"Straniero, se navigando ti
recherai a Mitilene dai bei cori,
per cogliervi il fior fiore delle grazie
di Saffo,
dì che fui cara alle Muse, e la terra
Locrese mi generò.
Il mio nome, ricordalo, è Nosside. Ora
va’!
(Nosside, poetessa nata a Locri nel III
sec. a.C.)
Il fascino di una terra antica... (Museo archeologico di Locri, strumento musicale: carapace di tartaruga, V sec. a.C.) |
Anzi mille Calabrie:
- quella delle bellezze naturali (Sila, Serre, Aspromonte,
Pollino, gli ulivi, il mare);
... ricca di bellezze naturali ... (grandioso bosco della Sila) |
... di panorami mozzafiato ... (tra Serra San Bruno e Gerace) |
...di mare, di luce, di colori.... (mare di Locri) |
... una terra che porta con sé tesori... (Museo archeologico di Crotone) |
... oggetti di inestimabile valore.... (Museo archeologico di Locri) |
Una terra ricca di spiritualità (cattedrale di Gerace) |
... di religiosità... (Abbazia di Santa Maria del Patire, XI secolo) |
... di fede ... (Eremo di Santa Maria della Stella) |
... di fraternità ... (La Cattolica di Stilo, piccola chiesa bizantina risalente al IX - X secolo). |
- quella gastronomica (ah i dolci! e i salumi, le mille
verdure sott’olio, il peperoncino, le cipolle rosse, la ‘nduja, la sardella, i
bergamotti, le granite, i vini dal Cirò al Savuto al Gaglioppo e Greco di
Bianco….);
Una terra di grandi sapori... (trattoria tipica di Gerace: Lo Sparviero...) |
... di piatti appetitosi ... |
... e allegri ... |
Una terra dove la modernità... (Cosenza, lungo l'elegante corso Mazzini, vero e proprio Museo all'aperto, Giorgio De Chirico, I due archeologi) |
... convive con la trascuratezza.... (l'abbandono degli scavi di Sibari) |
... la speculazione... (gli scheletri delle case... paesaggio ricorrente....) |
... la povertà... (Cosenza, centro storico) |
Una terra che è stata meta di diversi popoli.... (Stilo) |
... intreccio di diversi orizzonti culturali e religiosi... (panorama dal Santuario di Monte Stella) |
- quella della paura, quella del silenzio e dell’imbarazzo di
fronte alle nostre domande, per quanto discrete e pudiche, circa aspetti
dolorosi su cui si tace non solo per paura o per diffidenza, ma per il
desiderio di vivere tranquilli e di rimuovere il male. Sulla via del ritorno
siamo passati anche per Oppido Mamertina, città come tutte le altre,
gente come tutti noi: in chiesa un ragazzino si esercitava all’organo, il
caffè non era male e neppure la frutta acquistata nel negozietto
adiacente alla chiesa … Eppure implacabilmente prendiamo
coscienza della nostra indifferenza, del nostro silenzio qui ad
Albenga, non so quanto diverso dal loro, delle nostre resistenze mancate;
Una terra sofferente ... (la piazza di Oppido Mamertina...) |
- quella dell’ospitalità radiosa di tante persone
che abbiamo incontrato:
* a Cassano Jonio il giovane Domenico dagli occhi ridenti ed
ammiccanti, sacrestano tutto-fare della Cattedrale (è la diocesi del segretario
della Cei mons. Galantino), nella sua commovente semplicità ci mostra la
bellissima cripta e la sacrestia con tutti i ritratti dei vescovi, precisando
che un paio, nel conclave, hanno mancato il papato per un solo voto; e poi
il regalo del vangelo a firma di papa Francesco, un mese prima in visita
nella piana di Sibari, dove senza mezzi termini dichiara scomunicati i mafiosi.
.... la terra in cui papa Francesco ha apertamente condannato la mafia ... (a Cassano Jonio incontriamo Domenico che ci racconta di papa Francesco...) |
* il vignaiolo e piccolo produttore di vini di nicchia, di
cui volutamente non facciamo il nome, nella “riviera dei Gelsomini”, orgoglioso
della sua vinificazione biologica, amareggiato per il suo tentativo
non riuscito di creare un consorzio con i vicini, tutti presunti
viticoltori (ma c’è chi vinifica senza possedere e coltivare vigne, usa
additivi illegali producendo vino artefatto, nel silenzio complice di coloro
che per dovere d’ufficio dovrebbero controllare, indagare ed intervenire). E
con discrezione ci racconta sommessamente della mafia, della solitudine e
sofferenza di chi vorrebbe resistere sul territorio ma deve stare
attento, perché non sai chi sono i peggiori mafiosi e lo apprendi dalla
televisione, persone “gentilissime”; e finché sei nel piccolo business ti
lasciano lavorare, perché a loro interessano le grosse
aziende. E’ la pazienza del vignaiolo non rassegnato, ospitale a dismisura, che
combatte la sua resistenza da solo e non c’è nessun megafono dei
media a riprenderlo.
