Il Natale come sguardo di speranza che non nasconde ma anzi assume in sé le situazioni e le vicende umane più dolorose.
🖊 Post di Gian Maria Zavattaro
🎨 Le immagini sono tratte (ad eccezione della prima) dalle pagine facebook dei nostri amici missionari in Kenya e in Burkina Faso.
che
poteva non morire, perché un uomo mutilato poteva non
esserlo,
perché un
uomo ha passato in carcere venti anni che avrebbe potuto non passare,
allora forse,
sapremo sperare.”
(M. Delbrêl, Noi delle strade, Gribaudi, 1995, p. 274).
(M. Delbrêl, Noi delle strade, Gribaudi, 1995, p. 274).
Fuga dalla Siria (dalla pagina facebook di Antonio Manzo) |
Per tutti, credenti e non credenti,
che sperano in una rinascita propria e di ciascuno e che
pensano ci si debba spendere per gli altri.
Per nessuno dei carnefici che
si perdono nei deliri delle loro atrocità; dei corrotti e corruttori; dei
ciechi e sordi che si stordiscono nello spreco di auguri ipocriti sull’altare del consumismo e del mercato.
E c’è un “Natale nero” per migliaia di persone: bambini - in Siria e in tante altre regioni del mondo - mutilati ed uccisi, spariti nel Mediterraneo, orfani, rapiti, torturati, violentati, venduti come schiavi, sfruttati per espianti di organi; donne profanate; anziani abbandonati, profughi senza patria: tutti stretti nella morsa della guerra, fame, abbandono, indifferenza.
Il ”Natale nero 1917” di Erik Axel Karlfeld è il tragico paradigma di infiniti neri natali e dei nostri innumerevoli drammi odierni, senza angeli festanti né scampanii gioiosi o re magi guidati dalla stella, ma solo dolore e sventura.
E c’è un “Natale nero” per migliaia di persone: bambini - in Siria e in tante altre regioni del mondo - mutilati ed uccisi, spariti nel Mediterraneo, orfani, rapiti, torturati, violentati, venduti come schiavi, sfruttati per espianti di organi; donne profanate; anziani abbandonati, profughi senza patria: tutti stretti nella morsa della guerra, fame, abbandono, indifferenza.
Il ”Natale nero 1917” di Erik Axel Karlfeld è il tragico paradigma di infiniti neri natali e dei nostri innumerevoli drammi odierni, senza angeli festanti né scampanii gioiosi o re magi guidati dalla stella, ma solo dolore e sventura.
“Non accendere i lumi
in questa tetra sera,
che sin lo spazio è una cappa strozzata:
non viene san Michele con la sua santa spada
a squarciare le nubi perché ascendano i cuori.
Dimènticati i salmi, confortanti e devoti
E i cori alti in dulci jubilo.
“Morte e sventura”
È di questo Natale il sordo accordo.
Quale una vergine stolta, il mondo ha dissipato
l’olio della lucerna, l’esca è nera di fumo;
lo sposo tarda, le
campane tacciono,
né giungono i re magi guidati dalla stella.
Questa notte non è rinato un dio
e non scendono gli angeli nei sogni dei bambini;
in attesa che passi il Natale
vegliano neri elfi al canto delle case.
A fatica la misera madre riscalda
il figlio stento nelle proprie braccia
e sogna, la vigilia, le doglie di Maria:
non c’è stanza in locanda, non c’è pane in
dispensa,
e gli sbirri di Erode vanno di porta in
porta;
infascia il bimbo e fuggi via!
Esodo e addio
ti canta il mattutino, anima stanca”.... (1)
Little Prince School Kibera, Nairobi, Kenya (dalla pagina facebook di Antonino Masuri) |
Sicuramente non scoraggiarsi, non assuefarsi al male e alle stragi degli innocenti, non dimenticare.
