Iscriviti ai Feed Aggiungimi su Facebook Seguimi su Twitter Aggiungimi su Google+ Seguici tramite mail

Iscriviti alla nostra newsletter!

mercoledì 5 agosto 2015

Un pensiero mattutino, con Carl Rogers e l'immagine del pesce. Riassumere i pensieri di un altro.


“ogni persona non può parlare francamente per difendere le proprie idee che dopo aver riesposto le idee ed i sentimenti della persona che ha parlato prima di lei, esattamente e con piena soddisfazione di quest’ultima… Vedreste che cosa ciò significherebbe. Significherebbe semplicemente che prima di esprimere il vostro punto di vista, sarebbe necessario assimilare il quadro di riferimento dell’altra persona, comprendere i suoi pensieri ed i suoi sentimenti sino al punto di riassumerli in vece sua. Ciò sembra facile e semplice, non è vero? Ma se farete questo tentativo, scoprirete che è una delle cose più difficili che abbiate mai tentato di fare. Tuttavia quando sarete stati capaci di vedere il punto di vista dell’altro i vostri ulteriori commenti dovranno essere rivisti radicalmente” (CARL ROGERS).
Caro Carl, temo  che Lei abbia ragione...
Ognuno ha il suo mondo 
(come questo pesce 
che vive nella sua ampolla).

E' difficile entrare nel mondo di un altro
(come il pesce che salta fuori dalla sua ampolla 
per entrare in quella dell'altro).
E' difficile assumere 
il punto di vista dell'altro
(come i due pesci che vivono nello stesso mondo).

E' difficile essere capaci di esprimersi sufficientemente con l'altra persona, in modo da riuscire a comunicare senza ambiguità chi io sono.
E' difficile permettere a me stesso di sperimentare atteggiamenti positivi verso quest'altra persona, atteggiamenti di calore, di protezione, di simpatia, di interesse, di rispetto  restando separato dall'altra persona e permettendo all'altro una sua esistenza separata.

E' difficile essere con l'altro permettendo all'altro
la sua esistenza separata
(come il pesce che ritorna nella sua ampolla).
E' difficile soffermarmi nel suo mondo privato ed accettare ogni suo aspetto, senza valutarlo e giudicarlo, ricevendolo così come è, senza condizionarlo a manifestarsi così come lui o lei pensa io vorrei che lui/lei fosse.
E' difficile agire con sufficiente sensibilità nella relazione con l'altro, in modo tale che il mio comportamento non sia percepito come una minaccia.

E' difficile entrare nel mondo di un altro 
senza rappresentare una minaccia
(come il pesce grosso per il pesce piccolo).
E' infine difficile, ma non impossibile, incontrare l'altro come persona che vive un processo di sviluppo, senza che io resti legato al suo passato, al mio passato, senza considerare l'altro come un oggetto a mio carico e quindi legittimamente manipolabile...

Difficile, ma non impossibile.
Coloro che desiderano seguire le nostre pubblicazioni possono cliccare a destra sul pulsante “segui” e aggiungere così il blog Persona e comunità alle proprie cerchie. Grazie a tutti.

3 commenti:

  1. complicato ma non impossibile :) Le lascio un suggerimento: comunicazione non violenta (linguaggio giraffa) di Marshal Rosenberg. Il sito di riferimento, in Italia è centroesserci.it :)

    RispondiElimina
  2. Gentile Luca Mazzara, La ringrazio della segnalazione. In effetti, pur nelle diversità di esperienza e di metodologia rispetto a Rogers, la comunicazione non violenta di Rosenberg si situa in un comune orizzonte di facilitazione della comunicazione e di pacificazione delle persone e dei popoli.

    RispondiElimina
  3. Sono contento che conosca Rosenberg :) Buon agosto!

    RispondiElimina