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martedì 22 ottobre 2019

Dalla canzone d'autore alla sociologia.

Il miracolo del cammino nei simboli del ponte e della porta.
Post di Rosario Grillo.
Immagini delle opere dell'artista portoghese - tra architettura e illustrazione - Ana Aragão, con gentile autorizzazione (qui il sito). 

Ana Aragão, 
Strutture instabili
«Cambiare è per chiunque un’operazione faticosa e difficile, ma è anche un’attività necessaria per vivere ed evolversi. Ogni gruppo sociale, così come ogni individuo, ha bisogno di una certa stabilità e continuità, così come ha bisogno di innovazione e conflitto. Sia la stabilità che l’innovazione, comun - que, non si presentano mai allo stato puro, ma sempre secondo certe mesco - lanze di elementi opposti che si collocano in un punto variabile all’interno di un campo di tensione» (S. Tabboni, Lo straniero e l’altro, Liguori, Napoli 2006).

«L’incontro rav - vicinato (postcoloniale) con le diverse culture ci ha reso accorti sia delle ferite inferte dalla colonizzazione sia delle conseguenze disastrose della decolonizza - zione»: ci siamo resi conto che una “dialettica spaventosa” può sortire da una «riflessività fuori controllo» (Habermas),

“Abbiamo tolto la 'd' a Dio ed è diventato Io”: così si è espresso in un’intervista il cantante Dario Brunori.
Con la sua aria ironica, ha colpito nel segno, dando conto dell’onnipotenza posticcia che oggi circola nella società, causata prevalentemente dal successo della tecnica.
Lo stesso cantante ha raggiunto la fama con un album nel quale canta la paura, briglia di ciascuno di noi come di tutta la società, provocazione di un comportamento sconsiderato e disumano. (1)
Ana Aragão, 
Girare la città all'interno
Egli è riuscito, al contempo, a dare ritmo e suono al cliché della odierna società, descritto da Bauman: la liquidità.
Non è rimasta vuota, perciò, la via tracciata dal cantautorato italiano, dopo De André-Battiato-Fossati-GianMaria Testa e…
Nell’impasto delle idee-concetto (2) cantate da Brunori Sas, il nucleo è dato dal populismo, ritratto sotto la veste dei poveri indotti ad inveire contro gli immigrati, a prestarsi alla pretestuosa “guerra dei poveri contro i poveri”. (3)
Ancora una volta, uno sguardo penetrante sulla natura intrinseca del populismo: strategia di distrazione di massa, rivolta al popolo, condotta da gruppi di comando con scopi reali estranei all’affrancamento dello stesso.
La tragedia dell’immigrazione, messa a fuoco nella sua strumentalizzazione, ha indotto più che all’accoglienza, all’abbrutimento, all’inversione del cammino della humanitas.
Propongo di andare dalla radicalità della discesa agli inferi alla forza di riscatto dell'Impegno ad improntare un nuovo umanesimo.
Ana Aragão, 
Senza titolo
In questo caso, un posto di rilievo possiamo assegnare a G. Simmel, filosofo e sociologo tedesco, mente poliedrica, e soprattutto cultore della humanitas.
La sua filosofia si iscrive nel vasto letto delle “filosofie della vita, senza però indulgere al vitalismo estetizzante, con la pronta intuizione, viceversa, che il cambiamento è il tratto distintivo di un’interazione tra soggetto e oggetto, tra interno ed esterno, sedimentato nelle forme simboliche. (4)
Attenzione! Simmel cerca in tutti i modi di evitare la rigidità, la solidificazione, ovvero l’eccedere della oggettività che mortifica l’individuale e sacrifica la libertà con la dinamicità.
Occorre, anche se brevemente, delucidare tali forme simboliche. Esse, nel bagaglio della cultura, rappresentano i nuclei della elaborazione culturale, frutto, come già detto, dello scambio-incontro tra il reale e l’ideale: dal linguaggio al mito all’arte.
Ana Aragão, 
Senza titolo
Spianato il terreno, mi concentro su una questione, che, oltre a comprovare il metodo di analisi di Simmel, mette in splendida prospettiva le potenzialità delle relazioni, convincendoci ad assumere un atteggiamento di apertura all’incontro e non di chiusura.
Simmel esamina le proprietà dei ponti e delle porte, che, se di primo acchito sembrano semplici artefatti, crude esteriorità, si rivelano nella loro essenza luoghi di passaggio, di comunicazione.
“Mentre il ponte, nella correlazione tra unione e separazione pone l’accento sulla seconda e supera lo scarto dei suoi punti d’appoggio rendendoli allo stesso tempo percepibili e misurabili, la porta presenta in modo più netto come separazione e congiunzione non siano altro che le due facce di una medesima azione (5).
Appare in chiaro la presa di distanza del nostro autore dalla funzionalità tecnica, considerato che essa risponde solo a concetti di scopo ed utilità e, di converso, che il suo interesse si sposta sul fattore umano. “Quella di costruire un camminamento è una prestazione specificamente umana; anche gli animali superano di continuo le distanze e spesso lo fanno in modo più abile e articolato, tuttavia per essi non c’è un collegamento tra la fine e l’inizio di un percorso, essi non operano mai il miracolo del cammino: far coagulare il movimento in una struttura stabile, che inizia e finisce in esso” (6).
Ana Aragão, 
Città verticale
Da qui prende le mosse Simmel per distinguere ponte e porta, riconoscendo al primo sì l’attitudine al collegamento, ma tra finito e finito; la porta invece è il punto di adiacenza tra finito ed infinito. Frutto della capacità umana della configurazione, la porta “ci sottrae, quando noi la superiamo, a queste realtà solide rendendo possibile, prima della ottusità che provoca l’abitudine quotidiana, il meraviglioso sentimento di essere sospesi per un istante tra cielo e terra. Mentre il ponte, in quanto linea tracciata tra due punti, prescrive la sicurezza incondizionata della direzione, dalla porta si riversa la vita al di fuori della limitatezza di un esser - per - sé isolato verso l’illimitato in tutte le sue direzioni”. (7) (8)
Leggendolo, non posso non pensare alla porta di Lampedusa, la porta d’Europa, simbolica opera di Mimmo Paladino, metafora della natura più intima dell’Europa e segno dell’enorme dramma dell’immigrazione.

