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sabato 28 luglio 2018

Ermanno Olmi racconta Carlo Maria Martini tra storia e poesia.

Il film documentario di Ermanno Olmi presenta liricamente la biografia interiore di Carlo Maria Martini e insieme l'affresco di una parte della storia novecentesca.
Post di Rossana Rolando.

La camera del cardinale Carlo Mari Martini, 
dal film di Ermanno Olmi
Ermanno Olmi (1931-2018) racconta Carlo Maria Martini (1927-2012) in un film documentario, uscito nel marzo 2017, che commuove e avvicina con intensa liricità alla figura del cardinale. La voce di Martini - che ripercorre la propria biografia - è interpretata dallo stesso Olmi, con una sovrapposizione delle due grandi anime che aggiunge pathos alla narrazione e alle immagini.
La scena iniziale, sulla quale la telecamera indugia e ritorna più volte, inquadra un letto vuoto - con il sottofondo di un ticchettio d’orologio  e poi del Requiem di Verdi -, una finestra aperta sui rami di un albero mosso da una leggera brezza, una camera in cui si consuma la malattia e la fase terminale della vita di Martini. L’ansia della morte dà  avvio al lungometraggio (76 minuti) e coinvolge subito nella vicenda di una personalità gigantesca e umanissima insieme.
Carlo Maria Martini, 
dal film di Ermanno Olmi
Il film ricostruisce tutta la vita del cardinale, dalla provenienza familiare e dall’infanzia alla vocazione e all’entrata nei Gesuiti a Cuneo (nel ‘52 viene ordinato sacerdote), dalla formazione, durante gli anni del fascismo e della guerra, al periodo romano, con gli studi teologici e biblici (Gregoriana) e l’attività d’insegnamento al Pontificio Istituto biblico, insieme all’impegno concreto nella Comunità di Sant’Egidio, fino  all’incontro con Wojtyla e alla nomina come arcivescovo di Milano. Sono gli anni 1979-2002, il periodo delle brigate rosse e del terrore, della contrapposizione tra mondo imprenditoriale e  lavoratori, della corruzione che precede Tangentopoli… Martini cerca il dialogo con i brigatisti (l’episodio famoso delle armi che vengono  consegnate in Arcivescovado), intreccia un rapporto vivo con il mondo sofferente dei carcerati (il battesimo dei due gemelli nati in carcere), scrive ed entra nel dibattito etico politico: è l’Auctoritas cui fare riferimento. Ma sono anche gli anni della Bibbia insegnata ai giovani, in un Duomo incredibilmente affollato, gli anni in cui viene istituita la Cattedra dei non credenti, con una dialettica autentica tra uomini e donne pensanti (il vero discrimine per Martini non è, infatti, tra credenti e non credenti, ma tra pensanti e non pensanti).
Carlo Maria Martini a Gerusalemme, 
dal film di Ermanno Olmi
Poi il tempo trascorso a Gerusalemme e l’amore per questa città simbolo, vissuta soprattutto come luogo di dialogo, di amore e di preghiera - comune alle diverse religioni: musulmana, ebrea, cristiana -, e non semplicemente come terra di conflitti.
Infine - nelle ultime riprese - la scena toccante in cui Martini sofferente pronuncia a fatica la propria  benedizione, in una fase in cui il morbo è già molto avanzato.
Un film che impressiona e colpisce,  un’opera che va guardata e riguardata, gustata dentro, nel profondo, perché non racconta semplicemente fatti, ma comunica un’esperienza umana vera: “vedete sono uno di voi” è il titolo.

🌟Alcune citazioni dal film:

✱“Vedete sono uno di voi e come voi cerco di pensarci, all’ansia per quelle ultime ore, quando mi mancheranno le forze o magari mi spaventerò perché mi sentirò soffocare o avrò il timore di non controllare più le mie reazioni, il mio corpo, le mie parole”.

✱“… la formazione della mia vita religiosa, una formazione che ricordo con particolare gratitudine perché, da una parte era molto severa, austerissima, dall’altra era una formazione alla libertà, una formazione a scegliere attraverso la propria coscienza, al discernimento spirituale e intellettuale, rigorosa e insieme liberante”.

