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domenica 18 ottobre 2020

Siamo ombra profonda, Giordano Bruno.

Il sapere non è un possesso, ma una tensione, per “speculum in aenigmate”.

Post di Rossana Rolando.

Giordano Bruno, stampa d'epoca

Vivo tra forme luminose e vaghe/che ancora non son tenebra./[…]

Nella mia vita son sempre state troppe le cose;/Democrito di Abdera si strappò gli occhi per pensare;/il tempo è stato il mio Democrito./Questa penombra è lenta e non fa male;/scorre per un mite pendio/e somiglia all’eterno. 

(Jorge Luis Borges, Elogio dell’ombra)¹.

Il tema dell’ombra attraversa i mondi della cultura: dall’arte alla letteratura, dalla musica alla poesia.

Anche in ambito filosofico l’ombra ha avuto una sua storia, non sempre celebrativa.  Platone ha concepito le ombre, nel suo mito della caverna, come il grado meno affidabile della conoscenza, frutto di inganno e talora anche di manipolazione². C’è però chi ha colto nell’ombra l’immagine di cui si nutre la conoscenza. Mi riferisco a Giordano Bruno che al tema ha dedicato un suo scritto denominato Le ombre delle idee. Apparentemente si tratta di un’opera sulla mnemotecnica, in realtà è un invito alla conoscenza e alla scoperta della potenza della mente:

“L’intelletto, come questo sole sensibile, non smette di spargere la sua luce a causa del fatto che non sempre, né tutti, ce ne accorgiamo”.³

Giordano Bruno, Figura amoris, incisione

Il linguaggio è platonico e neoplatonico, ma l’approccio non ha alcuna pretesa di assolutezza: il sapere non è un possesso, ma una tensione, perciò nessuno può pretendere di detenere la verità nella sua totalità, ma solo nei suoi simulacri, per “speculum in aenigmate” (1 Cor. 13,12). Non è un caso che, già nel titolo, sia contenuto un ribaltamento del mito platonico: noi non conosciamo le idee (il vero essere platonico), ma le loro ombre; non viviamo nella luce piena, ma nella penombra, non abbiamo, ma desideriamo. Infatti, il saggio si apre proprio con “l’arte di cercare”. Come dice Nuccio Ordine, esperto di Giordano Bruno, tra la verità assoluta che genera fanatismo, conflitto e intolleranza e la negazione nichilistica di ogni verità vi è la terra umanissima del dubbio e del dialogo, della ricerca insonne della verità, per la quale si può anche morire, come ha testimoniato lo stesso filosofo nolano

Lo scritto viene pubblicato a Parigi nel 1582, nel pieno delle devastanti guerre di religione in Francia (e poi in tutta Europa), una decina di anni prima del rientro in Italia - a Venezia presso Mecenigo - e dell’inizio del lunghissimo processo, ad opera dell’Inquisizione romana, che porterà Bruno alla morte sul rogo il 17 febbraio del 1600.

Quindi esso è anche la risposta ad una religione – quella cristiana del Cinquecento – che ha perduto la sua fiamma originaria e si è lacerata al suo interno, negando altresì il libero pensiero che può crescere soltanto nel solco della verità e nella dimensione nomade della ricerca:

Giordano Bruno, Figura intellectus, incisione
“Il più sapiente degli ebrei [Salomone] per suggerire agli animi la perfezione dell'uomo ed il conseguimento di quanto di meglio si possa avere, presenta la sua amica, che parla in questo modo: «M'assisi all’ombra di colui che avevo desiderato (Ct. 2,3)». Ed infatti, questa nostra natura non è così grande da poter occupare interamente, secondo la sua capacità, il campo della verità. […] D'altra parte, chi può far sì che una cosa il cui essere non è propriamente vero, e la cui essenza non è propriamente la verità, possieda efficacia ed atto di verità? Gli è quindi sufficiente, ed è già molto, sedere all’ombra del bene e del vero.

