Il soggetto (ciascun uomo) oggetto del mercato e dei bisogni indotti da esso.
Post di Rosario Grillo
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Hilda Clark in una immagine pubblicitaria della Cocacola, 1900 |
La caratteristica che viene messa in rilievo ha un potere di assorbenza totale e coinvolgente, tanto da determinare: la liquidità delle relazioni, la centralità del motore individualista, la decadenza del pathos politico, la crescita onnivora del mercato, il definitivo crollo del mito del progresso…
Il perno attorno al quale gira il congegno: il feticismo della soggettività.
Bauman applica al soggetto il fenomeno della feticizzazione che Marx aveva limitato alla merce, tirando le conseguenze dell’argomentazione portata da K. Polanyi: il feticismo della merce impiantato sulla equivalenza lavoro-merce implica la feticizzazione del lavoratore, della sua volontà, che in definitiva non è più autonoma. Il soggetto andrà a trovarsi nello stato di oggetto (del mercato).
Viene così alterata la distinzione soggetto-oggetto; il soggetto è ridotto alla stregua di un oggetto. Una mutazione che sbandiera, alla superficie, la libertà di scelta del soggetto (consumatore); quella stessa libertà che, in concreto, è subordinata alla compulsione di scelte continuative, suscitate da bisogni futili.
Nel frattempo si è esaurito il tempo della società dei produttori: in essa persistente la qualità del produttore assieme a quella del prodotto manufatto con un marcatore di prestigio contrassegnato dalla durata degli oggetti accumulati (patrimonio). Si è instaurata poi la società dei consumatori: in essa bisogni inesauribili e un indicatore di prestigio fissato sul continuo movimento (volubilità ed effimero trionfano ).
Bauman annota : “Come forse ricordiamo dalle lezioni scolastiche sulle geometria euclidea, i punti non hanno lunghezza, larghezza e profondità: esistono, saremmo tentati di dire, prima dello spazio e del tempo, in universo di punti lo spazio e il tempo devono ancora iniziare. (…) simili punti privi di spazialità e temporalità contengono un infinito potenziale di espansione e infinite possibilità di esplodere. [Riprendendo Maffesoli] la vita, sia essa individuale o sociale [è] composta da una successione di adesso”. (1)
Questa realtà rispecchia apparentemente libertà, iniziativa, gratificazione, in solido rivela invece servitù, eteronomia…infelicità.
La costellazione degli istanti (2), vissuti uno per uno, manifesta assenza di senso, precarietà e futilità.
La categoria della possibilità, ricca di generatività in altra dimensione, nel caso specifico si spegne su se stessa, implode e rimanda a manipolazioni mercantili.
Appunto su questo ribaltamento voglio portare l’attenzione, per mettere in guardia dal meccanismo di sostituzione che la tecnica mercatista ha operato, a discapito di qualsiasi valore umanistico.
Lo stesso Bauman svela l’arcano, quando descrive il passaggio dalla “comunità sociale pre moderna” all’equivalente nella modernità: in questa seconda vanno calati gli attributi della sorveglianza panoptica velandoli a mezzo lo scenario della libertà soggettiva. Prende forma una pseudo comunità che, mentre nella versione di prima aveva la maschera della nazione, nel tempo moderno, può avere varie configurazioni.
Restano ferme: la presenza dello scopo della sicurezza, il legante della “solidarietà meccanica” (vedi Durkheim), la sollecitazione alla scelta continua (versione concreta di una fittizia libertà).
“Questo nuovo modo, attuato dalla società dei consumatori liquido - moderna, non genera, o quasi, dissenso, resistenza o ribellione grazie all’espediente di rappresentare il nuovo obbligo (l’obbligo di scegliere) come libertà di scelta. Si potrebbe dire che dopo secoli si è avverata la profezia tanto discussa criticata e vituperata di J.J. Rousseau, secondo cui gli uomini devono essere ‘costretti a essere liberi’ ” (3).
Tirando le fila, le superficiali sollecitazioni del principio di piacere nel contesto del principio di realtà improntano una forma di civiltà piatta, priva di qualsiasi tensione ideale, capace di svuotare l’essere umano rendendolo ingranaggio di un meccanismo infernale.
Oggi, davanti alla vischiosità invadente del consumismo, verifichiamo una riduzione abbondante degli strumenti critici, depotenziati soprattutto da una galoppante depoliticizzazione. Entro quest’ultima sono ormai lampanti le azioni di erosione dei modi e degli spazi della democrazia.
Note
(1) Z.Bauman, Consumo,dunque sono, Laterza (in eBook).
(2) L’istante-momento della società consumistica è privo di ogni spessore; rende perciò fuggente il presente condensandolo in “una totalità senza finestre”, incomunicabile: indietro con il passato, in avanti con il futuro. Si lega ad un individuo in corsa continua.
(3) eBook di sopra.
Diagnosi terribilmente veridica e conturbante, che non fa sconti, ma è grido di speranza . Non solo speranza come denuncia delle nostre alienazioni sintetizzate dal saggio di qualche anno fa di Byun-Chul Han (L’espulsione dell’Altro): La proliferazione dell’Uguale, male del nostro tempo che investe ogni ambito vitale della società dominata dai rapporti neoliberistici di produzione, iperconsumo, ipercomunicazione digitale. con quali ui ci si ingozza fino allo stordimento. Uguale significa massa indifferenziata dove “tutti hanno lo stesso volto e parlano la stessa voce” ma “paradossalmente ognuno vuole essere diverso dagli altri”, pretendendo di essere addirittura autentico e libero, mentre in realtà non fa che prolungare l’Uguale. Speranza certamente come annuncio di nuovi possibili orizzonti ; la riscoperta dell’Altro, restituendogli la sua sconcertante stupefacente alterità;il reciproco ascolto dialogico che ci rende partecipi della dimensione sociale della sofferenza nella sua alterità; il silenzio dell’ascolto che invita l’Altro a esprimersi liberamente nella sua alterità, apre la strada alla riconciliazione in cui il lontano e il diverso restano tali ma tutti protesi verso una comunità di pace ed ospitalità,, perché “il tempo dell’Altro istituisce una comunit࣠. È perciò un buon tempo”- Grazie, Rosario!
RispondiEliminaL’asfissia e’ quasi totale e tu fai bene ad indicare la “ fessura” per la quale far passare il riconoscimento dell’Altro, l’accoglienza, la speranza del dialogo ( che non può avvenire tra “ assonanti”). Alla morsa reagiamo con “ le differenze “ che convivono nella Comunità. Una menzione va al lavoro di Rossana, svolto in un momento di difficoltà. Auguri di buona salute 🤗🍀
EliminaGrazie!
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