Il film documentario di Ermanno Olmi presenta liricamente la biografia interiore di Carlo Maria Martini e insieme l'affresco di una parte della storia novecentesca.
Post di Rossana Rolando.La camera del cardinale Carlo Mari Martini, dal film di Ermanno Olmi |
Ermanno Olmi (1931-2018) racconta Carlo Maria Martini (1927-2012) in un
film documentario, uscito nel marzo 2017, che commuove e avvicina con intensa
liricità alla figura del cardinale. La voce di Martini - che ripercorre la
propria biografia - è interpretata dallo stesso Olmi, con una sovrapposizione delle
due grandi anime che aggiunge pathos alla narrazione e alle immagini.
La scena iniziale, sulla quale la
telecamera indugia e ritorna più volte, inquadra un letto vuoto - con il
sottofondo di un ticchettio d’orologio e
poi del Requiem di Verdi -, una finestra aperta sui rami di un albero mosso
da una leggera brezza, una camera in cui si consuma la malattia e la fase terminale
della vita di Martini. L’ansia della morte dà
avvio al lungometraggio (76 minuti) e coinvolge subito nella vicenda di
una personalità gigantesca e umanissima insieme.
Carlo Maria Martini, dal film di Ermanno Olmi |
Il film ricostruisce tutta la vita del
cardinale, dalla provenienza familiare e dall’infanzia alla vocazione e
all’entrata nei Gesuiti a Cuneo (nel ‘52 viene ordinato sacerdote), dalla
formazione, durante gli anni del fascismo e della guerra, al periodo romano, con
gli studi teologici e biblici (Gregoriana) e l’attività d’insegnamento al
Pontificio Istituto biblico, insieme all’impegno concreto nella Comunità di Sant’Egidio,
fino all’incontro con Wojtyla e alla
nomina come arcivescovo di Milano. Sono gli anni 1979-2002, il periodo delle
brigate rosse e del terrore, della contrapposizione tra mondo imprenditoriale
e lavoratori, della corruzione che
precede Tangentopoli… Martini cerca il dialogo con i brigatisti (l’episodio famoso
delle armi che vengono consegnate in Arcivescovado), intreccia un rapporto vivo con il mondo sofferente dei
carcerati (il battesimo dei due gemelli nati in carcere), scrive ed entra nel
dibattito etico politico: è l’Auctoritas cui fare riferimento. Ma sono anche
gli anni della Bibbia insegnata ai giovani, in un Duomo incredibilmente
affollato, gli anni in cui viene istituita la Cattedra dei non credenti, con
una dialettica autentica tra uomini e donne pensanti (il vero discrimine per Martini
non è, infatti, tra credenti e non credenti, ma tra pensanti e non pensanti).
Carlo Maria Martini a Gerusalemme, dal film di Ermanno Olmi |
Poi il tempo trascorso a Gerusalemme e
l’amore per questa città simbolo, vissuta soprattutto come luogo di dialogo, di amore e di preghiera -
comune alle diverse religioni: musulmana, ebrea, cristiana -, e non semplicemente come terra di conflitti.
Infine - nelle ultime riprese - la scena toccante in cui
Martini sofferente pronuncia a fatica la propria benedizione, in una fase in cui il morbo è
già molto avanzato.
Un film che impressiona e colpisce, un’opera che va guardata e riguardata, gustata
dentro, nel profondo, perché non racconta semplicemente fatti, ma comunica
un’esperienza umana vera: “vedete sono uno di voi” è il titolo.
🌟Alcune citazioni dal film:
✱“Vedete sono uno di voi e come voi cerco di pensarci, all’ansia per quelle ultime ore, quando mi mancheranno le forze o magari mi spaventerò perché mi sentirò soffocare o avrò il timore di non controllare più le mie reazioni, il mio corpo, le mie parole”.
✱“… la formazione della mia vita religiosa, una formazione che ricordo con particolare gratitudine perché, da una parte era molto severa, austerissima, dall’altra era una formazione alla libertà, una formazione a scegliere attraverso la propria coscienza, al discernimento spirituale e intellettuale, rigorosa e insieme liberante”.