Le ombre quindi non sono semplicemente quelle fisiche ovvero immagini meno vivide delle cose. Sono le vie della conoscenza mai esaurita ed esauribile di ciò che è giusto, vero, buono, bello, degno, nobile. La stessa interpretazione della Genesi aiuta a comprendere la visione bruniana dell’ombra. Quando Dio chiede ad Adamo “dove sei?” (Gen. 3,9), egli risponde dal luogo in cui ha trovato riparo, sotto l'ombroso albero della conoscenza. Il significato simbolico è tutto racchiuso in questa immagine: non è l’ombra dell’albero semplicemente, ma l’ombra del bene e del male, del vero e del falso che l’albero rappresenta.

Alcune espressioni, che si ritrovano nella parte più sistematica dello scritto - composta da trenta intenzioni (modi in cui si debbono intendere le ombre) e da altrettanti concetti (rapporto tra idee ed ombre) - successiva ad una introduzione poetica e ad un dialogo, possono chiarire il significato delle ombre per Bruno. Esse sono l’unico modo in cui l’uomo può essere raggiunto dalla luce. Sono messaggere dell’impalpabile, dell’invisibile, dello sconosciuto. Sono tracce dell'irraggiungibile, di quello che non c’è e di cui pure, misteriosamente, si avverte la mancanza.

Giordano Bruno, Figura mentis, incisione
“[L’ombra] sia considerata come vestigio di luce, come partecipe della luce, come luce non piena”.

“Ma di questa catena non dev'essere anello [...] l’ombra che allontana dalla luce, ma quella che conduce alla luce, la quale ombra, anche se non è verità, deriva pur sempre dalla verità e porta alla verità, e perciò in essa non devi credere che vi sia errore, ma latenza del vero”.

“Quindi l’ombra prepara alla vista della luce. L’ombra tempera la luce. Per mezzo dell’ombra la divinità tempera e distribuisce le specie che rendono percettibili le cose, che si rivelano all'occhio offuscato dell'anima affamata e assetata. Impara quindi a riconoscere quelle ombre che non dissolvono, ma preservano e custodiscono in noi la luce, e dalle quali siamo sospinti e condotti all’intelligenza e alla memoria.

Le ombre partecipano del mondo della luce e delle tenebre, della vita e della morte, perciò sono simili all’uomo. Egli, infatti, è quell’essere prodigioso (monstrum) che sta tra oscurità e chiarità: muore ed anela ad una vita piena, soffre eppure vuole essere felice, è diviso e tende all’armonia, è in guerra e sospira la pace, conosce limiti e miserie e nondimeno è capace di pensieri altissimi e di opere nobilissime…

“Insomma, nell’orizzonte della luce e delle tenebre non possiamo scorgere nient’altro che l’ombra”.

[...] vorrei che ti riesca anche di distinguere l'ombra dalla natura delle tenebre. L'ombra non è tenebra, ma è un vestigio della tenebra nella luce, o un vestigio della luce nella tenebra, o partecipe della luce e della tenebra, o una mescolanza di luce e di tenebra, o non è né luce né tenebra, ma è da entrambe distinta”.

Giordano Bruno, Theuti radius (raggio di Thot), incisione
“Di conseguenza, non dimenticare che, avendo l'ombra sia le caratteristiche della luce, sia quelle dell'oscurità, accade che qualcuno sia in un'ombra duplice: vale a dire all'ombra dell'oscurità e - come dicono - «di morte» [...]; e all'ombra della luce...

“Per tutti questi motivi nota in che modo dalla luce e dalla tenebra [...] nasce l’ombra, della quale è padre la luce ed è madre la tenebra”.¹⁰

Non so se questo messaggio valga ancora per l’oggi. Certo spinge a cercare, distinguere, vagliare tra le ombre in cui ci muoviamo e siamo, quelle che davvero sono tracce di luce.

✴️ Note.

