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domenica 20 ottobre 2024

Segni di un'apocalisse

Post di Rosario Grillo

Premessa

Albrecht Dürer, I quattro cavalieri dell'Apocalisse
L’otto ottobre 2024, ascoltando la trasmissione di Giorgio Zanchini (Quante storie), sono rimasto impressionato dalla domanda di un ascoltatore concernente l’aderenza delle questioni trattate con lo scenario proprio dell’Apocalisse.
La parola apocalisse si traduce letteralmente con “togliere il velo”, quindi rivelare. La letteratura apocalittica subentra nel periodo che vede la crisi delle figure individuali dei profeti. Si allarga così lo scenario dell’apocalisse: segni premonitori della fine e, al contempo, rivelazione di quanto si era tenuto nascosto.
Cerco adesso il nesso tra gli elementi dell’apocalisse e i temi descritti (crisi ecologica, segnacolo del mancato rispetto della alterità nella veste di: esseri umani sentiti come diversi, animali, cose inanimate, natura tutta con i suoi elementi di aria fuoco acqua terra ed i loro derivati).
Pesa soprattutto la versione “volgare” dell’apocalisse, riconosciuta come situazione di crisi irreparabile. Mi lascio guidare anche dalla sensazione evidenziata da alcuni commentatori, che spiegano la superficialità di certi costumi odierni con la rarefazione della tensione escatologica (il presentismo invece è molto diffuso!).
Infine recinto il campo della mia analisi. Tralascio le cose divine e gli annessi teologici e mi occupo di cose terrene e secolari.

martedì 15 ottobre 2024

Rachele

Post di Rossana Rolando

Oggi abbiamo fatto visita a Rachele, una ragazza di soli 16 anni, portata via da una malattia feroce.

Poteva essere mia alunna, l’avrei sicuramente molto amata, per quel sorriso luminoso, per il desiderio di imparare, per il gusto del bello, per il sentimento profondo dell’amicizia che in quell’età è legame genuino e travolgente.

Una bara bianca, del colore che si sceglie, come segno di pura innocenza, per i bambini morti. Sono angeli che passano tra noi e noi non li vediamo se non quando sono andati via. Così doveva essere Rachele.

Intorno a lei una famiglia piegata dal dolore – troppo forte e lacerante da portare – ma non distrutta dentro, sostenuta da rapporti che superano la semplice parentela e danno un’intima, segreta forza. E’ l’unione data  da una fede solidissima, eppure umanissima, non priva di lacrime, ma capace di cogliere - nelle trame di un evento giudicato comunemente insensato - tracce di luce, oltre il tempo e il limite del finito.

Ogni attimo è eterno – dicevamo oggi con la zia di Rachele – se è colmo di senso e valore. Perciò non è la lunghezza di un’esistenza a dirne la riuscita, ma l’intensità con cui la si è vissuta.

Rachele ha amato la vita, tanto più in questi mesi in cui si preparava in lei la morte. Ha coltivato la vita e ne ha lasciato eredità feconda alle amiche, ai conoscenti e a tutti i suoi cari.

Rimaniamo ammirati per tanta bellezza, in tempi di aridità spirituale, in cui spesso il dolore si consuma nella durezza del non senso.

giovedì 10 ottobre 2024

“Sono ancora vivo”. L'arte viene da Gaza.

Post di Rossana Rolando
Disegni di Maisara Baroud (qui il sito Instagram)

Maisara Baroud, 10 ottobre 2024
I’m still alive” (sono ancora vivo) è il titolo eloquente del progetto culturale e umano di Maisara Baroud (nato nel 1976 a Gaza), professore universitario ed artista palestinese che ha perduto tutto (casa, studio, cose) e continua a rappresentare quotidianamente il dolore consumato sotto le bombe, nella striscia di Gaza, per far sapere ad amici, a parenti e a tutti coloro che ne seguono le vicende sui social, di essere ancora vivo. Ogni giorno un disegno, ogni giorno l’affermazione – nonostante tutto – della vita: I’m still alive.
Quell’ancora (still) indica la resistenza di chi sopravvive, rimane lì, non fugge, condivide il destino brutale del suo popolo e non smette di coltivare il lumicino della vita. E’ l’arte che resiste nell’onnipresenza angosciosa della morte. 

