Giustizia e convivenza umana.
Post di Rosario Grillo.
Premessa.
Giotto, Giustizia, Padova, 1306 |
Il mio amico Gian Maria ha dato il via ad una denuncia/ mobilitazione, mettendo in luce il pericolo connesso con il Conformismo (qui). Io intendo dare un seguito con questa denuncia della ingiustizia corrente. Mi cimenterò in una prova difficile, cercando di sintetizzare in un testo alla portata di un blog il tema della Giustizia.
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La liturgia di questa domenica (08/01/23), celebrando il battesimo di Gesù, ha utilizzato il Vangelo di Matteo (1) e posto in risalto la risposta di Gesù allo “scrupolo“ di Giovanni. In essa spicca il principio della giustizia. Per questo i testi liturgici rimandavano l’uno all’altro (Isaia 42 - salmo responsoriale 28 - atti degli apostoli, 10) scrutando la natura del “regno di Dio” ed esplorandolo nel disegno di “rendere giustizia”.
Spicca decisamente la combinazione: gloria di Dio - Giustizia.
Lo spessore della giustizia, così intesa, passa ad imbastire il tessuto giuridico e i confini dell’intendimento del potere, amministrato da uomini e tra uomini, ma con intrinseca valorialità metafisica.
Le costituzioni Federiciane (Federico II) alla Const. 1,8 affermano “Pacis cultum, qui a iustitia et quo iustitia abesse non potest, per universas et singulas parties regni nostri percepimus osservari”.
Va osservato che i sovrani opereranno per addomesticare la giustizia nei confini dei propri interessi, a conferma ed assolutizzazione del potere regio, ma resta confermata l’origine sacra dal potere sacerdotale, intendendosi il figlio di Dio come “sacerdote universale”. (2)
Giotto, Ingiustizia, Padova, 1306 |
In un primo tempo: in veste assoluta, poi sempre più in veste costituzionale - parlamentare.
Ora, mentre mi scuso per la forzata sintesi, scelgo un modo di sviluppo focale: la dottrina di Kant. In essa viene posta la base, giuridico-razionale, il nesso tra diritto e morale. In esso consiste il filtro da cui discende la giustizia.
Kant, infatti, mette in opera l’impianto formale (3) della giustizia, richiedente la reciprocità sociale, luogo di riconoscimento e pratica della libertà. (4)
Nel ‘900, con la rinascita kantiana, Rawls utilizzerà la dottrina kantiana della libertà per imbastire una teoria più sostanziosa, articolata ed aggiornata, della giustizia.
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A questo punto aggiungo dei particolari per sottolineare la dialettica tra il giuspositivismo, che per bocca di H. Kelsen, tratteggia la nuova democrazia, avvalendosi di punti di appoggio positivi e concreti, refrattari al metodo giusnaturalistico, e la dottrina di Amartya Sen, che si cimenta sulla dottrina di Rawls e compagni per circostanziare con dati sociologici l’effettualità della giustizia. (5)
Una dialettica che fa risaltare l’estromissione del punto di vista trascendentale, ancorato all’ideale (quindi passibile di evanescenza utopica), con la ricerca di un sostrato/dilatazione nel groviglio del contingente o meglio del fluire della storia. Viene confermata, così facendo, l’istanza irrinunciabile della giustizia, stella polare della convivenza civile.
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Ambrogio Lorenzetti, Buon governo, dettaglio, Siena, 1338-39. |
Sono state ripetute le esortazioni fatte da Francesco I, deplorative della “società dello scarto” in nome della fraternità, dove agli imprenditori si raccomanda di “genera(re) una certa uguaglianza nelle vostre imprese e nella società. È vero che nelle imprese esiste la gerarchia, è vero che esistono funzioni e salari diversi, ma i salari non devono essere troppo diversi.” (6)
In nome di una armonia sociale confortante, nel segno dell’empatia che ha il respiro della solidarietà, con il conforto delle radici spirituali indagate, chiedo perciò un rinnovato impegno ad alzare alta la voce per invocare e rendere giustizia.
La giustizia diventi ordinariamente la norma che regola la nostra convivenza.
Note.
(1) Dal libro del profeta Isaia
Così dice il Signore:
«Ecco il mio servo che io sostengo,/il mio eletto di cui mi compiaccio./Ho posto il mio spirito su di lui;/egli porterà il diritto alle nazioni./Non griderà né alzerà il tono,/non farà udire in piazza la sua voce,/non spezzerà una canna incrinata,/non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta;/proclamerà il diritto con verità./Non verrà meno e non si abbatterà,/finché non avrà stabilito il diritto sulla terra,/e le isole attendono il suo insegnamento./Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia/e ti ho preso per mano;/ti ho formato e ti ho stabilito/come alleanza del popolo/e luce delle nazioni,/perché tu apra gli occhi ai ciechi/e faccia uscire dal carcere i prigionieri,/dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre».
Mt 3, 13-17
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
(2) In epoca medievale, in ispecie, si perfezionò tale dottrina, a partire dall’imperatore Federico I, vedi studi di Kantorowiz.
(3) “Formale” in Kant implica indipendenza da elementi materiali-empirici.
(4) Kant definisce la libertà nell’imperativo categorico, disegnando il “regno dei fini” e deplorando il trattamento dell’uomo “come mezzo”.
(5) A. Sen, L’idea di giustizia, Mondadori 2009.
(6) www.vatican.va discorso del Santo Padre Francesco ai partecipanti dell’assemblea pubblica della Confindustria.
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