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domenica 7 agosto 2022

Il nostro viaggio a Trieste.

Una città che abbiamo amato subito.
Post di Gian Maria Zavattaro
Fotografie di Rossana Rolando.
 
"Trieste ha una scontrosa grazia"
(Umberto Saba, Trieste, 1945).
 
"La mia anima è a Trieste"
(James Joyce, Lettera a Nora, 27 ottobre 1909).

Trieste, piazza Unità d'Italia
Trieste: ci siamo arrivati nel giorno funesto del divampare dell’incendio sul Carso, obbligati ad uscire in fretta e furia dall’autostrada per precipitarci in salvamento - si fa per dire - nel concentrico cittadino, in un caos inimmaginabile di traffico perennemente fermo, a rilento, a singhiozzo, in tutte le possibili direzioni…
Trieste: città impagabile, straordinaria, meravigliosa, dove il passato si sposa con il presente ed occhieggia il futuro. Palazzi superbi quasi almeno come Genova, uno più visivo dell’altro. Gente tanto ruvida quanto cordiale e genuina, che ci colpisce in particolare per i toni gentili. Ci è capitato continuamente per strada di richiedere a caso a uomini e donne di tutte le età informazioni o indicazioni, come pure formulare mille richieste negli uffici a ciò predisposti: abbiamo sempre - dico sempre - ricevuto risposte pazienti, graziose, puntuali. In questa superba città mitteleuropea, crocevia di tante lingue culture etnie, ci siamo sentiti cittadini del mondo e chi ben conosce la sua storia spesso sofferta e dolorosa rimane come noi sorpreso dalla pacifica grazia della sua vita che traspira la cultura della reciproca conciliazione, così come la grandiosa piazza dell’Unità d’Italia ci è parsa più propriamente piazza della fraternità universale che, nulla nascondendo delle traversie del passato, vive la pace gioiosa del presente e annuncia speranze future.
 
Trieste, Castello di Miramare
Trieste, nei pressi del Castello di Miramare
Non ci è possibile né vogliamo qui raccontare le nostre intense impressioni, le cose ammirate in tante vie e viuzze, gli sguardi delle persone che incrociavamo, gl’incontri impeccabili in vari uffici legati al turismo, le visite ai castelli e musei (S. Giusto, Miramare, Revoltella, Sartorio, Orientale, Istria…), le Chiese che abbiamo frequentato in preghiera ed adorazione (S. Giusto, Sacro Cuore, i gesuiti!, S. Giacomo, i salesiani, l’Annunziata, le Chiese serbo e greco ortodosse…), le librerie, le statue - disposte lungo le vie -  di Svevo Saba Joyce…, festosamente da noi abbracciate, fatta eccezione di una, per coerente ritrosia (D'Annunzio). 
 
Trieste, statua di Saba, via Dante Alighieri
Trieste, statua di Svevo, piazza Attilio Hortis
Trieste, statua di Joyce, Ponte Rosso, sul Canal Grande
Poco ma sicuro: ritorneremo appena possibile a respirare quest’aria di fraternità universale, la gioia della gentilezza, anche qualche anomalia contraddizione e pecca salutarmente presenti in qualsiasi città perfettibile, e ovviamente la fragranza di certi piatti tipici (macaron, strudel, dolcini semifreddi, "caldaia"… e persino - sfida per i piemontesi – insalata russa e vitello tonnato!). Ma due  incontri decisivi ed indimenticabili per noi vogliamo raccontare.
Primo: la “Semente Nova”, struttura ricettiva che ci ha ospitato: laica-non profit, si ispira all’ azione ed al pensiero di mons. Marzari, fondatore nel 1950 della “Città dei ragazzi di Trieste” (CDR), correlata ad altre iniziative di matrice marzariana quali l’Opera Figli del Popolo, la Famiglia universitaria Auxilium, la Famiglia Falò ed altro ancora… Semente che continua a dare frutti, che impegna numerosi laici in attività di servizio ai giovani, agli anziani, ai ragazzi e ragazze coinvolti in molteplici progetti  ludici e sportivi (1).
 
