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venerdì 12 novembre 2021

Note musicali.

Il valore terapeutico della musica.
Post di Rosario Grillo.
Immagini del pittore olandese Jan Miense Molenaer (1610-1668).

Jan Miense Molenaer, Interno con violinista
Vado a proporre riflessioni che, nascenti dal mio abituale ricorso alla musica, si riconnettono all’area del legame corpo-spirito, di cui ultimamente mi sto occupando.
Sono un abbonato di Imusic, servizio di Apple; utilizzo l’ascolto della musica per scopi di relax. (1). Confermo, così facendo, (senza, per questo, adottare i principi e la metodologia della musico terapia), la canonica che dà attuazione alla tradizione più antica sui benefici influssi del ritmo. Per questo, basta citare l’importanza della musica nella cultura greca, dove, in ispecie nell’età più arcaica, poeti-aedi, pastori e ninfe esaltarono la combinazione tra parola e suono e l’intreccio con il passo di danza. Tutto un mondo esprimeva i suoi sentimenti in questa maniera. Il teatro ne risentiva. La “cultura degli eroi” ne usciva esaltata.
Io, molto modestamente, mi addormento, confortato dal suono (posso dire: cullato).
 
💥 Musicoterapia.
Da un bel po’ di tempo, a badarci bene, è stato scoperto il benefico influsso della musica in funzione di cura di certe malattie, di stati d’ansia, addirittura di scompensi cardiocircolatori. Ed è stato di grande momento l’impiego della musica nella psichiatria, cardine della dottrina rivoluzionaria che ha liberato la follia da ogni stigma sociale.
Sono richiamati, in questo caso, certi studi che, a largo raggio, hanno rilevato, per via scientifica, l’influenza esercitata dalla musica sulla crescita delle piante, nella reazione dei corpi animali, appunto, di tutti gli animali, quindi anche del corpo umano.
 
💥 Filosofia della musica.
Jan Miense Molenaer, Famiglia di musicisti
Si può, dopo questa premessa, passare in rassegna le stagioni della filosofia che hanno visto una particolare sottolineatura della valenza della musica.
La “stroncatura” di Platone, causata dalla preoccupazione di tranciare gli impulsi eccitativi delle passioni, venne dopo la forte valorizzazione della musica entro la scuola pitagorica, al seguito di Pitagora, che dal numero, principio primo, dedusse la geometria cosmica e la presenza delle combinazioni matematiche nella essenza delle note musicali. (2)
Nel Medioevo, in forza della centralità della Chiesa, nel complesso dei suoi organi, la musica sacra ebbe poi un deciso risalto; basta fare il nome del canto gregoriano per avere contezza dei canti polifonici che vi furono diffusi. Da qui prese abbrivio anche il canto polifonico “laico” che, mischiandosi con la poesia trobadorica e le iniziative culturali delle città comunali, diede infine luogo al composito panorama del Rinascimento. Qui, strumenti nuovi (a corda), iniziative private ed istituzionali (Venezia in grande evidenza), gli stessi Conservatori (un insieme di iniziativa assistenziale e di cura della musica), spinsero all’approdo alla polifonia moderna (dal madrigale alla musica barocca passando per il melodramma). (3)
“Dove le parole non arrivano… arriva la musica”: in questa espressione si condensa l’immenso significato che Beethoven attribuì alla musica; su questo registro possiamo accordare la parte che Romanticismo e Idealismo assegnarono alla musica che, per Schopenhauer esplicitamente, fu gradino di elevazione alla contemplazione delle Idee, momento di evasione dall’inganno del Wille.
Senza stare ad inseguire, uno per uno, i musicisti (da Brahms a Wagner a Mahler a Berio) che hanno fatto grande la musica dall’Ottocento al Novecento, mi limito a confermare la riconosciuta universale portata culturale e morale della musica.
 
💥 T. Adorno.
Jan Miense Molenaer, Due ragazzi e una ragazza suonano
Piuttosto prendo alimento, per mettere a punto la mia tesi, dalle note, in nulla barbose in quanto sfoggio di erudizione, simpatiche e vivaci piuttosto, che il sociologo Adorno scrisse su “Il carattere di feticcio della musica” del 1938. In essa, Adorno, interessato ad estendere ai prodotti musicali, standardizzati e recisamente segnati dallo scopo commerciale, il titolo di feticcio, di derivazione marxiana, manifesta condiscendenza verso l’ibridazione tra “ musica colta” (o classica) e musica leggera. Per lui prevale sulla forma la sostanza, ovvero la qualità, ovverosia la capacità della musica di parlare al cuore dell’uomo (  della società), di irradiare messaggio universale. Glissa, così, sulla presenza della componente del piacere, sulla partecipazione dei sentimenti, dimostrandosi ben lontano dal razionalismo astratto.
 
