"Persona e Comunità" è un blog di riflessione culturale, filosofica, religiosa, pedagogica, estetica. Tutti gli articoli sono scritti da: Gian Maria Zavattaro, Rossana Rolando, Rosario Grillo.
Diventa ciò che vuoi. Libertà, nella lezione di Pico della Mirandola, al tempo del coronavirus.
Post di Rossana Rolando.
Scuola provenzale, Scala di Giacobbe, XV sec.
Apro le lezioni di filosofia, in quarta liceo classico, leggendo alcuni passi della prolusione predisposta da Pico della
Mirandola, per il convegno dei dotti che egli avrebbe voluto convocare al fine
di un confronto vero e schietto sulle diverse posizioni delle tradizioni
religiose e culturali. E’ la famosa orazione De hominis dignitate.¹ La leggo
sulla scorta del bellissimo saggio di Massimo Cacciari, dal titolo La mente
inquieta² e ne sono profondamente coinvolta.
Vorrei trasmettere, mentre presento il
testo, una convinzione profonda: «“Classico” è ciò che ancora ha da venire»³,
ciò in cui è possibile rinascere e dare forma all’avvenire.
In questo tempo incerto di pandemia, in
questo rientro difficile a scuola, soprattutto per i ragazzi che sentono
fortissima la limitazione della libertà di fare - non potersi toccare,
abbracciare, radunare…, - riflettere sulla libertà di essere, se davvero esiste
una simile libertà, mi pare decisivo e salutare.
Inizio quindi con il saggio di Pico che esordisce
citando l’antica sapienza: “grande miracolo è l’uomo”⁴, dove “miracolo” indica
qualcosa di prodigioso e straordinario, nel duplice senso latino del “monstrum”
che stupisce e spaventa, meraviglia e incute terrore (la stessa ambivalenza dell’originario
thauma da cui nasce la filosofia). Il quesito “che cos’è l’uomo?”, sotteso
all’insonne ricerca di Pico, sintetizza
tutte le possibili domande intorno alle quali si affatica il pensiero, nelle
sue molteplici forme. Di questo era convinto anche Kant quando riconduceva ad
esso le sue indagini su “che cosa posso sapere?”, “che cosa debbo fare?”, “che cosa mi è
lecito sperare?”.
Raffaello, Scala di Giacobbe, 1511
L’umanesimo di Pico della Mirandola,
secondo l’interpretazione di Cacciari, ha una profonda vena di drammaticità che
consiste tutta nella natura esodale dell’uomo, l’unico essere senza una casa in
cui stare, continuamente in
vicissitudine, sempre precario e inquieto. In quest'ottica, capace di ribaltare sedimentati passaggi manualistici, si è ben lontani dalla retorica dell’uomo
come centro armonico dell’universo, microcosmo in cui si compendia l’ordine del
macrocosmo.
Così si legge, infatti, nell’Oratio,
immaginando di mettere in scena la creazione dell’uomo da parte di Dio:«Non ti ho assegnato, o Adamo, né una
collocazione precisa, né un aspetto proprio, né alcuna peculiare prerogativa,
perché quella collocazione, quell’aspetto, quelle prerogative che tu stesso
avrai scelto, quelle cose secondo il tuo voto e la tua volontà ottenga e
possegga. La natura determinata delle altre creature è costretta entro leggi da
me prescritte. Tu non costretto da alcun limite, la determinerai secondo il tuo
arbitrio, nelle cui mani ti ho consegnato»⁵.
Il mondo ha le sue leggi, ogni essere
ha il suo posto fisso, diventa quello che già è (il seme si
sviluppa nella pianta, il fiore dà origine al frutto…), solo l’uomo non ha
una natura definita, diviene “ciò che vuole”⁶, sceglie che cosa essere.
Ludovico Carracci, Sogno di Giacobbe, 1610
L’invito dell’Oratio può apparire, di
primo acchito, positivo, entusiasmante (nel senso etimologico dell’essere umano
che partecipa di Dio, del suo atto creativo): l’uomo è l’essere che rinasce
sempre, che si ricrea. Ma in questo messaggio
si cela anche il carattere agonico della libertà, inteso come intimo combattimento, potendo scegliere l’uomo
di elevarsi alle supreme vette della conoscenza e produrre, per esempio, opere
di altissimo valore artistico, scientifico, culturale, morale, ma potendo anche decidere,
lo stesso uomo, di abbrutirsi, diventando inferno per sé e per gli altri.
