Una figura che affascina ancora... (San Francesco nell'illustrazione di Urša Skoberne) |
Una volta san Francesco, sul fare della notte,
giunse a casa di un signore ricco e potente che lo accolse con amicizia e gli
offrì del buon cibo. Francesco riconobbe in lui tanta cortesia e pensò: “Quest’uomo
sarebbe adatto a venire con noi, perché grato a Dio e amorevole verso i poveri.
Pregherò il Signore che gli metta nell’animo questo desiderio”.
Il Santo, dopo alcuni giorni, tornò nei pressi di quella casa e si mise a pregare. Quel gentiluomo, vedendolo pregare così intensamente, uscì dal palazzo, si inginocchiò ai suoi piedi e gli chiese di accoglierlo fra i suoi compagni. Francesco lo abbracciò pieno di gioia e lodò Dio per aver avuto in dono un altro fratello” (Sr. Ch. Amata / E. Giovannini, Un giardino pieno di fiori - i “fioretti” di san Francesco raccontati ai bambini”, EP, pp. 32-33).
Il Santo, dopo alcuni giorni, tornò nei pressi di quella casa e si mise a pregare. Quel gentiluomo, vedendolo pregare così intensamente, uscì dal palazzo, si inginocchiò ai suoi piedi e gli chiese di accoglierlo fra i suoi compagni. Francesco lo abbracciò pieno di gioia e lodò Dio per aver avuto in dono un altro fratello” (Sr. Ch. Amata / E. Giovannini, Un giardino pieno di fiori - i “fioretti” di san Francesco raccontati ai bambini”, EP, pp. 32-33).
... tema dell'arte e della poesia... (Andrea Berretta, intarsio in legno, copia di Giotto, Il miracolo della fonte). |
Umbria: regione che abbiamo scelto
quest’anno come meta delle nostre vacanze, ripercorrendo, con qualche
incursione nel Lazio e Toscana, luoghi ed itinerari non solo francescani,
noti, ma rivisitati con antiche speranze e nuove consapevolezze.
Vacanza! Distenderci, riposarci dalle fatiche
lavorative (specie per mia moglie), liberare la mente ed il cuore dalle
incombenze ed urgenze quotidiane che rischiano di distrarci dall'essenziale, godere
degli aspetti più gioiosi della vita, meravigliarci della bellezza che la
terra offre, vivere intensamente gli incontri programmati ed inaspettati
che il caso o, forse, la Provvidenza ci assegna, non distogliere gli occhi dai
volti che incrociamo, soprattutto quelli segnati dal gravame del dolore e
dall’amarezza della solitudine, seguire sempre i desideri del cuore e lo
stupore degli occhi.
E così, seduti sull’orlo del
precipizio a La Verna o semplicemente nel silenzio di san Damiano o
dell’Eremo delle Carceri, emerge prepotente una sorta di beatitudine che
s’accompagna all’insopprimibile desiderio di amare e di essere amati di un
amore più forte della morte, al bisogno di infinito e di salvezza totale.
Oppure,
mentre ascolti don Luigi nella pieve di Romena, comprendi il non senso del fuggire
al dolore e che, proprio perché immersi nella sofferenza, possiamo
crescere e renderci liberi e reclamare un’esistenza pienamente nostra,
oltre le catene che, dentro e fuori di noi, ci lacerano e ci
condizionano.