Ed io, inquieto credente, che posso fare, oltre la preghiera e la quotidiana supplica a Dio - che imperscrutabilmente tace, nel silenzio di ogni ricorrente olocausto - perché coloro che piangono siano consolati, perché nei cuori di tutti si facciano strada l’anelito di pace e l’ansia di comunione reciproca nelle differenze?
Questo Natale 2016 a Sokourani in Burkina Faso (dalla pagina facebook di Grazia Le Mura) |
C’è un segmento
temporale decisivo della mia vita personale e interpersonale: la
quotidianità di oggi domani dopodomani e nei giorni a venire,
dove, nel ripetere i soliti gesti restando aperto ai nuovi, io scopro di
non essere isolato dal resto dell’umanità e dal resto della creazione ed
insieme mi rendo consapevole della mia quota, per quando marginale, di
responsabilità nel costruire comunità, dove il mio agire, buono o
cattivo che sia, ricade sugli altri in tempi e distanze che nessuno sa
prevedere.
E’ nel quotidiano che scopro l’ambivalenza di ogni relazione interpersonale, potenzialmente relazione di reciproca accoglienza o il suo contrario; è lì che posso scegliere il gesto abituale del gratuito ed attuare - in famiglia, per la strada, su facebook, twitter o altro - una vera presenza (da prae-sum, sono innanzi, sono al cospetto di) a persone fisicamente o virtualmente davanti a me, come parola ed ascolto: parola che è un reciproco “presente” (dono, regalo), ascolto che accoglie e riconosce la centralità dell’altro.
E’ nel quotidiano che scopro l’ambivalenza di ogni relazione interpersonale, potenzialmente relazione di reciproca accoglienza o il suo contrario; è lì che posso scegliere il gesto abituale del gratuito ed attuare - in famiglia, per la strada, su facebook, twitter o altro - una vera presenza (da prae-sum, sono innanzi, sono al cospetto di) a persone fisicamente o virtualmente davanti a me, come parola ed ascolto: parola che è un reciproco “presente” (dono, regalo), ascolto che accoglie e riconosce la centralità dell’altro.
Questo Natale 2016 a Sokourani in Burkina Faso (dalla pagina facebook di Grazia Le Mura) |
Significa
vedere il mondo con altri occhi: il giovane
mendicante davanti alla chiesa o al supermercato, la vecchia signora che
cammina piegata sotto il peso della sporta o forse sotto il peso di una
vita troppo dura, il bambino e la giovane rom obbligati a chiedere l’elemosina,
vedere i loro sogni come quelli di tutti i nostri bambini e le nostre
adolescenti.
Significa comunicare a chi incontriamo la nostra compartecipazione
con gesti che valgono più della parola e che allargano il
cuore: la mano tesa, il semplice sorriso, il
gesto di attenzione al vicino antipatico, i saluti gratuiti per le vie
della città, una parola al migrante con il berretto in mano davanti al bar…
L’augurio è che ognuno di noi, credente e non credente, tra il frastuono del mondo possa testimoniare la verità segreta del Natale, più forte di ogni violenza: la comunione di gratuità tra gli uomini, anticipazione e annuncio di cieli e terre nuove.
L’augurio è che ognuno di noi, credente e non credente, tra il frastuono del mondo possa testimoniare la verità segreta del Natale, più forte di ogni violenza: la comunione di gratuità tra gli uomini, anticipazione e annuncio di cieli e terre nuove.
Kibera Slums, Nairobi, Kenya (dalla pagina facebook di Antonino Masuri). |
(1) Poeta svedese, premio Nobel alla memoria 1931. La poesia è tratta da L’INCANTO DEL NATALE nella poesia e nell’arte, a cura di G. Gamberini, ed Paoline, 1996, p. 196).
Grazie di questo passo della Delbrel.
RispondiEliminaUna donna che vale tutta la nostra attenzione, che praticava e testimoniava ciò che predicava, che ci invita anzi ci sollecita a seguire le sue "strade".