1. Jorge Luis Borges, Elogio dell'ombra, contenuto nell'omonima raccolta, Mondadori, I Meridiani, Milano 1985, vol. II, p. 363. 
2. Platone, La Repubblica, VII, 516, c-d.
3. Si tratta del primo scritto di Giordano Bruno a noi pervenuto. In italiano è edito da Mimesis, contenuto in L'arte della memoria, Milano 2016, che raccoglie due saggi bruniani (L'arte della memoria appunto e Le ombre delle idee). La citazione rimanda a pagina 28 del testo appena citato.
4. Giordano Bruno, Le ombre delle idee, cit. p. 19.
5. Nuccio Ordine, L'utilità dell'inutile, Bompiani, Milano 2013, p. 194.
6.  Giordano Bruno, Le ombre delle idee, cit. p. 39 (Intenzione I. A). E così continua: "E non dico all’ombra del bene e del vero naturale e razionale - in questo modo infatti sarebbe detta una falsità e una malvagità - ma di quello metafisico, ideale e sovrasostanziale."
7.  Afferma Giordano Bruno, Le ombre delle idee, cit., p. 44 (Intenzione XI. L): "la visione di una cosa posta nell'ombra è la più imperfetta delle visioni, dal momento che quanto l’immagine mostra con varietà, l’ombra ce lo offre per così dire senza varietà, perché essa si trova al di sotto dei contorni di una figura esterna, solitamente anche falsati. Ho detto questo in relazione all'ombra in quanto è ombra, e non in quanto l'assumiamo nel nostro discorso".
8.  Cfr. Giordano Bruno, Le ombre delle idee, cit., p. 49 (Intenzione XXIII. Z):“All'ombra, in realtà, niente è contrario, segnatamente non lo è né l'oscurità, né la luce. Perciò l’uomo si rifugiò all’ombra dell’albero della scienza, a causa della conoscenza dell'oscurità e della luce, del vero e del falso, del bene e del male, quando Dio gli domandò: Adamo dove sei?”.
9.  Le citazioni sono tratte rispettivamente da Giordano Bruno, Le ombre delle idee, cit., p. 40 (Intenzione II. B), p. 45 (Intenzione XIV. O), p. 46 (Intenzione XV. P).
10. Le citazioni sono tratte rispettivamente da Giordano Bruno, Le ombre delle idee, cit., p. 40 (Intenzione IV. D), pp. 39-40 (Intenzione II. B), p. 40 (Intenzione IV. D), p. 50 (Intenzione XXVII. Θ).

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6 commenti:

  1. L’ombra è servita da nascondiglio dei/le commentatori/trici ? Scherzi a parte... Post magnifico nel commento, nella proposta, nella confezione ( personalmente riconoscente per la canzone di Battiato).
    Il nostro Bruno: tante volte proposto ed indagato, rivoltato nelle pieghe di una filosofia indagante.
    Soprattutto: un tema saliente nelle difficoltà del presente. Per indicarci la stella polare, la miseria con la “luce” della nostra esistenza. Grazie 🙏 💐💫

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  2. Dedico questo articolo al mio amato Liceo "Giordano Bruno", che ho frequentato come alunna e in cui da molti anni insegno. In un momento così difficile per la scuola, Giordano Bruno rimane il simbolo di un sapere desiderato, inseguito, voluto con tutte le forze (per il puro amore del sapere, "eroicamente", come egli dice), non asservito ad alcun interesse, su tutto prioritario.
    Vorrei che i nostri politici avessero ben presente il primato della scuola e dell'insegnamento e lo tenessero come "stella polare".

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    1. Assolutamente vero che la scuola è un bene primario, trascurarlo o peggio ancora sbeffeggiarlo è un delitto contro l'umanità, come tanti altri che la storia amaramente ci ricorda. Grazie Rossana per la riflessione.

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  3. Toccante la dialettica luce/ombra tratteggiata da Giordano Bruno. Grazie per averla qui riproposta in modo così coinvolgente e sentito. Che bello sapere che insegni in una scuola intitolata a Giordano Bruno (scuola che avevi già frequentato da alunna)... Un abbraccio.

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    1. Grazie a te, cara Maria. Proprio per il legame tra Giordano Bruno e il "mio" Liceo, ho scritto questo post con particolare coinvolgimento. In questi giorni di grande sofferenza per chi ama la scuola e vede disattese tante promesse, Giordano Bruno è simbolo duplice di resistenza e di sconfitta. Un abbraccio.

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  4. Pensavo, se nel sistema platonico v'è anteposto un a priori, e cioè che tutto il mondo sensibile è illusione - differente da quello delle idee - con Bruno qual è la visione del sensibile?
    Faccio questa domanda proprio in virtù del titolo antitetico al platonismo della sua opera qui citata.
    Saluti
    Virgilio

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