Note.
1.Album A casa tutto bene del 2017
2.Darei a queste canzoni la denominazione di concept song
3.Un album ha pure dedicato ai “poveri cristi “
4.Sto alla interpretazione di uno studioso del suo pensiero, Andrea Borsari. Vedi Introduzione a G. Simmel Ponte e porta, archetipolibri.
5.Libro citato p.3
6.Idem p.2
7.Idem p.4
8.Simmel meriterebbe più di un post espressamente a lui dedicati. È troppo sottile ed articolata la sua analisi sul binario che ho già accennato. Troppo filosofico, debbo riconoscere, il suo argomentare e perciò poco adatto a questo contesto. Nella Sociologia, Excursus sullo straniero, esplicita il modo più razionale e dialettico per configurare la sociologia dello straniero, ovvero la sua figura sociale. Rimando anche allo studio di A. De Simone.

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5 commenti:

  1. Stimolante il post e una bella novità, per me, il cantautore. Grazie.

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  2. Anche per me, caro Rosario, è stata una piacevole sorpresa Brunori Sas: grazie!. Mi piace e controfirmo la tua definizione della “natura intrinseca del populismo: strategia di distrazione di massa, rivolta al popolo, condotta da gruppi di comando con scopi reali estranei all’affrancamento dello stesso”. Ho gustato inoltre, vista la mia ignoranza, la tua lectio su Simmel. Ciao.

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    Risposte
    1. Pesco con una lenza già collaudata su Persona e Comunità!
      Il gusto per la musica di qualità, anche se leggera, l’esplorazione delle forme espressive dell’arte, la bussola della fede e un po’ di mestiere nell’analisi filosofica.Simmel è stata una sorpresa anche per me...chiaramente i nostri percorsi nella filosofia non possono mai essere esaustivi e fortuna ci concede di esplorare ancora... Grazie a te ed anche Rossana, che completa in maniera acuta i post🎈👋

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  3. Grazie di cuore per aver "connesso" egregiamente Simmel e Brunori Sas. Un saluto cordiale.

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