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giovedì 10 agosto 2017

Laudatio di H. Arendt a K. Jaspers.

Il discorso tenuto da Hannah Arendt, in occasione del conferimento del "Premio per la pace dei Librai tedeschi" (28 settembre 1958), in onore del grande intellettuale e filosofo dell'esistenza Karl Jaspers.
🖋 Post di Rosario Grillo
🎨 Per un'immagine artistica di Hannah Arendt, particolarmente significativa, rimandiamo a  questa pagina (non avendo potuto contattare Gloria Argelés, che ne è l'autrice, ed essere così autorizzati alla pubblicazione su questo blog).


Tetradramma ateniese 
del V° secolo a. C, 
con la civetta di Minerva, simbolo della filosofia
La potenza di uno scrigno sta nella capacità di racchiudere tesori in poco spazio.
Una qualità che ho ritrovato nell'opera Verità e Umanità, da me già recensita nella parte relativa al contributo di Jaspers (qui il link).
Una ricca messe di motivi mi sollecita a scriverne ancora, in particolare riferendo i temi contenuti nella Laudatio di Hannah Arendt.
Lo spessore è confermato dalla virtù intrinseca della “reductio ad unum: il motivo conduttore, qualificante ed eternamente valido: Humanitas.
La Arendt insiste su un concetto: portare a chiarezza.
In questa “intentio riconosce la pregnanza della filosofia di Jaspers. Direi di più: della sua filosofia dell'esistenza.
Libro contenente i due discorsi 
(di Arendt e Jaspers)
A Jaspers quindi riconosce la patente di continuatore autentico di Kant, laddove di quest’ultimo è proprio il magistero universale (non contingentemente legato ad un frangente storico culturale) della Aufklarung.
In questo registro viene evidenziata la comunanza  di filosofo e politico: entrambi votati a mettere in pubblico la propria persona (persona: cifra dell'esistenza).
Con la differenza che il politico ha un raggio circoscritto, mentre il filosofo agisce su un orizzonte autenticamente universale.
Tale proprietà, attribuita a Jaspers, è comprovata da episodi concreti, storici, del suo filosofare.
“Ciò che sempre resiste alla chiarezza, che nella sua luce non si dissolve in nebbia, appartiene alla humanitas, e assumere la responsabilità per ogni pensiero nei confronti dell'umanità significa vivere in questa chiarezza e in essa mettere alla prova se stessi e tutto ciò che si pensa” (p. 64).
Sfiora il panegirico l’intervento dell’allieva/amica di Jaspers.
Jaspers 
e la colpa della Germania
Vi sfugge, comunque, e si libra in un piano paidetico ben più consistente, in quanto ha la forza di suggerire un modello di intellettuale, una qualità della filosofia.
Già ho avvisato della relazione filosofo-politico, ma la vertigine filosofica si libera e libera nella/dalla funzionalità: anche di quella pregnante che Antonio Gramsci ha racchiuso nel concetto di “intellettuale organico”.
Ciò che in quel tempo Jaspers appresentò in totale solitudine, non fu la Germania, ma l'Humanitas in Germania (p. 65).
Il tempo mette alla prova e, per così dire, “sìtua”.
Di fondamentale importanza l’esperienza storica vissuta da Jaspers nella Germania nazista, quando già possedeva un'età (cinquant'anni) capaci di consolidata maturità di giudizio.
Fu quella di Jaspers una obiezione di coscienza intransigente, al punto tale da rendere ancor più autorevole la sua voce, più pertinenti i suoi appelli, nel dopoguerra.
Stimoli etici e spirituali per la Germania!
E, al di sopra della Germania, per la comunità europea nascente.
Dentro questo profilo esigente e profetico, si muove il suo appello.
Specialmente laddove individua e fustiga bassezze e tornaconti di sapore nazionalistico.
Opportuno, oggi, quindi, sentire la sua voce!
Jaspers 
e la riflessione sul destino dell'umanità
Ritorna al centro dell'attenzione la relazione ed insieme la distinzione tra il politico e il filosofo. Con acuta sicurezza Jaspers focalizza la contingenza dell'orizzonte politico, muoventesi sul piano della ricerca del benessere e di fatto costretto dall'angolazione dell'utile e dell'interesse. Di gran lunga superiore quello della filosofia, capace di parlare all'umanità.
A ragione la Arendt  richiama l'appello alla pace, contenuto nell'opera La bomba atomica e il destino dell'uomo.
In essa Jaspers, memore di Kant, si rivolge non all'individuo, né alla specifica nazione, ma all'umanità, in nome di una fede razionale.
La combinazione, del resto, non si fonda sulla fiducia nella ragione in quanto tale, ma sulla situazione limite, sull'incontro del possibile con l'impossibile.
Jaspers 
e i grandi pensatori
Forte di tale qualità, innestata nella jaspersiana filosofia dell'esistenza, la Arendt  potrà dire: in questa situazione, nella quale ne va in generale della posizione dell'uomo moderno nei confronti del suo passato, Jaspers ha convertito in prossimità spaziale ciò che potevamo esperire solo come successione temporale, cosicché la vicinanza e la lontananza non dipendono più dai secoli che ci separano da un pensatore, ma esclusivamente dal punto, scelto liberamente, dal quale accediamo a questo regno degli spiriti, che perdurerà e si accrescerà finché sulla Terra  ci saranno esseri umani (Verità e Umanità, p. 71, sottolineatura mia).
Bisogna richiamare insieme con l’opera La bomba atomica... l’altra, a titolo, I grandi pensatori.
In questo modo appare evidente la catena spirituale dell'umanità, un tracciato cioè di responsabilità umana, che testimonia della presenza di Dio e che manda luce nei momenti più bui.

3 commenti:

  1. Caro Rosario, non conoscevo "lo scrigno" della laudatio, che ho gustato ed apprezzato non poco. E perciò ti ringrazio, come pure voglio ritrovarmi nella “catena spirituale dell'umanità”, entro la quale ognuno di noi decide il suo “tracciato di responsabilità”, vale a dire - parafrasando la Arendt – se ama il mondo da assumerne la responsabilità, impegnandosi per quanto può a salvarlo dalla rovina.

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    Risposte
    1. Responsabilità: qual è il suo "peso"? Leggerò o pesante?
      La domanda , come tu sai, non è retorica in questo tempo.....
      Il tracciato, ieri come oggi, Sempre va proposto! Memento-impegno!
      La maniera de Ferragosto, sempre più inclinante al Consumismo ed all'ozio ( quello sterile e Vuoto, dissipante) non uccida tale voce. Potente richiamo!

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  2. "Ciò che in quel tempo Jaspers appresentò in totale solitudine, non fu la Germania, ma l'Humanitas in Germania”. Grazie di questo opportuno richiamo al prezioso pensiero di Jaspers. Buon Ferragosto.

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