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sabato 27 febbraio 2021

Tradimenti.

Post di Rossana Rolando
Immagini delle illustrazioni di Pietro Tenuta (qui il sito instagram).

Pietro Tenuta, Dipendenza
Il tradimento è esperienza dolorosa che ciascuno di noi ha provato. 
Non intendo riferirmi al modo in cui questo vocabolo è solitamente inteso: la doppia vita all’interno di una coppia o la rottura di vincoli sacri quali l’amicizia e la fraternità. In questa accezione del termine, le strade di chi ha tradito - con il carico di violenza psichica che l’atto del tradire infligge - e, specialmente, di chi ha subito il tradimento sono difficilmente ricomponibili e spesso sfociano, come avverte Massimo Recalcati nelle sue Brevi lezioni sull'amore, in sentimenti dodio che passano per la via della distruzione reale o simbolica delloggetto precedentemente amato e idealizzato. In rari casi è possibile intraprendere la via umanamente ardua del perdono. Per essi vale l’insegnamento che proviene dalla stupenda pratica del kinsugi, l’arte di riparare con l’oro le spaccature di un vaso, per ricordare che le ferite non possono essere cancellate, ma - eventualmente - ricucite, impreziosendo ciò che è stato rotto e restituendolo ad una diversa rinnovata vitalità.¹

Tuttavia, dicevo, non è questo tipo di tradimento che ho in mente in questo post. 

sabato 20 febbraio 2021

Memoria - Testimonianza.

Post di Rosario Grillo
Immagini dei dipinti di Ciro D'Alessio (qui il sito).
 
Ciro D'Alessio, Cos'è il tempo?
Il 27 gennaio abbiamo ricordato la Shoah: memoria del crimine, per antonomasia, contro l’Umanità.
Si fa intervenire la memoria per tenere lontana la passione politica che divide.
La memoria, la vera memoria, la memoria correttamente intesa, unisce nel ricordo, crea il momento universale di pacificazione, nell’impegno a respingere la ricaduta nella barbarie.
 
✴️ La memoria.
In diverse occasioni, con Rossana e Gian Maria, siamo tornati a questo tema. Per sondarne la natura, per calibrarne le funzioni, per vagliare le proprietà imbevute di filosofia, teologia, letteratura, fisiologia.

domenica 14 febbraio 2021

S. Benedetto e la politica oggi.

Post di Gian Maria Zavattaro
Illustrazioni di Carlo Stanga (qui il sito)

Carlo Stanga, Cercando l'Europa in un orto benedetto
“Ne sono certo. Esiste un‘altra Europa, di cui poco si parla. Un’Europa giovane e appassionata, che sogna, viaggia, lavora, resiste, combatte. Un’Europa che si fa carico del proprio destino e non scarica sugli Ultimi le colpe della crisi. E’ venuto il tempo di darle voce e farla suonare con tutti i suoi strumenti per costruire una rete fra lingue e culture […] che dica davvero chi siamo, che esprima la forza di una cultura comune e narri l’appartenenza ad uno spazio unico al mondo, fertile e misurabile, ricco di storia, lingue, piazze, culture, paesaggi. Coraggio e cuore, dunque. Come i monaci che rifondarono l’Europa sotto l’urto delle invasioni barbariche. Come i padri fondatori dell’Unione che dopo due guerre mondiali ridiedero dignità e ricchezza a un continente in ginocchio. Essi sapevano che l’Europa non è un dono gratuito, ma una conquista, e spesso un sogno che nasce dalla disperazione per la sua mancanza. Osarono sognarla nel momento in cui tutto sembrava perduto. Costruiamo una rete con i fratelli degli altri Paesi per far sentire meno solo chi non si rassegna a un ritorno dei muri e al linguaggio della violenza (Paolo Rumiz, Il filo infinito, Feltrinelli, 2017, pp.173-74).

Il giorno in cui ho terminato di rileggere Il filo infinito di P. Rumiz (ed. Feltrinelli, pubblicato nel 2017 quando il covid era un famigerato sconosciuto) Draghi, sciogliendo la riserva, accettava l’incarico conferitogli dal Presidente Mattarella: evento che potrebbe rivelarsi forse decisivo per il presente ed il futuro dell’Italia e dell’Europa. La casualità con la mia lettura, ovviamente irrilevante, è stata tuttavia per me stimolo a fare i conti con l’impietosa brutale messa a nudo dei nostri mali e mal-essere da parte dell’imperversante covid. Mal-essere e mali che Rumiz ripetutamente denuncia (1), come altri prima e dopo di lui, rifiutando di non  vedere né ascoltare o di ridursi a ciechi sordi muti. 

sabato 6 febbraio 2021

Difficile libertà.

Post di Rossana Rolando
Immagini delle illustrazioni di Andrea Calisi (qui il sito instagram).
 
Andrea Calisi, Ragazzi, stormo, isola
In tempo di covid viviamo limitazioni della libertà di fare, di uscire, di incontrare. A chi se ne è lamentato il presidente Sergio Mattarella ha ricordato che noi non siamo liberi di contagiare gli altri, con comportamenti inadeguati rispetto all’emergenza che stiamo vivendo.
In questa affermazione si radunano antiche radici culturali: da una parte l’insegnamento illuministico che ha stabilito un principio sempre valido, entrato nel comune linguaggio, secondo cui la libertà è la possibilità di fare quel che non nuoce ad altri e non è vietato dalla legge¹; dall’altra parte tutta la tradizione biblica che individua nella libertà l’origine della responsabilità, concetto etico ripreso dal pensiero filosofico novecentesco, da Franz Rosenzweig a Martin Buber fino a Emmanuel Lévinas².
A partire da questo semplice richiamo vorrei soffermare l’attenzione su due spunti, corrispondenti ai due modi di intendere la libertà - entrambi portatori di verità esistenziali -: l’uno legato alla realizzazione individuale, l’altro teso a coniugare libertà ed alterità.