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Vero... |
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... vero ... |
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... e chi non si perde?... |
“L’uomo è giudice di tutte le cose,
misero verme della terra,
depositario della verità,
cloaca di
incertezza e di errore;
gloria e rifiuto del cosmo”
(Pascal, pensiero n. 434)
Ricchezza e povertà, miseria e
grandezza, desiderio di infinito di un granello di sabbia…
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Partirò con mia moglie per le vacanze estive
(mia moglie è lo scricciolo giallo, dietro) |
Con mia moglie partirò presto per le vacanze estive: ci
distenderemo, lei si riposerà dalle fatiche scolastiche, non cesseremo di
meravigliarci delle bellezze del mondo, godremo della vita e degli incontri che
il destino o, meglio, la Provvidenza ci assegnerà e sempre terremo
presente quanto il Qohelet ci suggerisce: ”Segui i desideri del tuo cuore e
lo stupore dei tuoi occhi. Sappi, però, che per tutto Dio ti convocherà in
giudizio”.
Perché a tutti, ad ogni ora, e comunque o prima o poi, anche nel
pieno splendore del mare o del lago o della montagna, tocca arroventarsi sulle domande eterne, quelle ultime, quelle più radicali sulla condizione
dell’uomo e sul significato della realtà intera.
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Mia moglie ed io
in meditazione...
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E’ un compito talmente
arduo, per alcuni addirittura di impossibile soluzione, che il tempo-luogo
ideale per affrontarlo può essere benissimo la vacanza, l’otium latino, il
tempo che libera mente e cuore dalle incombenze ed urgenze lavorative che
rischiano di distrarci
dall'essenziale.
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... nella calma della vacanza ... |
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... nella giusta disposizione ... |
A me qui non interessano le
disquisizioni teoretiche (sia ben chiaro fondamentali) ma la dimensione
a-teoretica: mi interessano il vissuto, le vicende della vita, la
sofferta inquietudine di chi ricerca una risposta; mi interessano le
diverse molteplici reazioni di dubbio, disincanto, rivolta, resa, disperazione,
sconfitta, speranza, fiducia, attesa, dedizione, preghiera, mentre nel
frattempo si vive la propria vita nel modo più intenso
possibile…
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... un pensierino sulla vita... |
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... sulla realtà più profonda dei sentimenti ... |
Scendiamo dunque al nocciolo, alla radice. Mentre metto i piedi in acqua
(io non so nuotare) penso al mio, al nostro esistere: vita insensata,
senza valore, contraddittoria e assurda oppure colma di significati, aperta
agli incontri che mi impegnano?
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...mentre ci prepariamo a fare il bagno ...
(mia moglie, perché io non so nuotare...)
mi chiedo... |
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... vita colma di significati? o no?... |
Mentre contemplo una chiesa romanica o
gotica, dove si respira - volenti o nolenti - un'irresistibile aura di
trascendenza, mi chiedo se la mia, nostra finitudine sia da ogni punto di
vista condannata al fallimento oppure aperta alla speranza della promessa
salvifica. Mentre contemplo il cielo stellato sopra di me in una notte senza
luna, sento che il mondo non è caos maledetto, cieca necessità, ma un cosmo ordinato,
anche se troppo ancora mi sfugge.
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... mentre contemplo il cielo stellato ...
(mia moglie dorme) |
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... o sono io che dormo?... |
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... mi domando ... |
E salendo non senza fatica per i dirupi
montani, mentre mi inebrio di paesaggi indimenticabili, dall’alto mi chiedo che
cosa ogni uomo ed ogni donna possano aspettarsi dalla vita.
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... mi chiedo cosa possa
aspettarsi un uomo dalla vita... |
Oppure
semplicemente seduto nell’angolo d’ombra sul terrazzo di casa per vincere
l’afa, emerge prepotente l’aspirazione alla felicità perenne, a
tutti donata e promessa: insopprimibile desiderio di amare e di
essere amati di un amore più forte della morte, bisogno di infinito e di salvezza
totale.
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... forse amare ... |
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... ed essere amati? |
È vero: c’è un’interna
opposizione e lacerazione nella vita di ognuno di noi. “Misère et
grandeur”, diceva Pascal. Siamo parte della natura eppure la
trascendiamo e siamo noi a piegarla, a trasformarla edificando civiltà e
cultura. Ricerchiamo febbrilmente la felicità, fuggiamo il dolore eppure
siamo immersi nella sofferenza e grazie ad essa cresciamo. La
nostra libertà reclama un’esistenza pienamente autonoma capace di orientare
la vita verso valori alti, ma quante cose, dentro e fuori di noi, ci
condizionano. Riempiamo le nostre vite di amore, ma quanto odio incontriamo.
