Un brano visionario, che porta nel cuore dell'umana miseria e suggerisce possibili varchi di riscatto, al di là di ogni facile moralismo.
🖊 Post di Rossana Rolando.🎸 La cattiva strada.
(brano e musica di Fabrizio De André e Francesco De Gregori, Album Volume 8, 1975).
Per leggere il testo cliccare qui.
Fabrizio De André, Concerto (1980) |
Il personaggio
misterioso (il soggetto di tutti gli incontri) è colui che la percorre fino in fondo. La “cattiva”
strada è divenuta la sua strada, quella in cui ha scelto di rendersi visibile.
Non
rimprovera e non fa prediche, compie invece gesti che stupiscono e provocano un
sicuro effetto, tanto che tutti lo seguono affascinati, come se fossero risvegliati
ad una nuova vita:
🔵 al
militare che non ha ancora sparato e lo farà in obbedienza ai comandi
(innocente perché inconsapevole o autoassoltosi nell'obbedienza al dovere) getta in faccia uno sputo (e gli ricorda che questo è niente in
confronto all'orrore della guerra);
🔵 alla
regina (una prostituta?) che vende il proprio dolore sui viali dietro la stazione ruba l’incasso del suo mestiere, perché possa tornare com'era prima del suo avvilimento;
🔵 al
pilota che si crede immortale - ed è questa la sua colpa - trucca le stelle del destino perché sappia di dover morire;
🔵 all’alcolizzato
offre ancora da bere, così che sia lui stesso a dire “adesso è ora che io vada”, è ora che mi alzi dal mio torpore;
🔵 ai
giurati bacia la bocca (come il Cristo del Grande Inquisitore di Dostoevskij), per dire loro che essi stessi hanno bisogno di essere perdonati.
In
ultimo sparisce: lungo tutto il suo viaggio ha ripetuto di dover andare (“è ora
che io vada”). La gente non sa giudicare se questo è un bene o un male. Prima di partire egli ha avvertito del pericolo: “Non vi conviene venir con me dovunque vada...”.
L’ultima strofa del testo sembra mettere sulle tracce del personaggio misterioso, venuto a percorrere la “cattiva” strada: è l’amore che tutti possono incontrare e dare, è lui - l’Amore - la forza invisibile capace di liberare i prigionieri.
L’ultima strofa del testo sembra mettere sulle tracce del personaggio misterioso, venuto a percorrere la “cattiva” strada: è l’amore che tutti possono incontrare e dare, è lui - l’Amore - la forza invisibile capace di liberare i prigionieri.
Un
testo di conversione e di liberazione, privo di moralismi, come è nella poetica
di Fabrizio De André.
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Buongiorno,
RispondiEliminache bel risveglio nel leggere questo post...Amo la musica e Fabrizio De Andrè è stato e rimarrà sempre un fuoriclasse!
Aggiungo a questo percorso tracciato una ballata che secondo me è un simbolo "Il Pescatore"
Che passa attraverso la sofferenza e la miseria umana e la vince...intriso di perdonoe misericordia, il pescatore che versò il vino e spezzò il pane per chi diceva"ho sete e ho fame".
Grazie per il commento che attinge alla ricchezza dei testi di questo grande autore della musica italiana. Buon fine settimana.
EliminaModerazione estremista?
RispondiEliminaCredo proprio di sì... un abbraccio. Grazie a lei! Buon sabato.
EliminaUn post molto bello, che ricondivido volentieri sul mio profilo.
RispondiEliminaBuon fine settimana :)
Grazie di cuore Maurizio. Ricambiamo di cuore l'augurio.
EliminaSplendidamente convincente quest'esegesi di De Andrè! Grazie! Amo De Andrè, per me è un grande. Mi sa che tra qualche giorno la condivido anch'io nel mio blog.
RispondiEliminaGrazie. Un caro saluto.
EliminaBellissima canzone, grazie anche per il contenuto.
RispondiEliminaGrazie a lei! Buon sabato.
EliminaCiao Rossana e grazie per questo bel ricordo... Un uomo che ha detto "tanto" prima di "tanti".
RispondiEliminaUn abbraccio.
Ciao Rossana e grazie per questo bel ricordo... Un uomo che ha detto "tanto" prima di "tanti".
RispondiEliminaUn abbraccio.
Che piacere "risentirti". Grazie a te. Un caro abbraccio.
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