Il discorso tenuto da Hannah Arendt, in occasione del conferimento del "Premio per la pace dei Librai tedeschi" (28 settembre 1958), in onore del grande intellettuale e filosofo dell'esistenza Karl Jaspers.
🖋 Post di Rosario Grillo.
🎨 Per un'immagine artistica di Hannah Arendt, particolarmente significativa, rimandiamo a questa pagina (non avendo potuto contattare Gloria Argelés, che ne è l'autrice, ed essere così autorizzati alla pubblicazione su questo blog).
Tetradramma ateniese del V° secolo a. C, con la civetta di Minerva, simbolo della filosofia |
Una
qualità che ho ritrovato nell'opera Verità e Umanità, da
me già recensita nella parte relativa al contributo di Jaspers (qui il link).
Una
ricca messe di motivi mi sollecita a scriverne ancora, in particolare riferendo
i temi contenuti nella Laudatio di Hannah Arendt.
Lo
spessore è confermato dalla virtù intrinseca della “reductio ad unum”: il
motivo conduttore, qualificante ed eternamente valido: Humanitas.
La
Arendt insiste su un concetto: portare
a chiarezza.
In
questa “intentio” riconosce la pregnanza della filosofia di Jaspers. Direi di
più: della sua filosofia dell'esistenza.
Libro contenente i due discorsi (di Arendt e Jaspers) |
In
questo registro viene evidenziata la comunanza
di filosofo e politico: entrambi votati a mettere in pubblico la propria
persona (persona: cifra dell'esistenza).
Con
la differenza che il politico ha un raggio circoscritto, mentre il filosofo
agisce su un orizzonte autenticamente universale.
Tale
proprietà, attribuita a Jaspers, è comprovata da episodi concreti, storici, del
suo filosofare.
“Ciò che sempre resiste alla chiarezza, che nella sua luce non si dissolve in
nebbia, appartiene alla humanitas, e assumere la responsabilità per ogni
pensiero nei confronti dell'umanità significa vivere in questa chiarezza e in
essa mettere alla prova se stessi e tutto ciò che si pensa” (p. 64).
Jaspers e la colpa della Germania |
Già
ho avvisato della relazione filosofo-politico, ma la vertigine filosofica si
libera e libera nella/dalla funzionalità: anche di quella pregnante che Antonio
Gramsci ha racchiuso nel concetto di “intellettuale organico”.
“Ciò che in quel
tempo Jaspers appresentò in totale solitudine, non fu la Germania, ma
l'Humanitas in Germania” (p. 65).
Il
tempo mette alla prova e, per così dire, “sìtua”.
Di
fondamentale importanza l’esperienza storica vissuta da Jaspers nella Germania
nazista, quando già possedeva un'età (cinquant'anni) capaci di consolidata
maturità di giudizio.
Fu
quella di Jaspers una “obiezione
di coscienza” intransigente, al punto tale da rendere ancor più
autorevole la sua voce, più pertinenti i suoi appelli, nel dopoguerra.
Stimoli
etici e spirituali per la Germania!
E,
al di sopra della Germania, per la comunità europea nascente.
Dentro
questo profilo esigente e profetico, si muove il suo appello.
Specialmente
laddove individua e fustiga bassezze e tornaconti di sapore nazionalistico.
Opportuno,
oggi, quindi, sentire la sua voce!
Jaspers e la riflessione sul destino dell'umanità |
A
ragione la Arendt richiama l'appello
alla pace, contenuto nell'opera La bomba atomica e il destino dell'uomo.
In
essa Jaspers, memore di Kant, si rivolge non all'individuo, né alla specifica
nazione, ma all'umanità, in nome
di una fede razionale.
La
combinazione, del resto, non si fonda sulla fiducia nella ragione in quanto
tale, ma sulla “situazione limite”, sull'incontro del
possibile con l'impossibile.
Jaspers e i grandi pensatori |
Bisogna
richiamare insieme con l’opera La bomba atomica... l’altra, a titolo, I grandi
pensatori.
In
questo modo appare evidente la catena
spirituale dell'umanità, un
tracciato cioè di responsabilità umana,
che testimonia della presenza di Dio e che manda luce nei momenti più bui.
Caro Rosario, non conoscevo "lo scrigno" della laudatio, che ho gustato ed apprezzato non poco. E perciò ti ringrazio, come pure voglio ritrovarmi nella “catena spirituale dell'umanità”, entro la quale ognuno di noi decide il suo “tracciato di responsabilità”, vale a dire - parafrasando la Arendt – se ama il mondo da assumerne la responsabilità, impegnandosi per quanto può a salvarlo dalla rovina.
RispondiEliminaResponsabilità: qual è il suo "peso"? Leggerò o pesante?
EliminaLa domanda , come tu sai, non è retorica in questo tempo.....
Il tracciato, ieri come oggi, Sempre va proposto! Memento-impegno!
La maniera de Ferragosto, sempre più inclinante al Consumismo ed all'ozio ( quello sterile e Vuoto, dissipante) non uccida tale voce. Potente richiamo!
"Ciò che in quel tempo Jaspers appresentò in totale solitudine, non fu la Germania, ma l'Humanitas in Germania”. Grazie di questo opportuno richiamo al prezioso pensiero di Jaspers. Buon Ferragosto.
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