Nel possibile si raccoglie la
moltitudine che è in ciascuno e in tutta l’umanità, la contraddizione delle
maschere e delle trasformazioni che attraversano ogni esistenza, perché
nell’uomo tutti i semi - i possibili - sono depositati, senza poter mai essere
armonizzati e insieme realizzati, continuamente sottoposti alla decisione che
esclude l’uno, nel momento in cui sceglie l’altro: «Il Padre collocò, nell’uomo
che nasce, semi di ogni genere e germi di ogni vita; e quelli che ciascuno avrà
coltivato cresceranno e in lui fruttificheranno».⁷
Certo, per Pico, le infinite potenzialità
non sfociano in un relativismo per cui un possibile equivale a un altro. La
tensione verso la conoscenza e il perfezionamento di sé attraverso “il
colloquio ininterrotto con tutti i maestri e tutte le scuole”⁸ delle diverse
tradizioni culturali, costituisce il fine più alto, quello che può rendere
grande l’uomo. Ma anche questo fine è solo un possibile, tra i molti, affidato
alla libertà di un essere fragile, instabile, in mille modi condizionato e
condizionabile.
William Blake, Scala di Giacobbe, 1805
L’immagine della scala di Giacobbe,
protesa dalla profondità della terra alla sommità dei cieli – ripresa
nell’Oratio - è metafora della molteplicità
che abita l’esserci umano, degli estremi tra i quali oscilla, di volta in volta
“innalzato al cielo” o tratto “giù all’inferno”, capace di amore ma
anche di odio, di sublime bellezza e di orribile bruttura, di innalzamento
verso la pace e la concordia e di abbassamento nella lotta e nella discordia⁹.
L’ora di scuola, nella quarta liceo che mi è stata affidata da quest'anno,
è terminata. Chiudo il libro dell’Oratio. I ragazzi hanno seguito attenti, seri, concentrati. Li saluto, esco e rifletto tra me e me. Se una
qualche libertà esiste davvero, in grado di elevare oltre le vie sempre
possibili dell’abominio, della degradazione e della meschinità, la scuola deve
poter essere una continua lezione di libertà.
Note.
1. Giovanni
Pico della Mirandola, La dignità dell'uomo, a cura di G.M.Pozzo, Il
tripode, Napoli 1995.
2.
Massimo Cacciari, La mente inquieta. Saggio sull'Umanesimo, Einaudi,
Torino 2019.
3. La
citazione è riportata in nota da Massimo Cacciari, nel testo La mente
inquieta, cit., p. 11 ed è di Osip Mandel'štam.
4.
Giovanni Pico della Mirandola, La dignità dell'uomo, cit., p. 29.
5. Ibidem,
p. 31.
6. Cfr. Ibidem,
pp. 32 e 33.
7. Ibidem,
p. 32.
8. Massimo
Cacciari, La mente inquieta, cit., p. 77.
9. Giovanni
Pico della Mirandola, La dignità dell'uomo, cit., p. 37.
Permettimi di inaugurare la pagina dei commenti e così festeggiare due eventi: il tuo compleanno, per il quale ti faccio splendidi auguri 🌹🥂 e questo magnifico commento, partecipato con il pathos della lezione scolastica, dell’Orazione “ pro dignitate hominis “. Sa meglio di me che nella critica al pensiero moderno l’indice è puntato sul capostipite, Pico della Mirandola; perciò è super opportuna la tua profonda lettura. La “ scala” della libertà è immensa; come direbbe Pascal, sta tra l’intimo e l’infinito ( le diverse rappresentazioni pittoriche lo illustrano). Soltanto una interpretazione “ interessata” ( distorta) la può rendere chiave della superbia antropocentrica che tutto calpesta nel nome della signoria. Del resto, la cultura e le amicizie e la destinazione dello scritto in Pico lo confermano. Oggi, nel” buio” ( ed ancora sovrasta l’immagine del Papa nella sera del 27 marzo scorso), nella “ sospensione” di questo “ tempo incerto” ci sia di luce!
Grazie Rosario dei graditissimi auguri e del fine commento. Direi che l'immagine della "scala" - come tu sottolinei - rende bene la complessità e la drammaticità che la possibilità di scegliere racchiude. Ti saluto caramente.