✱Motto episcopale di Carlo Maria Martini: “Pro veritate adversa diligere” (Per amore di verità accettare le avversità).

✱“Fin da quando avevo dieci anni mi fu chiara l’idea che dovevo dedicare a Dio tutta la mia vita…”.

✱“La parola di Dio è semplice, per questo ha solo bisogno di silenzio”.

✱“Mi rivolgo a quelli fra voi che hanno idea di cosa sia la nobiltà di pensiero: vi invito a considerare più da vicino il nostro dovere e la responsabilità del nostro compito…”.

✱“Chiamare dei non credenti a spiegare perché non credono. Io chiedevo non di credere o non credere, ma chiedevo: siete pensanti o non pensanti?”

✱“Mi sono riappacificato col pensiero di dover morire. La morte ci obbliga a fidarci totalmente di Dio”.

✱“La coscienza del mistero è la nostra unica certezza. Più in là non dobbiamo andare. E’ rinuncia, dirvi questo? E’ rassegnazione? No, è sincerità”.

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Qui il link del film intero: Vedete sono uno di voi.

15 commenti:

  1. Un grande Olmi che narra da par suo uno dei più grandi Cardinali della Chiesa in età moderna.

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  2. Rossana ci introduci al dialogo con “ due grandi anime”, che hanno trattato i temi significanti dell’esistenza. La loro fatica, il loro intento , insieme pedagogico e spirituale erano la Fede dell’uomo. Non la Fede precostituìta, ma quella liberamente scelta e vissuta.
    Grazie!🌈

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    1. Cacciari, nel video, esprime bene questo modo di concepire la Fede - che tu sottolinei -, una Fede che è continua ricerca, che convive con il dubbio e l'incredulità... Un caro abbraccio.

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  3. Non sapevo di questo film. Da subito ho sperato in una indicazione per poterlo trovare: addirittura il link! Grazie! Che bel post e Cacciari!
    Buon fine settimana a voi!

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    1. Grazie Gianni! Il tuo commento mi ha fatto felice, anzitutto perché far conoscere qualcosa che si ritiene valido e bello a un amico è fonte di gioia e poi perché è indicativo del tuo apprezzamento sempre coinvolto e attento. Un caro abbraccio.

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  4. sì, anch'io voglio ringraziarvi. che bella (!!!)l'intervista a Cacciari! grazie! buon fine settimana!

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    1. Grazie di cuore Roberta! Le considerazioni di Cacciari sono sempre acute e, in questo caso, illuminanti perché testimoniano il modo in cui Martini veniva sentito anche in ambito laico e non soltanto ecclesiale: un gigante, dal punto di vista intellettuale e umano.

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  5. Non conoscevo questo splendido, ultimo, "regalo" di Ermanno Olmi. Grazie di questa preziosa condivisione, cara Rossana. Buon fine settimana.

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    1. Proprio un regalo! Come dicevo a Gianni sono felice di poterlo condividere con gli amici. Un caro abbraccio a te.

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  6. Angelo Carlo Maria Fumagalli28 luglio 2018 alle ore 18:53

    Olmi è un poeta non solo un regista.

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  7. Stupendo!!E COMMOVENTE!!!

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  8. @ Angelo Carlo Maria Fumagalli @Gianna Benatti
    Ermanno Olmi dice, infatti, (in un’intervista sul film dedicato al cardinal Martini), che “non c’è arma micidiale al mondo che possa vincere la poesia. Però (aggiunge) bisogna avere il coraggio, non di essere poeti perché si canta in endecasillabi … ma anche poeti dell’ascolto, perché se si ascolta con interesse, con gioiosa curiosità, un discorso che aiuta a capire meglio l’opportunità che l’uomo ha di vivere la propria esistenza, beh questo è proprio un motivo di felicità. Il valore che ha il silenzio dentro di sé. Se non si riesce a innescare questo silenzio – che è il silenzio dell’ascolto – non si ascolta”.

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  9. @Fabio Zavatta
    Pienamente concorde! Grazie per la condivisione, un abbraccio anche da Gian Maria.

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