domenica 6 ottobre 2024

Pier Giorgio Frassati e Karl Rahner

Post di Gian Maria Zavattaro

Karl Rahner
Karl Rahner:  “Celebri scrittori come Papini, La Pira e il card. Lercaro hanno scritto prefazioni a libri su Pier Giorgio Frassati. Se a questa sua biografia premetto una breve introduzione non è per dar maggiore importanza al libro, bensì perché io appartengo a quei pochi tedeschi ancora viventi che hanno conosciuto personalmente Frassati… Ripenso all’impressione che allora esercitò su di me Frassati… Rappresentava il giovane cristiano puro, lieto, dedito alla preghiera, aperto a tutto ciò che è libero, attento ai problemi sociali, che recava nel cuore la Chiesa e le sue sorti. Ma questo impegno sociale, l’amore verso i poveri, la responsabilità nei confronti della miseria altrui erano (o divennero?) in Pier Giorgio di una genuinità, di una profondità e di uno spirito di sacrificio così radicale, da fare di lui un caso eccezionale tra i molti giovani cristiani di allora…..Qui siamo di fronte ad un uomo che ha vissuto il suo cristianesimo con una naturalezza che fa quasi paura e con una aproblematicità che ci riesce sorprendente e quasi invitante…Di questi esempi non ne abbiamo mai abbastanza. Nessuno di essi è un fenomeno naturale, bensì sempre un miracolo della grazia divina… Il lettore allora levi un inno alla grazia divina e preghi Pier Giorgio Frassati che interceda presso Dio, per sé e per noi tutti”. (1)

Ho riletto La fatica di credere (ed. italiana S.Paolo 1986): intervista di M. Krauss a Karl Rahner, pochi mesi prima della sua morte.

giovedì 26 settembre 2024

Nel cuore dell'Europa

Post di Rosario Grillo
 
Tomáš Masaryk, 1918
Roberta De Monticelli testimonia il tempo che stiamo vivendo con la stessa serietà con la quale porta avanti la sua ricerca filosofica a partire dalla lezione della Fenomenologia (con particolare attenzione all’etica e alla politica). In questa posa, ultimamente, non ha risparmiato energie per stimolare la resistenza consapevole al galoppante disegno di riarmo delle potenze (occulto programma di far pesare, nell’improntare i rapporti internazionali, più la forza che ragione e dialogo). Ha sollecitato perciò ogni approfondimento della questione israelico-palestinese andando oltre ogni delega in bianco ad Israele; ha cercato chiarezza e trasparenza, lontana da ogni pregiudizio, sulla questione ucraina.
In questo senso si legge l’ultimo intervento su il Manifesto (08/09/24) ad evidenziare la pregnanza di un’opera ormai prossima alla vecchiaia di un secolo, con l’encomiabile figura dell’autore: Tomáš Masaryk.
 
T. Masaryk, chi è costui? Ben pochi ricordano l’importante ruolo da lui rivestito nel passaggio d’epoca, alla fine del primo conflitto mondiale. Altrettanto limitato il numero di coloro che conoscono la sua professione di filosofo. (1) Realtà che va imputata ai ritardi e alle manchevolezze dei programmi della disciplina storica, incapace di spronare in modo adeguato il corpo docente per produrre una pertinente analisi del Novecento. (2)

martedì 17 settembre 2024

Su "Metafisica concreta", di Massimo Cacciari.

Post di Rossana Rolando

Massimo Cacciari, Metafisica concreta

Ho finito di leggere il poderoso libro di Massimo Cacciari dal titolo Metafisica concreta (Adelphi, Milano 2023), un bellissimo impegnativo testo che riabilita – secondo una precisa linea teorica – la filosofia come metafisica, ricollocandola nel cuore del reale, quale via che fiancheggia la fisica e ne sollecita le aperture più ardue: “l’esito metafisico è richiesto dallo sviluppo dell’indagine fisica” (p. 67). Il termine, com’è noto, nasce in modo apparentemente casuale: nell’ordinare le opere di Aristotele, Andronico di Rodi pone i libri di filosofia prima, dopo (meta) quelli della fisica (filosofia seconda). La fortuna della parola deriva però dalla verità nascosta dentro questa semplice successione: i libri di filosofia prima non sono soltanto “dopo” nel loro posizionamento dentro lo spazio dello scaffale, ma vengono “dopo” nella logica del loro contenuto, dal momento che intendono rispondere alle questioni lasciate aperte dalla fisica.

venerdì 13 settembre 2024

Democrazia in movimento

Post di Rosario Grillo
 
“La democrazia è l’unico regime a riconoscere, istituzionalizzandola, l’assenza di fondamento” (1)
 
Roberto Esposito, Pensiero istituente
Ritorno alla democrazia, alle angustie che la stringono d’assedio fino a minacciarne l’estinzione, nella speranza di evitare argomenti stucchevoli e/o ripetuti. In giro circola un diffuso richiamo alla sovranità, in ispecie dai cosiddetti sovranisti. Sempre loro, ma non solo loro, si appellano alla “ riserva della identità” fino a farne un mantra e un idolo.
L’appellativo usato chiarisce da sé che si tratta di uno slittamento in tono glocal. Più volte è stato ribadito che l’identità vive se si intinge di diversità; nella argomentazione che mi accingo a svolgere, il motivo è perciò: dall’identità alla alterazione.
 