Quanti spunti per riflettere, approfondire, cercando più che un capire esaustivo e rassicurante, un'accezione invece dialogica e dubitante, che includa nuove tasselli nel puzzle infinito ed incompiuto. Rossana, auguri tanti e cari per il tuo compleanno! Ed altrettanti auguri per la ripresa dell'anno scolastico. Ho pensato alla "fortuna" dei tuoi allievi di averti dalla loro parte, nella maniera più efficace che è quella del pre-occuparsi della loro ricettività all'apprendimento. Hai cosi tanta passione e attenzione che non possono non percepirla e farsele alleate. Secondo me i ragazzi percepiscono benissimo l'autenticità, la sincerità quando sono messe in atto, forse dovrebbero incontrarle più spesso. Buon lavoro, buoni nuovi giorni di scuola, buone cose a te! ⚘
Grazie di cuore,Laura. Sei stata molto cara nel dedicarmi gli auguri e le parole sul mio impegno a scuola: sicuramente tanto e pre-occupato - come tu hai colto - della recettività degli alunni. Dedico molto tempo alla preparazione delle lezioni, nonostante i tanti anni di insegnamento. Credo che ogni lezione debba tentare di essere "nuova", soprattutto per chi la propone, pena la caduta in una ripetitività asfissiante. Ti sento sempre vicina nel sentire e questo è per me prezioso. Un grande abbraccio.
Rossana, in te l'insegnante e la persona sono tutt'uno, l'autenticità è il legante, perciò sono fortunati i tuoi studenti! e penso ci sia un effetto di efficacia della reciprocità di cui potrai beneficiare anche tu. Incontrare un buon insegnante sulla propria strada è una tale grazia del cielo! Rispondo al tuo abbraccio, ringraziandoti di cuore delle tue care parole.
Molto bello questo articolo... In Pico c'è lo snodo fondamentale di una modernità 'sana': afferma la libertà e la dignità dell'uomo senza dimenticare la sua creaturalità e la responsabilità della sua condizione di essere che può scegliere, lontana da ogni forma di onnipotenza.
Grazie Luca. Sì, concordo sulla modernità "sana" di Pico e direi sulla sua concezione "umanissima" di libertà, perciò "lontana da ogni forma di onnipotenza". Grazie anche per l'impegno di largo respiro a favore della scuola, nel suo più autentico significato. Un caro saluto.
Buon compleanno, cara Rossana, e auguri anche per il nuovo anno scolastico in questi tempi travagliati! Bellissimo, ricco di riflessioni il tuo post, e fortunati i tuoi alunni che possono contare sulla tua appassionata competenza! E davvero, l'augurio più bello per tutti è che la scuola debba essere "una continua lezione di libertà". Grazie e un abbraccio!
Grazie a te Annamaria degli auguri e delle belle parole che mi dedichi. So quanto, anche per te, sia importante provare a fare bene le cose con "appassionata competenza". Lo si vede anche dalla cura con cui scrivi gli articoli del tuo splendido blog musicale che seguo sempre con gioia. Un abbraccio.
Buon anno scolastico, dunque cara Rossana. E buon compleanno! (anche se con ritardo...). Grazie della condivisione di questo "diario di bordo" che scalda il mio cuore di ex collega... La certezza che nella scuola italiana ci sono docenti appassionati/e e competenti come te mi lascia ben sperare. Un abbraccio.
Ricevo con grande piacere i tuoi auguri e l'espressione calorosa della tua vicinanza. Ci aspetta un anno sicuramente difficile per la scuola, per la sanità e per molte altre attività. Ognuno può portare il proprio piccolo contributo, cercando di fare le cose come meglio può. Mi sembra una via rasserenante. Un abbraccio a te, cara Maria.
Permettimi di inaugurare la pagina dei commenti e così festeggiare due eventi: il tuo compleanno, per il quale ti faccio splendidi auguri 🌹🥂 e questo magnifico commento, partecipato con il pathos della lezione scolastica, dell’Orazione “ pro dignitate hominis “.
RispondiEliminaSa meglio di me che nella critica al pensiero moderno l’indice è puntato sul capostipite, Pico della Mirandola; perciò è super opportuna la tua profonda lettura. La “ scala” della libertà è immensa; come direbbe Pascal, sta tra l’intimo e l’infinito ( le diverse rappresentazioni pittoriche lo illustrano). Soltanto una interpretazione “ interessata” ( distorta) la può rendere chiave della superbia antropocentrica che tutto calpesta nel nome della signoria. Del resto, la cultura e le amicizie e la destinazione dello scritto in Pico lo confermano.