Eccomi... (telefonando ... sullo sfondo il paesaggio umbro dal vialetto di San Damiano) |
... con mia moglie... (sullo sfondo Assisi) |
... aperti all'incontro ... (Andrea Berretta, Le mani dell'uomo) |
... presso la comunità di Bose... (Assisi, San Masseo) |
... di fronte alla sofferenza... (Andrea Berretta, intarsio su legno, copia di Dalí, Crocifissione) |
Alla Badia Fiorentina (fraternità di
Gerusalemme), a Cellole di s. Gimignano ed a S. Masseo (comunità di
Bose), in tutte le basiliche di Assisi, nei luoghi francescani della
provincia reatina, a san Damiano ed alla pieve di Romena, riempiamo le nostre vite di
paesaggi che levano il respiro, di opere d’arte sublimi, di luoghi
di preghiera e di meditazione: respiro della trascendenza, implorazione del
finito, stupore del canto dei monaci, contemplazione, adorazione,
benedizione, ringraziamento.. E soprattutto agape…
... grati di tanta bellezza... (Assisi, Eremo delle Carceri, San Francesco contempla le stelle) |
Nello splendore di Assisi - o
di Todi o del monte La Verna o di Camaldoli…- ci arroventiamo
sulle domande eterne, quelle ultime e penultime, quelle che scendono al
nocciolo, alla radice del nostro esistere. Insieme ci apriamo ad ogni possibile incontro, anche i più
contraddittori, senza giudizi di condanna o di assoluzione, ben consapevoli delle nostre contraddizioni.
... consapevoli delle nostre contraddizioni... (Andrea Berretta, Cavallo bianco, gesso) |
Il barista Dario - squisite le torte e le brioches preparate dalla moglie! -, sferzante contro
chi uccide per puro sadismo gli animali e non ha rispetto per la natura; la
sig.a Giulia, giovane guida del museo Horne di Firenze che accoglie ed
accompagna tutti i visitatori, splendida nella sua discrezione e competenza; l’allegrezza delle suore di Casa del Rosario; Andrea Berretta, con le sue sculture e tarsie esposte nella sala del caminetto
della Rocca paolina di Perugia, tanto paziente e modesto quanto bravo
ed estroso artista; l’omelia di
Michele sul “pane” a s. Masseo; le suorine giovani e festanti che corrono a frotte per i
vicoli di Assisi, ridendo e fotografandosi; gli scouts dappertutto, in
ogni angolo; il coraggio delle scelte di vita dei fraticelli e dei monaci -
quanti giovanissimi! – a Cellole, S. Masseo, San Damiano; tantissimi
giovani a dimostrare nelle chiese e nelle oasi di preghiera la forza di
attrazione e l'incredibile presa che ancora oggi ha l’appello di Francesco; e
Gigi a Romena…
...attratti dal fascino di quei luoghi... (Assisi, Chiostro di San Damiano) |
Di contro l’inverecondo commercio che
troviamo dappertutto: Assisi, stupenda città infestata da negozi, bar, ristoranti,
alberghi, chincaglierie di ogni genere dove bisogna impuntarsi per farsi
rilasciare regolare ricevuta; Camaldoli, che la pubblicità esalta come sede
della “vera autentica schiacciata” e l'importuna matrona che, visitando
accanto a noi la cella di S. Romualdo, alla guida che ci accompagna confida la
sua astuta comprensione della vita eremitica (“Bella vita, ci starei anch’io, pranzo
sempre pronto e 30 mq di abitazione ciascuno…”); la proprietaria infelice di
un b&b deludente, che nulla mantiene di quanto pubblicizzato e promesso, tranne l’esoso prezzo.
Eppure Assisi rimane unica e non
cessa di sorprenderti quella impalpabile ed indefinibile aura francescana
appena varchi s. Chiara, le basiliche di Francesco e soprattutto S.
Damiano, dove comprendi che tutto il resto è “palea”….
Come succede a Greccio, al Convento di Fonte Colombo, al convento della Foresta: volenti o nolenti, respiriamo un'irresistibile tensione di riconversione, in qualche modo sperimentiamo che la nostra speranza non è condannata al fallimento, anche se troppo ancora ci sfugge.
...luoghi già visti eppure anche nuovi... (Andrea Berretta, intarsio in legno, Assisi) |
Come succede a Greccio, al Convento di Fonte Colombo, al convento della Foresta: volenti o nolenti, respiriamo un'irresistibile tensione di riconversione, in qualche modo sperimentiamo che la nostra speranza non è condannata al fallimento, anche se troppo ancora ci sfugge.
... tra cammino... (Perugia) |
... e riposo ... (lungo le stradine inerpicate) |
E non vi venga in mente che
abbiamo disdegnato luoghi di svago e di divertimento, degustazioni
di bevande e cibi (le delizie umbre…) ed altre ridenti amenità e gioiose attrattive della nostra bella vita terrena. Né sono mancate le code in
autostrada e le lunghe camminate nel saliscendi delle città e delle campagne.
