del Santo stava una cicala, che cantava frequentemente, con la soavità consueta. Un giorno il Padre, allungando verso di lei la mano, la invitò dolcemente: “Sorella mia cicala, vieni a me!”. Come se comprendesse, subito gli volò sulle mani e Francesco le disse: “Canta, sorella mia cicala e loda con gioia il Signore tuo creatore!”. Essa obbedì senza indugio. Cominciò a cantare e non cessò fino a quando l'uomo di Dio unì la propria lode al suo canto e le ordinò di ritornare al suo posto. Qui rimase di continuo per otto giorni, come se vi fosse legata. Quando il Padre scendeva dalla cella, l'accarezzava sempre on le mani e le ordinava di cantare. Ed essa era sempre pronta ad obbedire al suo comando”(“C171).
(1) José Antonio Merino, Francesco d’Assisi e l’ecologia, Edizioni Messaggero Padova, 2010, p.55.
(2) o.c., p.30: citazione riportata da Celano (Vita prima), cui segue un esempio della sua relazione fraterna, sempre tratto da Celano (Vita seconda): “Alla Porziuncola, su un fico posto accanto alla cella del Santo stava una cicala, che cantava frequentemente, con la soavità consueta. Un giorno il Padre, allungando verso di lei la mano, la invitò dolcemente: “Sorella mia cicala, vieni a me!”. Come se comprendesse, subito gli volò sulle mani e Francesco le disse: “Canta, sorella mia cicala e loda con gioia il Signore tuo creatore!”. Essa obbedì senza indugio. Cominciò a cantare e non cessò fino a quando l'uomo di Dio unì la propria lode al suo canto e le ordinò di ritornare al suo posto. Qui rimase di continuo per otto giorni, come se vi fosse legata. Quando il Padre scendeva dalla cella, l'accarezzava sempre on le mani e le ordinava di cantare. Ed essa era sempre pronta ad obbedire al suo comando”(“C171).
(3)Incisiva la citazione di Ricoeur riportata a p.15: “Io
esprimo me stesso nell'esprimere il mondo, esploro la mia sacralità cercando di
decifrare il mondo“.
(3bis) Il sole bello e radiante, l'acqua utile ed umile, preziosa e casta, il fuoco bello e giocondo robusto e forte, i fiori coloriti...
(4) “E' uomo-sguardo, anche quando non può vedere. E' uomo-udito anche quando ha difficoltà a sentire. E' uomo-canto anche quando non può più cantare. E' uomo-suono di gran risonanza nella vita e d'intensa consonanza con tutto ciò che lo circonda, lo avvolge e lo invita alla partecipazione, nel meraviglioso sacramento della vita” p.35.
(5) p.42. Max Scheler esalta in Francesco la sua singolare irripetibile empatia come “unificazione affettiva cosmica”, sentimento che integra in unità esperienziale organica l'amore cristiano verso Dio e il prossimo (da Scheler chiamato acosmistico) con l'unificazione affettiva verso la natura. “Si tratta di un singolare incontro di eros e agape (di un'agape profondamente sommersa nell'amor Dei e nell'amor in Deo), in un'anima originariamente santa e geniale “ (p. 44). Per Scheler Francesco è “uno dei maggiori scultori dell'anima e dello spirito nella storia europea, che consiste nella memorabile prova di dare unità e condurre a sintesi in un processo vitale la mistica dell'amore onnimisericordioso, acosmistico e personale, che non guarda più verso il basso, bensì verso l'alto, apportato dal cristianesimo e fuso con l'amore di Gesù, insieme all'unificazione affettiva vitale-cosmica con l'essere e la vita della natura. Tale fu la rara impresa del santo d'Assisi” (p.46).
(6) o.c., p.56.
(7) o.c., p. 5.
(8) o.c., p.59.
(9) cit. di A: Einstein: “Il mistero è la cosa più bella che ci è dato di sentire. E' la sensazione fondamentale, la culla dell'arte e della scienza vera. Chi non la conosce, chi non può sbalordirsi né meravigliarsi, è morto. I suoi occhi si sono spenti.” (pp.33-4)
(10) o.c., p.127.
LINK.
Premessa a questo post: Papa Francesco e la scelta del nome.
Relativamente al Parco letterario del Cantico delle creature si può vedere questa guida.
Per un approfondimento sul Cantico delle creature ad opera di Enzo Bianchi ascoltare questo video.
(3bis) Il sole bello e radiante, l'acqua utile ed umile, preziosa e casta, il fuoco bello e giocondo robusto e forte, i fiori coloriti...
(4) “E' uomo-sguardo, anche quando non può vedere. E' uomo-udito anche quando ha difficoltà a sentire. E' uomo-canto anche quando non può più cantare. E' uomo-suono di gran risonanza nella vita e d'intensa consonanza con tutto ciò che lo circonda, lo avvolge e lo invita alla partecipazione, nel meraviglioso sacramento della vita” p.35.