Oggi, nel” buio” ( ed ancora sovrasta l’immagine del Papa nella sera del 27 marzo scorso), nella “ sospensione” di questo “ tempo incerto” ci sia di luce!
Grazie Rosario dei graditissimi auguri e del fine commento. Direi che l'immagine della "scala" - come tu sottolinei - rende bene la complessità e la drammaticità che la possibilità di scegliere racchiude. Ti saluto caramente.
EliminaQuanti spunti per riflettere, approfondire, cercando più che un capire esaustivo e rassicurante, un'accezione invece dialogica e dubitante, che includa nuove tasselli nel puzzle infinito ed incompiuto.
RispondiEliminaRossana, auguri tanti e cari per il tuo compleanno! Ed altrettanti auguri per la ripresa dell'anno scolastico. Ho pensato alla "fortuna" dei tuoi allievi di averti dalla loro parte, nella maniera più efficace che è quella del pre-occuparsi della loro ricettività all'apprendimento. Hai cosi tanta passione e attenzione che non possono non percepirla e farsele alleate. Secondo me i ragazzi percepiscono benissimo l'autenticità, la sincerità quando sono messe in atto, forse dovrebbero incontrarle più spesso.
Buon lavoro, buoni nuovi giorni di scuola, buone cose a te! ⚘
Grazie di cuore,Laura. Sei stata molto cara nel dedicarmi gli auguri e le parole sul mio impegno a scuola: sicuramente tanto e pre-occupato - come tu hai colto - della recettività degli alunni. Dedico molto tempo alla preparazione delle lezioni, nonostante i tanti anni di insegnamento. Credo che ogni lezione debba tentare di essere "nuova", soprattutto per chi la propone, pena la caduta in una ripetitività asfissiante. Ti sento sempre vicina nel sentire e questo è per me prezioso. Un grande abbraccio.
EliminaRossana, in te l'insegnante e la persona sono tutt'uno, l'autenticità è il legante, perciò sono fortunati i tuoi studenti! e penso ci sia un effetto di efficacia della reciprocità di cui potrai beneficiare anche tu. Incontrare un buon insegnante sulla propria strada è una tale grazia del cielo!
EliminaRispondo al tuo abbraccio, ringraziandoti di cuore delle tue care parole.
Complimenti per questa lezione su Pico della Mirandola....dovrebbero capirla alcuni politici!
RispondiEliminaGrazie!
EliminaMolto bello questo articolo... In Pico c'è lo snodo fondamentale di una modernità 'sana': afferma la libertà e la dignità dell'uomo senza dimenticare la sua creaturalità e la responsabilità della sua condizione di essere che può scegliere, lontana da ogni forma di onnipotenza.
RispondiEliminaGrazie Luca. Sì, concordo sulla modernità "sana" di Pico e direi sulla sua concezione "umanissima" di libertà, perciò "lontana da ogni forma di onnipotenza". Grazie anche per l'impegno di largo respiro a favore della scuola, nel suo più autentico significato. Un caro saluto.
EliminaBuon compleanno, cara Rossana, e auguri anche per il nuovo anno scolastico in questi tempi travagliati! Bellissimo, ricco di riflessioni il tuo post, e fortunati i tuoi alunni che possono contare sulla tua appassionata competenza!
RispondiEliminaE davvero, l'augurio più bello per tutti è che la scuola debba essere "una continua lezione di libertà".
Grazie e un abbraccio!
Grazie a te Annamaria degli auguri e delle belle parole che mi dedichi. So quanto, anche per te, sia importante provare a fare bene le cose con "appassionata competenza". Lo si vede anche dalla cura con cui scrivi gli articoli del tuo splendido blog musicale che seguo sempre con gioia. Un abbraccio.
EliminaBuon anno scolastico, dunque cara Rossana. E buon compleanno! (anche se con ritardo...). Grazie della condivisione di questo "diario di bordo" che scalda il mio cuore di ex collega... La certezza che nella scuola italiana ci sono docenti appassionati/e e competenti come te mi lascia ben sperare. Un abbraccio.
RispondiEliminaRicevo con grande piacere i tuoi auguri e l'espressione calorosa della tua vicinanza. Ci aspetta un anno sicuramente difficile per la scuola, per la sanità e per molte altre attività. Ognuno può portare il proprio piccolo contributo, cercando di fare le cose come meglio può. Mi sembra una via rasserenante. Un abbraccio a te, cara Maria.
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