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martedì 27 novembre 2018

Il dibattito odierno sul fascismo e noi.

Post di Gian Maria Zavattaro
Vignette di Stefano Rolli, vignettista presso il Secolo XIX, (per gentile autorizzazione).

Stefano Rolli

“Dobbiamo stare attenti […] L’‘Ur-Fascismo’ o ‘il fascismo eterno’ è ancora intorno a noi [...] può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è smascherarlo e di puntare l’indice su ognuna delle sue nuove forme – ogni giorno, in ogni parte del mondo” (Umberto Eco, Il fascismo eterno, La nave di Teseo, Mi, 2018, pp.49-50).

“Chi siano i fascisti oggi è una cosa che non ha bisogno di me per essere evidente. Chi mette muri, chi limita la solidarietà ai suoi, chi mette gli uni contro gli altri per controllare entrambi, chi limita le libertà civili, chi nega il diritto alla migrazione con l’arma della legge e l’alibi della responsabilità, questi sono i fascisti oggi.  Il problema è stabilire chi non è in parte coinvolto nella legittimazione del fascismo come metodo, cioè quanto fascismo c’è in quelli che si credono antifascisti” (Michela Murgia, Istruzioni per diventare fascisti-fascista è chi il fascista fa, Einaudi, 2018 p. 95).

Stefano Rolli
Sabato scorso erano in programma su questo blog alcune riflessioni concernenti il dibattito attuale sul ‘fascismo’. Poi ci è capitato di leggere su La Repubblica del 24.11.18 l’articolo La Costituzione e il fantasma del fascismo di G. Zagrebelsky  e di seguire il conseguente dibattito. Pubblico oggi le mie riflessioni - lo sguardo rivolto ai due testi in epigrafe citati - sull’epiteto ‘fascista’. Per chi sa leggere (intus-legere) anche solo un po’ dentro se stesso e conosce la storia degli ultimi cento anni, “fascista” è parola “nuda” che soprattutto oggi non può non generare inquieto rigetto e reclamare preoccupata vigilanza.
Hanno allora ragione Eco (1995) e Murgia (2018)? (1) Lascio la risposta ad ognuno di noi, guardando senza pietismi noi stessi e il mondo circostante.

giovedì 22 novembre 2018

Libertà di coscienza e cammino dell'ecumenismo.

Post di Rosario Grillo.

Carel Allard, Il candeliere, 
incisione raffigurante i principali riformatori (tra essi Lutero, 
Ecolampadio, Melantone, Zwingli, Calvino, Knox, 
Wyclif, Hus, Girolamo da Praga)
seconda metà del XVII secolo
A tanti sembrerà paradossale la linfa che scorre tra la libertà spirituale e la libertà civile (1).
Eppure la libertà che si articola nel nucleo dei diritti civili, solennemente enunciati nella prima parte della Costituzione, sancisce la maturità dello Stato uscito dal buio della dittatura e dalla prova bellica, con la coda dell’occupazione tedesca.
Una libertà, completa del suo corredo di diritti civili, politici e sociali. Matura, quindi. Declinata convenientemente nella scelta repubblicana (2).
Bisogna esplicitare con convinzione che la libertà esce dall’embrione della pura formalità giuridica (3), se si nutre di una linfa spirituale che passa attraverso l’ethos di un popolo (4).
Gli storici più seri delle origini del liberalismo lo hanno riconosciuto. Tra essi spicca il nome di G. De Ruggiero (5). Sulla sua scia si mosse A. Omodeo, con il suo celebre Giovanni Calvino e la riforma di Ginevra.
In essa si distinguevano il rilievo e l’incidenza che la Riforma protestante - in particolare il calvinismo - aveva avuto nella nascita della libertà della coscienza.

sabato 17 novembre 2018

Vito Mancuso, La via della bellezza.

Post di Rossana Rolando
Immagini dei dipinti di Caspar David Friedrich (1774-1840).

Libro uscito 
nell'ottobre 2018
Il messaggio. Nella presentazione del suo ultimo libro La via della bellezza¹, presso il Centro Balducci (qui il link), Vito Mancuso riprende un racconto di Kafka. In esso si narra la storia di un vecchio imperatore, ormai prossimo alla morte, che intende mandare un messaggio ai suoi sudditi, a tutti e a ciascuno: al più lontano, al più anonimo, al più misero. Chiama un suo servitore e gli affida questo compito, facendosi ripetere le parole appena sussurrate, tanto è importante quello che vuole comunicare. Il messaggero si mette in viaggio, ma incontra mille ostacoli all’interno dello stesso palazzo imperiale, senza poterne uscire e senza quindi mai arrivare ai destinatari. Questi ultimi però attendono alla loro finestra sognando e pensando che infine qualcuno dovrà giungere.

giovedì 15 novembre 2018

Alla ricerca del LUOGO. Utopia e retrotopia.