💥 Una playlist
Riprendo il discorso del mio “personale diletto”. In questa direzione, cito l’abitudine odierna a comporre playlist musicali: una selezione cioè di brani musicali.
Nel caso di sorgenti musicali, quali IMusic o Spotify o Amazon e via dicendo, ci si può trovare anche davanti a playlist pre-preparate oppure, nel caso di IMusic (che cito perché conosco) alla casualità dell’assemblaggio.
Da questa fonte ricavo l’effetto sorpresa, la meraviglia, in certe occasioni di sentire canzoni, una dietro l’altra, ad alto effetto emotivo e di sicuro valore artistico. (Per questo, sottolineo che non mancano nella mia libreria musicale: De André Battiato Cohen Pavarotti Pino Daniele A. Branduardi musica classica ed altro ancora).
Concludo, appunto, con la riproduzione (purtroppo non con Apple Music che applica il più rigido copyright) di una successione di brani che mi ha incantato, che ha, appunto, esaltato il mio piacere, con esso l’argomentato ruolo musico terapico.
 
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💥 Note.

(1) L’abbonamento si è arricchito di recente del sistema DolbyAtmos Lossness, che rende avvolgente e reale il suono.
(2) È risaputo che i pitagorici credevano in una “ segreta armonia musicale “ presente nell’universo.

6 commenti:

  1. La musica è un linguaggio universale e, nello stesso tempo, parla a ciascuno in modo diverso, percorre le vie del cuore, inteso pascalianamente come "luogo" del sentire e dell'immediato intuire. Grazie Rosario!

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    1. Proprio così: universalità che si accorda con la “ disposizione individuale “
      Le arti - e tu che sai esplorare le virtù della pittura , in ogni espressione autentica, lo sai bene - sono dotate di questa capacità. Ed è salvezza!

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  2. Grazie, caro Rosario, per le tue riflessioni che ancora una volta colgono aspetti essenziali, toccano gli spasimi del cuore le mie corde di musico mancato che un tempo strimpellava l pianoforte violino contrabbasso e sax… E oggi quotidianamente si nutre del respiro della musica: della canzone triste che ti rovista dentro e impone alla tua coscienza la memoria viva dei morti di covid, le violenze domestiche, le vite tormentate dei migranti e stranieri di ieri e di oggi, le sofferenze invisibili di chi è invisibile agli altri, la solitudine insopportabile degli anziani, il grido di rivolta dei giovani, le stupide polemiche e sterili querelle che attanagliano la città ma che non portano a nulla se non a soffocarci nelle inutili querelles: nei canti di gioia malinconica, appena accennata, nei tuoi e nostri munifici canti gregoriani; oppure nei primi movimenti allegri, ma non troppo, e le note si affastellano nell’ordine meraviglioso di una sinfonia che mi fa pensare alla bellezza di sorrisi scambiati, alla meraviglia di incontri inaspettati, a desideri di pace, alla gioia di reciproci doni. Sensazioni inspiegabili la nona di Beethoven o l'adagio della settima, la Primavera di Vivaldi, Mozart, Haydn, Brahms, Scarlatti, Bach, Čajkovskij, Veesi e Puccini, e Guccini De Andrè Mannoia Mina e tanti altri e altre... Come se si sentissero tutti insieme, eppure ben distinti, in una strana polifonia, fatta di chiaroscuri: non monocorde musica, ma tante vibrazioni, tanti movimenti e motivi, e l'uno non esclude l'altro. Bisogna sentirli insieme e assaporare tutte le note: malinconia, gioia, dolore, tristezza, allegria, felicità, nostalgia, desiderio, amore, rimpianto, speranza....la vita! Perché “dove le parole non arrivano, arriva la musica”. Grazie, caro amico.

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    1. Caro Gian Maria, mi inorgoglisce l’apprezzamento che viene da un conoscitore e praticante della musica, mentre io mi rimprovero sempre della mia ignoranza della conoscenza delle note, del solfeggio e dei rudimenti pratici di qualche strumento musicale.
      Il significato della musica però lo intendo bene e mi sorregge nelle mie giornate.
      Come tu scrivi, è il migliore viatico della partecipazione alla gioia, al dolore, alla fatica, alle aspirazioni. Alti e bassi della vita, che si svolge con travaglio, con improvvise dilatazioni di gioia, con lunghi periodi di tristezza.
      La tensione : quella è costante ed il “ registro” della Musica. Un abbraccio 🫂

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  3. La musica ci salva davvero e sa toccare corde profondissime con una immediatezza che va al di là delle parole.
    Tra i tanti esempi di musicoterapia, mi piace ricordare, nella Bibbia, Davide che suonando l'arpa acquieta lo "spirito cattivo" di Saul.
    Grazie!

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  4. Grazie, cara Annamaria! Anche per il tuo esempio, di grande eloquenza. Un abbraccio.

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