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Certo la vita... a pensarci ... |
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... è proprio un grattacapo... |
La
scienza, la tecnica e la tecnologia con i loro passi da gigante testimoniano la
nostra immensa capacità creativa, eppure il dubbio e l’errore sono compagni
della nostra vita. Lottiamo ogni giorno, stretti da eros e thanatos, tra
poesia e prosa, tra fredda razionalità e slanci del cuore, tra principio del
piacere e principio del reale, tra solitudine e solidarietà, interiorità ed
esteriorità, egoismo e dedizione, pianti e sorrisi, speranza e
disperazione ….
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... tra le nostre malattie esistenziali ... |
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... e il nostro bisogno di sperare... |
Spiagge ardenti, cime immacolate,
paesaggi che levano il respiro, opere d’arte sublimi, testimonianze
di passate civiltà, luoghi di preghiera e di meditazione, luoghi di
svago e di divertimento, incontri con persone, storie di vita,
degustazioni di bevande e cibi, code in autostrada, oppure semplicemente
passeggiate sotto casa nelle prime ore mattutine o tardive serali … Ecco
occasioni e momenti per meditare, interrogare ed interrogarci
e dare senso, non dico alle nostre vacanze, ma al nostro nomadismo
esistenziale.
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... nel nostro viaggio... |
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... solo una complicazione? ... |
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"Domande esistenziali" Dissertare su un tema che ritengo particolarmente di natura teologica, richiede non solo grande cultura, ma l'essere animati da una grande ricchezza interiore, che non si acquisisce solo col "Sapere", ma con: bontà d'animo, solidarietà, altruismo, amore e rispetto, verso se stessi e gli altri, tolleranza, discernimento, religiosità. Quanti possono vantare queste doti? "Felicità": la ritengo un attestato degno, solo per chi in possesso delle qualità citate, ha speso e forse dato la propria, vita gratuitamente, per il benessere del corpo e dello spirito altrui, professando: amore, solidarietà, lottando contro le ingiustizie, le soverchie. "Questa è la strada che conduce verso la spiritualità e, da qui, terminata la vita terrena, la nostra anima, felice, si presenterà al cospetto dell'Eterno. Questa io ritengo essere la Felicità. Il resto, sono furtivi stati d'animo, brevi e fugaci momenti di : gioia, benessere beatitudine, serenità. Quanto di ciò che facciamo è veramente quel che vogliamo, oppure agiamo seguendo gli altri?" ...bisogno infinito e di salvezza totale" La salvezza dell'anima. Per raggiungerla, occorre aver dedicato quella terrena, nel lenire le sofferenze e i dolori sia corporali che spirituali del nostro prossimo, senza mai domandarci -Perché. Viviamo troppo il materialismo, siamo carenti di spiritualità. Ma quando verrà quel momento... ( Gian Maria - questo è il mio pensiero e il mio modesto contributo) Un abbraccio a entrambi.
RispondiEliminaCaro Franco, mi trascini lungo il sentiero arduo di una dissertazione che costringe a porre sul tappeto le domande ultime e definitive ed a mettere a nudo, insieme alle proprie più profonde convinzioni, le proprie manchevolezze e la distanza tra il dire ed il fare. Costringi soprattutto a prendere sul serio la vita non come gioco delle apparenze né come teatrino di ”furtivi stati d’animo”. E scorgo, dietro le tue riflessioni, non solo un’istanza teologica (a me personalmente molto cara), ma una visione etica che richiede innanzitutto una coerente testimonianza tra ciò che si predica e si pratica. E qui, per me, casca l’asino: quante omissioni, quanti tradimenti “nel lenire le sofferenze e i dolori sia corporali che spirituali del nostro prossimo, senza mai domandarci - Perché”. Ma insieme raccolgo il pungolo a non arrendersi nel perseguire, ognuno a suo modo, la strada della “bontà d'animo, solidarietà, altruismo, amore e rispetto, verso se stessi e gli altri, tolleranza, discernimento, religiosità”. Grazie, caro amico. Un saluto affettuoso da parte nostra a te ed alla tua dolce consorte.
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