(5) p.42. Max Scheler esalta in Francesco la sua singolare irripetibile empatia come “unificazione affettiva cosmica”, sentimento che integra in unità esperienziale organica l'amore cristiano verso Dio e il prossimo (da Scheler chiamato acosmistico) con l'unificazione affettiva verso la natura. “Si tratta di un singolare incontro di eros e agape (di un'agape profondamente sommersa nell'amor Dei e nell'amor in Deo), in un'anima originariamente santa e geniale “ (p. 44). Per Scheler Francesco è “uno dei maggiori scultori dell'anima e dello spirito nella storia europea, che consiste nella memorabile prova di dare unità e condurre a sintesi in un processo vitale la mistica dell'amore onnimisericordioso, acosmistico e personale, che non guarda più verso il basso, bensì verso l'alto, apportato dal cristianesimo e fuso con l'amore di Gesù, insieme all'unificazione affettiva vitale-cosmica con l'essere e la vita della natura. Tale fu la rara impresa del santo d'Assisi” (p.46).
(6) o.c., p.56.
(7) o.c., p. 5.
(8) o.c., p.59.
(9) cit. di A: Einstein: “Il mistero è la cosa più bella che ci è dato di sentire. E' la sensazione fondamentale, la culla dell'arte e della scienza vera. Chi non la conosce, chi non può sbalordirsi né meravigliarsi, è morto. I suoi occhi si sono spenti.” (pp.33-4)
(10) o.c., p.127.
LINK.
Premessa a questo post: Papa Francesco e la scelta del nome.
Relativamente al Parco letterario del Cantico delle creature si può vedere questa guida.
Per un approfondimento sul Cantico delle creature ad opera di Enzo Bianchi ascoltare questo video.
Mi viene in mente questa associazione: come Beethoven compone la Nona sinfonia – e con essa l’inno alla gioia - quando è ormai totalmente sordo (e quindi “sente” la musica non con il senso dell’udito, ma all’interno della propria mente), così Francesco elabora il suo Cantico delle creature nel momento in cui non può più godere visivamente della bellezza naturale, ma ne avverte la poesia dentro.
RispondiEliminaGrandi intuizioni creative che hanno saputo trasformare comuni percezioni sensibili in messaggi spirituali universali, interiorizzati e comunicati ben oltre il livello della semplice esperienza fisica del sentire e del vedere.
Da leggere.
RispondiEliminaGrazie! Buona giornata.
EliminaLa relazione che stringe umanesimo ad ecologia ha avuto bisogno di tanto cammino per imporsi.
RispondiEliminaEppure è così semplice! Nasce dall'intimo e si effonde per onde di "intimità a cechi concentrici".
San Francesco lo aveva capito e l'ha vissuto " nella carne".
Da qui , per attenta riflessione : ciò che è semplice, diventa difficile per ostacolo interposto da amore di se' distruttivo ( ossessivo).
Rimuovendo l'amore concentrato su se stessi, si riacquista " chiarezza ed acutezza di sensi", partecipazione cosmica.
L'atteggiamento predatorio dell'Occidente è esattamente il contrario di quanto tu esprimi. Solo ampliando ad ogni forma di vita la propria responsabilità verso l'altro uomo (presente e futuro), ognuno di noi realizza pienamente il suo senso morale e si impegna in un rapporto d'amore più ampio ed universale, nella percezione di una comunanza di vita e di destino con gli altri esseri viventi, nella capacità di indignarsi e ribellarsi per le sofferenze di ogni creatura indifesa perpetrate dall'arroganza della nostra civiltà. Un compito che non può essere demandato a nessuno, ma che ciascuno deve assolvere, prima che sia troppo tardi.
EliminaRiflessioni urgenti, necessarie e commoventi, in un qui e ora in cui - ci dicono i mezzi di informazione - già nella prima decade di agosto abbiamo irresponsabilmente consumato ciò che il pianeta poteva offrirci per il 2017, erodendo in anticipo le risorse future. Come ci esorta Erri De Luca, sarebbe necessario istituire un Ministero degli Affari (Ecologici) Posteri, magari con i valori francescani come base. Grazie. Buon Ferragosto.
RispondiEliminaCiò che occorre è proprio un ripensamento della prospettiva antropocentrica: non un semplice cambiamento nella condotta politica, ma una revisione dell'immagine che del mondo ha ognuno di noi. Allora veramente l'istituzionalizzazione della proposta di Erri De Luca, in stretto rapporto con Il ministero dell'Economia e dell'Istruzione, sarebbe un bel passo in avanti, che ogni scuola saprebbe apprezzare e valorizzare. Grazie a Lei e buon fine settimana agostana.
RispondiEliminaIl post Umanesimo francescano ed ecologia è di una attualità sconcertante, quasi profetico di una sensibilità che sta esplodendo nel mondo giovanile. Va ripubblicato e diffuso perché rappresenta il momento del logos,-chiarimenti e approfondimento di quello che i giovani oggi stanno sperimentando e chiedendo a gran voce. Con gratitudine
RispondiEliminaMaria Paola Moglia