Vito Mancuso e La via della bellezza come via della salvezza: una sfida per il pensiero che si interroga sul destino dell'uomo contemporaneo.
Post di Rossana RolandoImmagini dei dipinti di Caspar David Friedrich (1774-1840).
Libro uscito nell'ottobre 2018 |
Caspar David Friedrich, Donna alla finestra |
Eppure è anche un racconto che sembra
aver perduto la sua presa metaforica sulla vita: chi, nel mondo occidentale, attende
ancora il “messia”? L’annuncio nietzschiano della “morte di Dio”, infatti, si è
largamente realizzato e, insieme a Dio, è morto anche il desiderio di Dio. Vito
Mancuso lo sa bene e lo dice in modo chiaro, quando definisce il postmoderno
come tempo senza “centro ideale” verso cui tendere³.
Caspar David Friedrich, Mattino di Pasqua |
Mi pare questa la grande sfida che Vito
Mancuso affronta nel suo ultimo libro, proponendo, come via della salvezza, la
via della bellezza. Infatti, se molte grandi parole si sono logorate e hanno
perso valore per l’uomo contemporaneo, vi è una parola che resiste ancora e
suscita un segreto richiamo.
Per Vito Mancuso questa parola è
rappresentata appunto dalla bellezza. Citando
Agostino afferma: “Io penso che quel che Agostino dice della bellezza come
simbolo di Dio valga allo stesso modo per la bellezza in senso stretto: essa è
sempre con noi, ma, se noi non siamo con lei, non la percepiamo ed è come se
non ci fosse”⁵.
Caspar David Friedrich, Luna che sorge sul mare |
La
bellezza viene a noi in molti modi. Mancuso, nella prima
parte del suo testo, descrive, con toni anche lirici, le tre principali
sorgenti del bello: la natura (privilegiata origine di meraviglia, che trova
nel mare il suo apice sublime); l’essere umano, nella dimensione spirituale del
volto (che può dirsi bello anche quando non rispecchia determinati canoni
esteriori, ma risplende di una luce interiore); l’arte (cui viene dedicato nel
libro uno spazio speciale, con rilevanti approfondimenti critici sull’arte
contemporanea, cui vorrei dedicare un prossimo post, e sulla musica).
E’ la bellezza a rappresentare quella
fonte di sapienza che, nel corso del tempo, è stata ed è custodita dalle grandi
tradizioni spirituali e religiose, ma
anche dalla filosofia, dalla poesia, dall’arte⁶.
Non una sola via, infatti, conduce alla
verità della vita.
Caspar David Friedrich, Montagne giganti |
Il testo risuona di tutta la complessità
filosofica del tema estetico, facendo emergere i grandi interrogativi posti
dalla tradizione del pensiero: il bello è una scoperta o una convenzione? E’
soggettivo (è bello ciò che piace) o, invece, oggettivo (il bello esiste e va
riconosciuto da una mente educata)? Quale rapporto intercorre tra bellezza e
arte? Può esistere arte senza bellezza? In cosa consiste l’esperienza estetica?
Quale rapporto esiste tra la natura, l’origine della vita e la comparsa della
bellezza?
Caspar David Friedrich, Monaco in riva al mare |
Caspar David Friedrich, Paesaggio con arcobaleno |
“Si tratta di una visione della vita
dell’antichità greca, di un ottimismo tragico. La vita non è affatto una festa
e un divertimento continuo; nella vita ci sono molte cose mostruose, malvagie,
tristi e sporche. Tuttavia, rendendosi conto di tutto questo, bisogna avere
dinnanzi allo sguardo interiore l’armonia e cercare di realizzarla”⁹.
Caspar David Friedrich, Nuvole vaganti |
🌟Note.
1. Vito Mancuso, La via della
bellezza, Garzanti, Milano 2018.
2. Walter Benjamin, Tesi di
filosofia della storia, contenuto in Angelus novus, Einaudi, Torino
1962, p. 86.
3. Vito Mancuso, La via della bellezza, cit. p. 96.
4. Cfr. Ibidem, pp. 12 e 126.
5. Ibidem, p. 84. Il passo agostiniano di riferimento è il famoso "Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato! Ed ecco, tu eri dentro e io fuori, e lì ti cercavo e, brutto com'ero, mi gettavo sulle bellezze da te create. Eri con me, ma io non ero con te" (Confessioni, 10, 27, 38).