Quel giorno abbiamo capito non solo che il silenzio
ha tanti volti e tante voci ma anche il senso profondo delle parole di L.
Rèpaci: “L’amore della Calabria è un amore passionale dovuto al fatto che noi
amiamo una terra che ha molto sofferto. Ha sofferto lei e abbiamo sofferto noi
per farci una posizione, per aver un piccolo posto al sole. Abbiamo dovuto
superare difficoltà che gli altri non immaginano neppure. C’è però un legame
fra la sofferenza della terra e la sofferenza nostra. Non soltanto di noi
scrittori…” (trasmissione tv del 23.4.1973).
Una terra da promuovere e valorizzare... (come vorrebbe il coraggioso vignaiolo che abbiamo incontrato) |
* a Crotone partecipiamo alla messa domenicale nella
parrocchia San Paolo: comunità viva, parroco giovane ed ardente,
scoutismo diffuso insieme con il volontariato di giovani e meno
giovani (non a caso qualche giorno dopo la parrocchia sarà meta e tappa del
pellegrinaggio della speranza in Calabria organizzato dalla Comunità di S. Egidio).
Una terra di giovani... (Parrocchia di San Paolo, realtà viva con gruppi giovanili, tra cui gli scouts). |
* il buon samaritano: anonimo camionista, incrociato per caso
in una stradina deserta della piana di Squillace dove eravamo capitati
sbagliando direzione e a vista d’occhio non c’era anima viva. Proprio lì si era
forata una gomma anteriore e non sapevamo che fare, non riuscivamo a svitare i
bulloni serrati con la pistola ad aria compressa né sapevamo che la nostra
vecchia golf avesse in ogni ruota un antifurto. Insomma nella
calura disperata non sapevamo che pesci pigliare. Ed infine ecco sopraggiungere
un camion: non si ferma, procede oltre, poi fa retromarcia; scende un giovane
camionista, capisce al volo e con poche parole e gesti concreti ci toglie dal
deserto, svita i bulloni, sblocca l’antifurto e riparte di fretta perché deve
rispettare i suoi tempi e noi rimaniamo a bocca aperta felici di questo
intervento provvidenziale.
Una terra capace di solidarietà (come dimostra il camionista
che ci ha soccorso...)
|
* il sig, Raffaele che ci vede
incerti ai piedi del crinale sul quale si
erge Altomonte, si presenta, ci accompagna su per le ripide scalinate
magnificando il paese sino alla stupenda chiesa ed al museo civico contiguo, ci
fa ammirare lo splendido panorama e sparisce.
Una terra da riscoprire... (chiostro annesso alla chiesa di Altomonte). |
* La signora della pizzeria “Il Vesuvio” di Rende che a tutti
i costi, sempre sorridendo e ringraziando, ci offre le sue prelibatezze
ed i suoi distillati, ma soprattutto la sua genuina umanità. L’ospitalità
rude e genuina del vecchio gestore de “Lo Sparviero” di Gerace (provare per
credere la cucina “povera” e il liquore al peperoncino che persino mia
moglie - incredibile dictu et visu! – ha apprezzato). Il
gesto gratuito del cameriere che a Crotone ci offre in degustazione la sua
“vera sardella” (eccezionale!). Ed infine l’allegria di una festa
popolare in mezzo a tante persone sconosciute - vecchi, giovani, donne, frotte
di bambini gioiosi e sorridenti - in una notte incantata di Gerace,
allietata da bravissimi attori di strada ….
Una terra ospitale... (scena di simposio su un vaso attico) |
Addio Calabria. Abbiamo goduto, a volte con sofferenza, della
bellezza che la terra e gli uomini e donne della Calabria ieri e oggi ci
offrivano, abbiamo parlato, ascoltato, condiviso ciò che unisce e
ciò che divide, donato e ricevuto gesti semplici e sinceri
sorrisi, vissuto incontri di fratellanza, contemplato volti irripetibili,
sperimentato il trionfo quotidiano dell’ospitalità. Questa è la vera
Calabria che portiamo nel cuore, quella che intende vivere, che
conserva la memoria, che arde di spiritualità, che sprizza generosità e
gentilezza, che vola alto e respira la speranza.
Una terra che è ancora in grado di sperare? (Antonio Saladino, Portatore di nuvole. Museo civico di Taverna.) |
E mia moglie, pensate un po’, lei che è una
provetta nuotatrice, è persino riuscita a fare una memorabile nuotata, l’unica
del nostro soggiorno calabrese, all’alba di un mattino, sulla spiaggia di
Capo Colonna, a quell’ora deserta …
... di guardare lontano?... (Mare di Crotone all'alba) |
Alcune letture, che proseguiremo, ci hanno
accompagnato nel viaggio. Ne cito due:
*
un giallo ambientato in Calabria: Carmine Abate, La collina del vento, premio Campiello 2012, Mondadori;
* un dossier sulla ‘ndrangheta: Arcangelo
Badolati, Mamma ‘ndrangheta, la storia delle cosche cosentine dalla fantomatica
Garduna alle stragi moderne, prefazione di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso,
giugno 2014, ed. Pellegrini, Cosenza (proprio in questi ultimissimi giorni
presentato e commentato su Rai3).