Trieste, Semente Nova
Trieste, Semente Nova, Parte antica
Qui veramente abbiamo assaporato il significato latino di hospes, colui che ospita ma anche colui che è ospitato nella gara di reciproco ascolto gentilezza cortesia disponibilità accoglienza: ospitalità genuina, impeccabile (a prezzi introvabili nelle altre strutture), centrata sul cliente, senza fronzoli altisonanti di chi nasconde ben altri intendimenti, tutto invece alla luce del pensiero e dell’azione del fondatore. Abbiamo conosciuto eccellenti persone come Marino, Giovanni, Andrea, Andrea (sono due), e anche Michele, nonché incrociato frotte di ragazzi e ragazze impegnati in tanti progetti formativi, giovani universitari, turisti di varia provenienza. E infine occhieggiato la “nobile dimora”, solo in parte aperta al pubblico, che attende un ripristino qualificato per avviare progetti e consentirne l‘accesso a tutti gli amanti della bellezza e della cultura.
 
Trieste, nei pressi di piazza Unità d'Italia, lato mare
Secondo: dulcis in fundo. Nell’ultimo nostro giorno di permanenza la visita - non programmata ma resa possibile da una nostra interlocutoria telefonata a Prosecco - del Monastero di S. Cipriano delle suore benedettine di clausura. L’incontro in parlatorio dietro la grata con la Badessa Madre Grazia: lunga conversazione di intensità inusuale, di freschezza che i suoi occhi luminosi e le sue parole ravvivavano. Sono nel  cuore e nell’anima nostra quanto ci siamo detti, gli amici e le persone che scopriamo cari ad entrambi, a cominciare da Papa Francesco e poi Enzo Bianchi e tanti altri, il senso profondo della sinodalità, il significato ed il valore della preghiera, l’attenzione a ciò che succede nel mondo, la preoccupazione per le nuove generazioni, la carenza di vocazioni, la difficoltà di accudire nel piccolo monastero le suore anziane bisognose di estrema cura da parte delle altre consorelle ed in primis della madre badessa, il sorriso la speranza nei riguardi in particolare dei giovani e delle giovani, la fiducia nell’alito dello Spirito sempre presente… e il rinfrescante gesto, tramite la ruota girevole, di un dissetante succo di pompelmo. Infine l’invito, che grati subitamente accogliamo, di partecipare alle preghiere di mezzogiorno (s. Rosario, ora sesta, Angelus) e la promessa reciproca che ci commuove di rimanere in contatto mail nel prossimo futuro. Grazie, sorella Grazia.
 
Trieste, San Giusto
A tutti auguriamo - agli amici che conosciamo e a coloro che non conosciamo ma che hanno la ventura di leggerci - incontri che ci spiazzino, che in qualche modo ci costringano a non più rinviare sine die i propositi di ripensare l’essenziale (a conti fatti  seriamente iniziare, riprendere, continuare il cammino della con-versione), vivendo e benedicendo ogni momento, sia greve sia lieto, della nostra vita terrena. 
 
Note.
1. La struttura ricettiva accoglie studenti/esse universitari (75) da settembre a luglio. Per tutto l’anno accoglie persone e gruppi dal seguente profilo: ospite singolo o singola, sacerdote, religiosa, studente/essa universitario/a, lavoratore/trice fuori sede, coppia, famiglia con bambini, gruppo giovanile parrocchiale, gruppo organizzato, gruppo parrocchiale, gruppo scolastico, parenti di ospedalizzati, pellegrini… Per approfondimenti vedasi: https://ospitalitareligiosa.it/strutture/ad/semente-nova,1131https://www.ofpts.eu/.
2. Indirizzo: Località Prosecco, 700, 34151 Trieste TS Telefono: 040 634908.

8 commenti:

  1. Grazie grazie grazie. Questo blog è un regalo sorprendente che riempie il cuore e l’anima e accompagna alla con-versione.

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    1. Grazie, Dino. Hai con diviso in sintonia con noi la meraviglia: triangolo di sentimenti etici, di sentire spirituale, di emozioni estetiche, che rompe gli schemi abitudinari e rimette in discussione le priorità della vita. Qualcosa che tanti anni fa abbiamo insieme da giovani imparato a cercare (anche a Taizè!).