6. Cfr. Ibidem, pp. 103-104.
7. Platone, Fedro 250 D.
8. Vito Mancuso, La via della bellezza, cit. p. 120.
9. Ibidem, p. 105.
10. Ibidem, p. 181.
3. Vito Mancuso, La via della bellezza, cit. p. 96.
4. Cfr. Ibidem, pp. 12 e 126.
5. Ibidem, p. 84. Il passo agostiniano di riferimento è il famoso "Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato! Ed ecco, tu eri dentro e io fuori, e lì ti cercavo e, brutto com'ero, mi gettavo sulle bellezze da te create. Eri con me, ma io non ero con te" (Confessioni, 10, 27, 38).
6. Cfr. Ibidem, pp. 103-104.
7. Platone, Fedro 250 D.
8. Vito Mancuso, La via della bellezza, cit. p. 120.
9. Ibidem, p. 105.
10. Ibidem, p. 181.
Che coincidenza! Il libro di Mancuso mi è stato regalato proprio ieri da una cara amica. Naturalmente non ho potuto ancora leggerlo, ma sfogliandolo e soffermandomi - comprensibilmente - sui capitoli dedicati alla musica - ne sono rimasta affascinata.
RispondiEliminaVengo al suo post così interessante e denso di interrogativi che mi ha suscitato subito un paio di considerazioni:
- Aspettiamo ancora qualcosa? Il problema più grave della nostra epoca mi pare proprio la mancanza di desiderio, l'esserci assuefatti ad una situazione in cui il richiamo a valori più alti non è avvertito, mentre è essenziale "risvegliarne il bisogno" come lei scrive.
- La Bellezza ferisce, sì, perchè non è piacere estetico fine a se stesso, ma una nostalgia che ci conduce dal contemplare all'essere e all'agire. Ci innamoriamo della Bellezza perchè siamo noi chiamati a diventare belli, ognuno a modo suo e nel proprio contesto di vita, ed essa va a svegliare la scintilla divina che è in noi e che tende verso il compimento.
Grazie di cuore, Rossana! Spero di non aver fatto confusione e mi scuso per la lunghezza.
Cara Annamaria, grazie per questa comprensione profonda (altro che confusione!). I due punti messi in luce - risveglio del desiderio e bellezza che attrae - mi sembrano strettamente collegati: "a quanto ci appare bello infatti ci vogliamo unire" (così Vito Mancuso, in apertura). Sono molto contenta di condividere con lei questa lettura. Un abbraccio.
EliminaHo tutti i libri di Mancuso, comprerò anche questo. Grazie.
RispondiEliminaSì, anch’io lo leggo da molto tempo. Quest’ultimo libro, anche per i miei interessi “filosofico estetici”, mi ha particolarmente coinvolto. Un saluto.
EliminaGrazie della recensione e delle belle immagini. Un ottimo suggerimento di lettura.
RispondiEliminaUn caro saluto. Le immagini vogliono essere in sintonia con la convinzione espressa nel libro secondo cui la natura è la sorgente privilegiata della bellezza, con una esplicita dichiarazione d’amore per la prospettiva romantica dell’arte.
EliminaVito Mancuso è un importante faro di luce, di vita, di anima...
RispondiEliminaSono del tutto d’accordo. Un caro saluto.
EliminaA Lei, che pubblica sempre argomenti profondi e ricchi di riflessioni con un grande dono di sintesi e amore per l'arte.
EliminaHai lanciato un sasso nello stagno, Rossana! Per rinnovare le acque, per creare tensione benefica, per reagire all’aria di stantio o alle acque putride.
RispondiEliminaReagire al gran vociare di odio e di rancore, indicando mete di altrove e di “ attesa dell’a nuncio“, consapevole ( e Mancuso lo ribadisce) che il dolore è nel disegno stesso della ellezza, della Salvezza.
Finirò per avanzare reclamo contro la prescrittura. Sopra si legga : annuncio è Bellezza😒
RispondiEliminaCiao Rosario. Un messaggio, quello di Vito Mancuso, di cui il nostro tempo ha tanto bisogno. Nel libro si respira il richiamo alla grandezza della dimensione etica e alla sua capacità di affascinare e sedurre. A un certo punto viene citato il filosofo confuciano Mencio che sosteneva: “Trascurare la propria strada e non percorrerla, smarrire il proprio cuore e non saperlo ricercare, che pietà”. Penso che si debba proprio ricercare la strada, nuove strade… e questo libro mi pare un contributo notevolissimo in questa direzione. Un abbraccio.
EliminaAmo Mancuso, si fa comprendere, anche su temi complessi ha il dono di semplificare. Lo leggerò con passione come tutti gli altri.