✱Motto episcopale di Carlo Maria Martini: “Pro veritate adversa diligere” (Per amore di verità accettare le avversità).
✱“Fin da quando avevo dieci anni mi fu chiara l’idea che dovevo dedicare a Dio tutta la mia vita…”.
✱“La parola di Dio è semplice, per questo ha solo bisogno di silenzio”.
✱“Mi rivolgo a quelli fra voi che hanno idea di cosa sia la nobiltà di pensiero: vi invito a considerare più da vicino il nostro dovere e la responsabilità del nostro compito…”.
✱“Chiamare dei non credenti a spiegare perché non credono. Io chiedevo non di credere o non credere, ma chiedevo: siete pensanti o non pensanti?”
✱“Mi sono riappacificato col pensiero di dover morire. La morte ci obbliga a fidarci totalmente di Dio”.
✱“La coscienza del mistero è la nostra unica certezza. Più in là non dobbiamo andare. E’ rinuncia, dirvi questo? E’ rassegnazione? No, è sincerità”.
🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟
Un grande Olmi che narra da par suo uno dei più grandi Cardinali della Chiesa in età moderna.
RispondiElimina👏👏👏
RispondiEliminaGrazie! Un saluto.
EliminaRossana ci introduci al dialogo con “ due grandi anime”, che hanno trattato i temi significanti dell’esistenza. La loro fatica, il loro intento , insieme pedagogico e spirituale erano la Fede dell’uomo. Non la Fede precostituìta, ma quella liberamente scelta e vissuta.
RispondiEliminaGrazie!🌈
Cacciari, nel video, esprime bene questo modo di concepire la Fede - che tu sottolinei -, una Fede che è continua ricerca, che convive con il dubbio e l'incredulità... Un caro abbraccio.
EliminaNon sapevo di questo film. Da subito ho sperato in una indicazione per poterlo trovare: addirittura il link! Grazie! Che bel post e Cacciari!
RispondiEliminaBuon fine settimana a voi!
Grazie Gianni! Il tuo commento mi ha fatto felice, anzitutto perché far conoscere qualcosa che si ritiene valido e bello a un amico è fonte di gioia e poi perché è indicativo del tuo apprezzamento sempre coinvolto e attento. Un caro abbraccio.
Eliminasì, anch'io voglio ringraziarvi. che bella (!!!)l'intervista a Cacciari! grazie! buon fine settimana!
RispondiEliminaGrazie di cuore Roberta! Le considerazioni di Cacciari sono sempre acute e, in questo caso, illuminanti perché testimoniano il modo in cui Martini veniva sentito anche in ambito laico e non soltanto ecclesiale: un gigante, dal punto di vista intellettuale e umano.
EliminaNon conoscevo questo splendido, ultimo, "regalo" di Ermanno Olmi. Grazie di questa preziosa condivisione, cara Rossana. Buon fine settimana.
RispondiEliminaProprio un regalo! Come dicevo a Gianni sono felice di poterlo condividere con gli amici. Un caro abbraccio a te.
EliminaOlmi è un poeta non solo un regista.
RispondiEliminaStupendo!!E COMMOVENTE!!!
RispondiElimina@ Angelo Carlo Maria Fumagalli @Gianna Benatti
RispondiEliminaErmanno Olmi dice, infatti, (in un’intervista sul film dedicato al cardinal Martini), che “non c’è arma micidiale al mondo che possa vincere la poesia. Però (aggiunge) bisogna avere il coraggio, non di essere poeti perché si canta in endecasillabi … ma anche poeti dell’ascolto, perché se si ascolta con interesse, con gioiosa curiosità, un discorso che aiuta a capire meglio l’opportunità che l’uomo ha di vivere la propria esistenza, beh questo è proprio un motivo di felicità. Il valore che ha il silenzio dentro di sé. Se non si riesce a innescare questo silenzio – che è il silenzio dell’ascolto – non si ascolta”.
@Fabio Zavatta
RispondiEliminaPienamente concorde! Grazie per la condivisione, un abbraccio anche da Gian Maria.