💥 Sul potere
La democrazia addomestica il potere? Potrebbe, se andasse dietro alla volontà del popolo che si riconosce Uno per decidere la Costituzione a fondamento. Ma la Costituzione è un prius?
Il contrattualismo giuridico si riconosce in due versanti: giusnaturalismo e giuspositivismo. La decantata democrazia greca non può essere portata a paradigma del potere inclusivo, considerata la ristrettezza del demos di allora.
Meglio prendere spunto dai Romani, piuttosto, che hanno distinto la potestas magistratuale dall’imperium basandosi sulla duplice esperienza dell’età repubblicana e dell’età imperiale. L’imperium si riveste, al culmine, di auctoritas in veste assoluta.
Con l’avvento del Cristianesimo - bisogna premettere anche il dettato degli antichi stati teocratici –è stato dato un fondamento trascendente, la volontà di Dio, all’imperium. Mail registro della modernità, al seguito del groziano etsi Deus non daretur, ha poi scelto un impianto di pura razionalità umana.

sabato 7 settembre 2024

Per chi intendiamo votare

Post di Gian Maria Zavattaro
 
Stefano Rolli, Elezioni
Sfogliando i nomi dei concorrenti dei vari schieramenti savonesi, mia moglie ed io (1) ci auguriamo siano stimabili persone. Di questi tempi è cosa preziosa. 
Noi, qui ad Albenga, voteremo per un candidato non solo e non tanto perché appartiene ad un particolare schieramento (2), ma perché innanzitutto, e prioritariamente, è persona “degnissima”, più di altri capace di rispondere alle nostre speranze, ai valori di fondo in cui crediamo, alle istanze che riteniamo prioritarie relative ai giovani (al loro presente e futuro) e in particolare alle preoccupazioni della gente, compresa quella  che non ha voce, non è ascoltata (i senza lavoro e senza speranze, i malati, gli anziani, i migranti, gli ultimi e gli invisibili…).
Concretamente, in termini pragmatici: che cosa ci aspettiamo, oseremmo dire  sicuramente, dalla persona che voteremo?
💥 1. Che sia sempre se stessa, con le sue grandezze e le sue probabili debolezze, irriducibilmente realista contro ogni perfettismo, oltre ogni sogno che non sappia tradursi in progettualità e riformabilità.
💥 2. Che sia sempre libero di seguire la sua coscienza senza mai totalmente ed irreversibilmente consegnarsi a progetti e schieramenti, perché non alla politica o all’economia ma all’etica ed alla propria coscienza spetta il primato.

domenica 1 settembre 2024

Elezioni in Liguria: oltre il cinismo.

Post di Gian Maria Zavattaro
 
Mauro Biani, Sorridi, sono il tuo governo
Le vicende giudiziarie dei vertici regionali liguri (sulle cui responsabilità la prima e ultima parola spettano ai giudici competenti) hanno in ogni caso posto in rilievo la situazione drammatica della Regione, in particolare per quanto concerne la sanità pubblica, la scuola, i migranti, la trasparenza degli atti, il rapporto tra pubblico e privato: un sistema politico-amministrativo tutt’altro che limpido, che pare poco propenso a tener conto della sovranità dei cittadini e delle priorità dei loro bisogni.
L’impressione è che il cinismo sia oggi imperante anche in Liguria. Cinico è chi non crede di poter persuadere e ottenere consensi attraverso la ragione: non crede nella forza dell’educazione e per questo è ciò che di più antitetico vi è rispetto alla scuola. Alla forza della persuasione e del dialogo il cinico contrappone di volta in volta l’occulta manipolazione mielata dei media (social, Tv, sondaggi guidati ecc.) oppure la brutalità impudente della menzogna che irride l'avversario, la seduzione delle emozioni pilotate di contro alla forza della ragione, l'inganno di mezze verità alla forza della verità intera.
Gli effetti stravolgenti di questa strategia? La coerenza diventa burla, l'accoglienza dell'altro un cedimento e noncuranza il rispetto dei valori che l'altro rappresenta o testimonia.