RispondiEliminaBuongiorno Gian Maria.
RispondiEliminaFede Speranza Carità sono il fondamento pulsante di una vita autentica.
Le tue parole mi danno coraggio e speranza. Grazie
Grazie di cuore per questo post.
RispondiEliminaGrazie a te caro Maurizio e buon anno!
EliminaIn questo periodo natalizio gli angeli hanno un ruolo importante......mi servo di questa opera di Mark Kostabi per esprimere solidarietà....condivisione ......e dare quindi valore a ...." Il Natale nero " ....da condividere e per impegnarci a non aver paura delle sofferenze pensando a chi è nella dura prova.
[img]https://lh3.googleusercontent.com/3A4Toepznwn53SBbVbASj8od7-zEapb-N3ETabQswCb8NrnfP51mEMMRJ7_k2UUNPtPxixV-vg=w268-h226-p-no[/img]
Un bimbo che si stringe tra le braccia di un angelo senza volto. La presenza dell'eterno - che non vediamo sensibilmente - nel tempo? Buon anno!
EliminaL' artista non da il volto all'angelo perché ognuno di noi può essere l' angelo che conforta.....aiuta......
Eliminasulla terra.....penso sempre al nostro stare sulla terra......
Il Natale si accompagna al Solstizio d'inverno : un complemento che invita ancor più a riflettere sulla rigenerazione totale, interiore ed esteriore, che siamo invitati a fare. Sfuggendo alla tentazione di ingoiare il tutto nella finzione (virtuale), Gian Maria ci invita a "sostare", alla metanoia, stile consono all'Umano. Da lì discende purezza, linfa d'Amore e Cura.
RispondiEliminaLa metafora dell'inverno - tempo del freddo rigido e della spoliazione, ma anche tempo che precede la primavera - suggerisce una ben precisa visione della sofferenza, non intesa come definitivo punto di arrivo, ma come passaggio.
EliminaGrazie, GianMaria... la bellezza e la volontà di diventare noi stessi "augurio" e "benedizione", con parole nuove e gesti concreti e forse inattesi.
RispondiEliminaPer questo, Buon Anno... a me e a tutti!
Un abbraccio particolare a Rossana
Grazie, GianMaria... la bellezza e la volontà di diventare noi stessi "augurio" e "benedizione", con parole nuove e gesti concreti e forse inattesi.
RispondiEliminaPer questo, Buon Anno... a me e a tutti!
Un abbraccio particolare a Rossana
Gentile Nele, ti siamo grati per averci ricordato che ognuno di noi deve farsi augurio per gli altri e, in questo spirito, ci scambiamo volentieri gli auguri di un 2017 ricco di "benedizione" e di reciproca accoglienza.
EliminaGrazie della tua continua testimonianza. Anche se a distanza, per me che ti ho conosciuto, so che queste parole non sono un discorso astratto, ma vita vissuta. Per me, continua essere monito, lezione di vita su cui confrontarmi. Esprimo la mia riconoscenza a te e a Rossana per questo grande lavoro che state facendo, continuando ad effondere speranza e continuando a sollecitarci a guardare lontano, con fiducia. Grazie. Patrizia
RispondiEliminaCara Patrizia, ti ringrazio per quanto hai voluto comunicarci, ben consapevole – a differenza di te – delle mie magagne: si iniquitates observaveris Domine, Domine quis sustinebit? Ciò che Rossana ed io (ed ora anche il nostro caro Rosario) proponiamo su questo blog può aver significato solo e unicamente grazie alla condivisione di persone come te e Giuseppe, nel segno della reciproca accoglienza di tutta la nostra umanità, fragilità comprese.
EliminaUn caro amico monaco mi ha insegnato che "il più umano è il più spirituale".Un abbraccio Patrizia
RispondiEliminaUn caro amico monaco mi ha insegnato che "il più umano è il più spirituale".Un abbraccio Patrizia
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