Post di Rosario Grillo.

Copertina di Utopia di Tommaso Moro (Feltrinelli) e 
Retrotopia di Zygmunt Bauman (Laterza)
Topos = luogo.
Abbiamo mai riflettuto sul legame che abbiamo con il luogo?
Qualsiasi corpo - e noi abbiamo un corpo - occupa spazio.
È una stazione che non possiamo non frequentare... prima di disquisire su locus amoenus e di genius loci.
T. Moro ha dovuto far leva sull’immaginazione per rappresentare il non luogo ed in esso delineare il ritratto della società non corrotta, della polis comunitaria.
Nella fisica classica il vuoto era il pendant necessario alla rappresentazione dello spazio continuo. Poi è venuta la fisica quantica...
Non è mia intenzione, però, portarvi per le vie della fisica e della cosmologia.
Voglio piuttosto posare l’attenzione sulla con-sonanza dello spazio alle nostre ipotesi (o addirittura ipostasi) di mondo o sul mondo.

sabato 10 novembre 2018

Il profumo del tempo.

Post di Gian Maria Zavattaro 
Immagini delle illustrazioni di Alessandro Coppola (qui il sito), per gentile autorizzazione.

Alessandro Coppola, 
Una finestra sull'universo
“È necessaria una rivitalizzazione della vita contemplativa: la crisi del tempo sarà superata solo nel momento in cui la vita activa, anch’essa in piena crisi, accoglierà nuovamente in sé la vita contemplativa. […] Solo nell’indugiare contemplativo, anzi in una moderazione ascetica, le cose svelano la loro bellezza, il profumo della loro essenza. Ed essa consiste di sedimentazioni temporali che appaiono solo nella loro luminosità fosforescente” (Byung-Chul Han, IL PROFUMO DEL TEMPO, L’arte di indugiare sulle cose, Vita e Pensiero, Mi, 2017, pp.8 e 57).
Il libro è stato pubblicato in Germania nel 2009 e tradotto in italiano nel settembre 2017. Al di là delle provocazioni e denunce anticipate nei  precedenti testi circa i mali e le patologie del sistema capitalistico e consumistico, Han sviluppa una propositiva, attualissima, pars construens, foriera di speranza, con  digressioni ora strettamente storico-filosofiche e letterarie (da Aristotele a S. Tommaso,...Baudrillard, Lyotard, Bauman..., soffermandosi su Proust e nel dialogo critico con Nietzsche Heidegger e Arendt), ora intensamente appassionate, cariche di toni poetici là dove inneggia al profumo del tempo contemplativo, quale vero e proprio tempo libero e liberante (cfr. il gr.“scholè” e il lat. otium”).

domenica 4 novembre 2018

Le istituzioni hanno un cuore.

Post di Rosario Grillo 
Immagini di Carlo Stanga, raffinato illustratore italiano, con gentile autorizzazione (qui il sito).

Carlo Stanga, Illustrazione 
per il progetto speciale "Sentimenti 2015" 
de l'Espresso
Da un po’ la mia mente si arrovella su una domanda: il limite della ragione e, complementarmente, l’estensione e il ruolo delle forze a-logiche (1).
Nella gamma di queste forze: il sentimento, l’emozione, l’immaginazione.
In via esterna, momenti occasionali mi hanno condotto verso la stessa domanda.
Oggi, ad esempio, si sono incrociati due eventi: la puntualizzazione fatta da un relatore (A. Stoppa) sulla communitas base dell’istituzione e la lettura di un articolo di Massimo Recalcati dedicato alla ricerca della motivazione vera che condusse Pasolini a prendere partito per i poliziotti di viale Giulia, 1968, anziché per i manifestanti.

giovedì 1 novembre 2018

Piero Guccione, orizzonti infiniti.

Post di Rossana Rolando.

Immagine tratta dal docufilm di Nunzio Massimo Nifosì, 
Piero Guccione, verso l'infinito
Piero Guccione, morto lo scorso 6 ottobre nella sua Sicilia (lavorava a Quartarella, tra Scicli e Modica), è stato anche denominato “narratore di orizzonti”. Dalla fine degli anni Sessanta il grande pittore siciliano ha dipinto instancabilmente il mare, nel suo congiungersi con il cielo, lungo una linea mobile e sottile: “In realtà, l’orizzonte non ha corpo, è una cosa infinita che cambia continuamente, ma fisicamente non esiste. E’ il luogo dove il nostro sguardo è portato, come luogo eterno. E’ un bisogno” (cfr. in questo post il video I colori del mare).