“Venite al tempio sacro delle vergini dove è più grato il bosco e sulle are
fuma
l’incenso.
Qui
fresca l’acqua mormora tra i rami
dei meli: il
luogo è all’ombra di roseti.
Dallo
stormire delle foglie scende
profonda
quiete.
Qui il prato
dove meriggiano i cavalli
è tutto fiori
di primavera,
e gli aneti
vi odorano soavi.
E qui
con impeto, dominatrice,
versa
Afrodite nelle tazze d’oro
chiaro vino
celeste
e insieme
gioia.”
(Saffo)
Addio Calabria... (Festa a Gerace ...) |
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Due grantouristi nella mia terra, una terra da cui parti. tu che ci nasci e che mai veramente lasci!..Te la porti dentro con suoi antichi profumi ( intensi perché terrosi), nella durezza del tuo percorso già da lei segnato...nelle tue cadute e nelle risorgenze, nelle tue lunghe attese che lei sin da bambina ti ha insegnato...perché dentro di te potesse e possa fluire libera l'essenza della spiritualità....che le appartiene!....grazie ancora a lei e a sua moglie per questo racconto così intenso...
RispondiEliminaGrazie, gent.le sign.a Anna, per averci ricordato e testimoniato quanto ognuno di noi abbia con la sua terra di origine un rapporto personale e intimo, una storia irripetibile (nel suo caso oserei dire invidiabile). Penso al mio orgoglioso rapporto con la terra piemontese (il Monferrato dove sono nato, il Cuneese dove ho vissuto a lungo, il Biellese dove per tanti anni ho esercitato con passione il mio lavoro di preside): il mio giardino di memorie aspirazioni sogni sentimenti gioie sofferenze speranze che mi porto dietro e dentro (sì, proprio così, la tua terra “te la porti dentro con i suoi antichi profumi, intensi perché terrosi”). Con queste mie radici, con questa mia storia che si dirama nello spazio e nel tempo, abito ad Albenga, incontro il mondo ovunque vado, pongo ascolto alla storia degli altri, tento di vivere intensamente ed autenticamente le relazioni, nel reciproco arricchimento ed apprezzamento, nella condivisione del dare e ricevere, nell’ospitalità reciproca propri degli incontri di fratellanza.
RispondiEliminaOvunque andiamo, non disperiamo, troveremo sempre una mano amica pronta ad aiutarci nel momento del bisogno. Una mano non richiesta e inaspettata che rafforzerà vieppiù in noi, la consapevolezza di trovare in ogni dove, solidarietà e fratellanza. " Occorre solo aspettare." " Bisogna anche saperla conquistare." La Terra visitata da Gian Maria, le sue avventure e la sua piccola disavventura, ( l'auto in panne ) sono testimonianza che tutto il Mondo è Paese. A volte incontriamo gente apparentemente schiva, indifferente, quasi scorbutica. Spesso questi atteggiamenti, nulla hanno a che vedere con gli occasionali incontri di foresti, ma dettati da timidezza e diffidenza. Non ho mai visitato la Calabria, ma come tutto il Sud, ha bisogno di essere scoperta e riscoperta. Certo, ci sono casi come quello del produttore di vini e, le sue difficoltà nell'esercitare la propria attività, causa presenze di soggetti di stampo mafioso che lo contrastano. Realtà questa, che si annida nel nostro tessuto sociale, con le implicazioni che conosciamo. Vedo comunque che l'aver goduto della visita di eremi, abbazie, cattedrali, aver apprezzato la cucina locale con i suoi profumi e unicità, l'abbia appagato pienamente. "E' una buona forchetta!" Tutto sommato, direi un viaggio che ha arricchito ancor più G.M. e Rossana. Un abbraccio anche da parte di Enrica.
RispondiEliminaCaro Franco, il viaggio è stato di sicuro un arricchimento: abbiamo trovato “in ogni dove solidarietà e fratellanza”, abbiamo “goduto della visita di eremi, abbazie, cattedrali”, abbiamo “apprezzato la cucina locale con i suoi profumi e unicità”, abbiamo anche pregato, riso, com-pianto e rimosso e sepolto una serie di pregiudizi. Ogni viaggio, ogni nuova esperienza, ogni nuovo avvenimento vorrei che fosse per noi e per tutti un arricchimento: un prendere diretta consapevolezza del mondo in cui si vive, un passo verso la con-versione, un rinascere nella speranza e nella volontà di accoglienza reciproca con chi incontri, facendo quel che ognuno può fare. Ti sbagli solo sulla “buona forchetta”: la mia pretesa è quella di essere un’ottima forchetta e forse in un prossimo post potrei chiarirne il senso. Ciao.
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