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  2. L’attenzione e lo sguardo acuto ed analitico vi hanno portato ad un incontro sì difficile ( i giorni del fuoco) ma denso e simpatetico con Trieste. Una città che conosco da tempo e che , dopo aver sonnecchiato troppo, oggi cerca di ravvivarsi.
    Tante le sue potenzialità e, come tu scrivi Gian Maria, figlie in buona parte della sua discendenza mitteleuropea ( che è anche vocazione).
    Per vicissitudini familiari, lo conosco anche da dentro e debbo deplorare il conflitto non sanato tra l’anima giovanile ( che si potenzia per afflusso di tanti studenti in una buona università) e l’anima senile. Si incastrano le scie di conflitti politici non sopiti.
    La via spirituale in una città che vede la confluenza di diverse fedi religiose è quella che regala più armonia e che - grazia di Dio- potrebbe essere la guida di un futuro più ricco. Da Rosario un abbraccio e un grazie speciale.
    🍀✨🫂💫

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    1. Caro Rosario, sempre completi il quadro con la tue pennellate decisive. Sì, proprio incontro “difficile, denso e simpatetico”: attrazione, affinità, sintonia imprevista, irresistibilmente “patetica” ( oscillante tra incantevole e dolorante), ma insieme fortemente aperto alla speranza “di un futuro più ricco”.

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  3. Riporto qui le riflessioni della cara amica Laura D'Aurizio, scritte da lei su facebook, a commento del nostro post su Trieste:
    "Mamma quante anime belle coi natali a Trieste! Saba, Svevo, Edoardo Weiss, Joyce a titolo onorifico. E Claudio Magris. Tutti portatori sani di una cultura vera fatta di visione di espansione di inclusione, di elaborazione introspettiva psichica, di malinconia reattiva.
    Del viaggio a Trieste, fatto negli anni '90, ho ricordi filmici, alla Tarkovskij (il sentimento della nostalgia) alla Zurlini ( desolazione). Una città dove i sentimenti si fanno tangibili, cultura mitteleuropea, luogo di frontiera, di commistione culturali e religiose. Dove si percepisce la tristezza del vivere, la malinconia come humus, una certa fatiscenza, e il carico delle memorie da accollarsi da custodire. Anche i caffè, nel mio immaginario, mitizzati, mi apparvero un po' tristi, decadenti. È come se Trieste ci dicesse di farci carico di una visione depressiva della vita (non depressa che è diverso) perché i sentimenti identitari veri non temono la nostalgia la malinconia lo sperdimento ma proprio in essi invece possiamo trovare senso significazione e radici e opportunità elaborative. Perciò in questi tempi nullificanti di ricerca spasmodica di sballo e di godimento assoluto (inevitabilmente mortiferi non certo vitalistici) Trieste, la sua cultura insita nel luogo e nelle memorie, è come se ci inducesse a riflessione, a discernimento, a valutazione di quello che è fondamento valoriale ed identitario, giacché senza queste radici diventiamo foglie al vento."

    La nostra risposta:
    "Riflessioni bellissime che facciamo nostre, condividendone ogni aspetto. In particolare, la conclusione: la distanza tra la ricerca di sballo e godimento assoluto e il richiamo della cultura di cui Trieste è simbolo. Grazie! Un saluto affettuoso, Rossana e Gian Maria."

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  4. Molto interessante.
    Il mio impatto con Trieste, tanti anni fa, non è stato così positivo nel senso che non ho trovato quella gentilezza di cui parli. Ma mi sono rifatta in seguito, e comunque resta sempre una città ricca di cultura cosmopolita e patria di grandi scrittori.
    Grazie Rossana, e un abbraccio!

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  5. E grazie naturalmente a Gian Maria!!!!

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  6. Grazie a te, cara Annamaria, anche da parte di Gian Maria. E buona vacanza (ho visto dal tuo blog, sempre bellissimo)! Un grande abbraccio.

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