Ogni evento e momento abbiamo voluto assaporarli come occasione per vivere intensamente, interrogare, interrogarci, dare senso al nostro
nomadismo esistenziale.
Su Romena ha detto tutto, quasi tutto, mia moglie nel post precedente; quel poco che resta fa parte dei nostri segreti.
Su Romena ha detto tutto, quasi tutto, mia moglie nel post precedente; quel poco che resta fa parte dei nostri segreti.
... cercando di gustare ogni momento ... (Andrea Berretta, intarsio legno, copia di Matisse, La danza) |
Infine siamo ritornati alle
ingaune cure domestiche con nel cuore e nella mente i variegati
volti della presenza e testimonianza cristiana nel mondo di oggi:
francescani, comunità di Bose, fraternità di Gerusalemme, Camaldoli, Romena…
Ognuno nel tempo di oggi impegnato a vivere ed operare la fede secondo la propria spirituale libertà.
“Mysterium tremendum et fascinosum”. E noi, non dico brancolanti ma pellegrini e nomadi tra il fascino di Francesco, di Bose e di Romena…
“Mysterium tremendum et fascinosum”. E noi, non dico brancolanti ma pellegrini e nomadi tra il fascino di Francesco, di Bose e di Romena…
... portandolo con noi (vicino a San Damiano). |
Il viaggio di Gian Maria e Rossana, in terra umbra, mi riportano indietro di quasi quarant'anni. (bei tempi) Allora, quasi trentenne, con mia moglie Enrica, ci recammo ad Assisi. Leggendo quanto descritto, ho rivissuto le emozioni che vissi allora. Il contatto con la terra umbra e i loro abitanti - talvolta meno piacevoli ( vedi il rilascio dello scontrino) - mi ha trasmesso un forte messaggio di Fede. La visita all'eremo di San Francesco, poi, come da Rossana descritto, trasfonde la sua purezza d'anima e una ricerca insaziabile di spiritualità. Emozioni che travalicano la realtà. Non manca loro un interrogativo escatologico. ( E' anche il mio) L'empatia con i Sigg.ri Dario e Giulia, le novizie - la presenza di tanti giovani nella casa del Signore. Intensa la chiusa: ogni evento e momento...omissis - Anch'io infatti, vorrei sapere da dove vengo e dove andrò, terminato questo peregrinare terreno. Un abbraccio a entrambi e grazie ancora per questa testimonianza ricca di Fede amore e piritualità.
RispondiEliminaCaro Franco, generoso come sempre. E’ vero: ci accomuna quello che chiami “interrogativo escatologico”. In effetti è stato il compagno del nostro viaggio. Ma non un compagno importuno, quello che pretende di estraniarci dalla vita, quello che disdegna le gioie quotidiane (paesaggi, monumenti, arte, il gusto della scoperta dei vini e dei prodotti gastronomici locali…). No, il compagno che non disdegna affatto quanto di bello di vero di buono ci offre ogni giorno ogni angolo di questo mondo, che ci fa apprezzare – o per lo meno tentiamo di apprezzare - ogni incontro, ogni volto, ogni sguardo; che ci fa godere della vita e sorriderle per quello che ci dà e che al tempo stesso ci fa soffrire con chi soffre – così come ne siamo capaci, con tutte le nostre debolezze -, e gridare il nostro disgusto, la nostra protesta impotente contro le innumerevoli violenze, oppressioni che da ogni parte si levano… L’interrogativo “escatologico” ci riporta al “peregrinare terreno” come tu dici, ad essere e sentirci pellegrini:“Abitano ciascuno nella propria patria, ma come stranieri, partecipano a tutto come cittadini, e tutto sopportano come forestieri; ogni terra straniera è la loro patria e ogni patria è terra straniera” (Lettera a Diogneto). Scusa le mie divagazioni, ma un po’ responsabile sei anche tu… Rossana ed io ricambiamo di cuore il vostro affettuoso abbraccio.
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