RispondiEliminaSi, riesce ad andare al cuore dei problemi e a far capire la loro rilevanza per la vita. Grazie del commento. Un saluto.
EliminaSulla bellezza ho letto Plotino e il prof. CURI.
RispondiEliminaLeggerò anche Mancuso, forse ho già l'estratto.
Grazie!
Nel libro di Mancuso sono citati passi stupendi tratti dalle "Enneadi" di Plotino. Buona giornata.
Eliminasì, la bellezza può essere sconvolgente e ferire. ho letto i libri di Mancuso.. e il suo commento, Rossana, profondo e sconvolgente di bellezza e amore. grazie, buona domenica
RispondiEliminaInfatti, tra le parole che Mancuso spiega al termine del libro c'è anche "meraviglia" e dice: "La confluenza di meraviglia positiva e di meraviglia negativa genera nell'anima quell'incrocio di venti, a volte brezza gentile, a volte tempesta, che in filosofia si denomina antinomia e che si trova all'origine delle grandi creazioni artistiche, delle filosofie e delle religioni". Buona settimana.
EliminaHo molto appprezzato questa presentazione di un libro che forse comprerò, anche se pur apprezzando Mancuso non ho mai letto niente, proprio grazie a questa tua lucida ed illuminante presentazione. Grazie.
RispondiEliminaGrazie per questo commento molto gradito.
RispondiEliminaE' sicuramente un libro "bello" che appassiona e conforta (proprio nel senso di rendere forti, di rafforzare la dimensione dell'interiorità). Buona giornata.
ho appreso tanto dall'incontro con Vito Mancuso.
RispondiEliminaSono grato a Te, gentile Rossana, per avermi introdotto in questo mondo pervaso di umanità, di speranza e di poesia.
Il Tuo post mi chiarisce aspetti e visioni dell'essere, ai quali avevo dato poco credito.
Sottovalutavo questi temi, per estrema leggerezza o ignavia.
Al piacere di leggere presto le Tue note ed i Tuoi interventi.
saluti
vito
Grazie per questo sentito commento. Vito Mancuso è davvero fonte di riflessione autentica. Un saluto.
EliminaSaranno passati circa 10 anni da quando, nell'aula magna del liceo G. Bruno, parlando del bene e del male (cioè non del più e del meno, ma proprio del bene e del male nella vita…), mi fu consigliato di leggere un libro di un certo Vito Mancuso (per inciso: il libro era “L’anima e il suo destino”). Sinceramente non ci posi molta attenzione, ma comunque appuntai quel titolo sul quaderno di filosofia. Anni dopo all'Università rilessi casualmente quell'appunto e per curiosità lessi il libro, e poi ne lessi un secondo dello stesso autore, poi un terzo, sino a comprarli tutti. Oggi Mancuso è tra i miei scrittori preferiti, e non posso che ringraziarla per il bellissimo post. Anche quest’ultimo libro è stato sorprendente, e mi permetto di riscrivere sotto una delle frasi che mi sono appuntato (questa storia di appuntarsi le cose sta iniziando ad essere una mania…):
RispondiElimina<< Del corpo di cui siamo dotati sin dalla nascita nessuno ha merito o demerito, se non per ciò che concerne la cura che ne abbiamo mediante l’igiene, l’alimentazione e gli esercizi fisici; l’effettivo merito o demerito di un essere umano, il suo valore reale, dipende piuttosto dall'uso della libertà a livello etico e spirituale: è qui che si manifesta l’autentica essenza di ognuno di noi e quindi la nostra vera bellezza>>.
Con affetto, Giovanni S.
Li ricordo con intensità quei momenti - nel corridoio, finita la lezione, tra un'ora e l'altra - momenti in cui la passione filosofica per un tema ti coinvolgeva e diventava interrogativo su cui sostare. E ti ringrazio per averli rievocati qui, come segno di una piccola traccia che perdura nel tempo e, ancora oggi, ha il potere di rallegrarmi e confortarmi.
EliminaQuello che tu dici sui libri di Vito Mancuso conferma l'idea secondo cui i libri sono davvero incontri che possono cambiare la vita. Come sostiene Massimo Recalcati nel suo ultimo "Una vita è i suoi libri": "raccontare i libri che abbiamo amato significa raccontare la nostra vita. Perché una vita è i suoi libri".
Sono felice di aver condiviso con te proprio questa lettura di Vito Mancuso, "La via della bellezza", perché è un libro che - mentre ne parla - genera bellezza.
Con lo stesso immutato affetto.