Giacomo Ceruti (lombardo, 1698 - 1767) è il pittore dei poveri, perciò è detto il "Pitocchetto"... |
Mia moglie ed io abbiamo deciso di riprendere alcuni post dei primissimi tempi sul
tema "povertà” (20.6.13: i volti della povertà in Italia e
nell’albenganese; 22.6.13: povertà, indifferenza, solidarietà), rivisitandoli e riproponendoli sulla base dei dati recentemente
diffusi dall'Istat.
... ha raccontato i poveri con realismo ... (Ragazzo con cesto) |
La
guerra e la guerriglia (in Siria, Iraq, Mali, Sudan, Libia, Gaza...) non sono
l’unica trasgressione del diritto alla vita. La povertà – e l’ingiustizia che
essa comporta – è un’altra atavica violenza contro i Diritti universali di
ogni uomo e donna, contro la nostra stessa Costituzione.
Le
persone che vivono in condizioni di disagio e di indigenza sono in aumento
ovunque nel mondo, in Italia, nell’Albenganese. La convivenza senza
speranza dei poveri con i ricchi prima o poi genera rancore, instabilità,
ribellione. Rinchiudersi entro bunker dorati non ha mai risolto alcun problema;
le disuguaglianze sono bombe a orologeria, non solo a livello mondiale, ma
anche in ambito nazionale e locale. Al di là di ogni considerazione etica,
conviene a tutti affrontare e ricercare decisive soluzioni.
... ha guardato i poveri con empatia ... (Accattone che si riposa) |
Sappiamo bene che due sono i
tipi di povertà:
-“assoluta”, quella di uomini
e donne che mancano del minimo necessario, che non hanno il numero di
calorie di cui abbisognano per compiere uno sforzo normale, che non vivono in
locali sani, non sono né curati né istruiti, sono privi di tempo libero, di
sport, di cultura, di vita pubblica, di vita familiare, di vita
interiore.
- “relativa”, al grado di
sviluppo del paese in cui si risiede, in riferimento ad una situazione di
redditi ineguali, a strati della popolazione le cui risorse sono molto
inferiori al modo di vivere considerato decente.
... nelle difficoltà... (Quadretto familiare) |
In Italia, secondo gli ultimi dati ISTAT, tra il 2012 e il 2013 l'incidenza della povertà assoluta è
aumentata al 7,9% (per effetto dell'aumento nel Mezzogiorno, dal 9,8 al 12,6%),
coinvolgendo centinaia di migliaia di famiglie che non riescono a sostenere la
spesa minima necessaria per acquistare quei beni e servizi "considerati
essenziali per conseguire uno standard di vita minimamente accettabile".
I
nuclei composti di due persone spendono 764 euro mensili, meno di
quanto avviene nella media pro capite del Paese (972,52 euro mensili); il
dato scende nel Mezzogiorno a 744 euro.
... ha raccontato i poveri con intensità ... (Portarolo seduto) |
... ha raccontato i bambini poveri... (Bambina mendicante e donna che fila) |
Tenendo in
considerazione anche le famiglie vicine alle soglie di povertà, spiega ancora
l'Istat, in Italia circa una famiglia su cinque è povera o quasi. Se si
guarda al numero di persone coinvolte, quelle in povertà relativa sono 10 milioni 48 mila, quelle in povertà assoluta 6 milioni 20 mila. Coinvolti quasi un milione e mezzo di minori. Dunque un italiano
su dieci è in povertà assoluta.
... ha raccontato i poveri con semplicità... (Due pitocchi) |
Quanto alla
composizione dei nuclei poveri, la povertà assoluta cresce con persone con
titolo medio-basso (11,1% con licenza elementare, 12,1% con licenza media) e
condizione sociale (operaia 11,8%, senza occupazione 28%, coppie di anziani
6,1%, famiglie con almeno due anziani 7,4%). I poveri assoluti tra gli
ultrasessantenni sono 888.000.
Peggiora la condizione delle famiglie con
quattro o cinque o più componenti e delle coppie con due figli soprattutto se
minori. Tradotto in
persone, si tratta di circa 16 milioni di cittadini, forse anche di più,
perché la “soglia di povertà” (972,52 euro mensili)
non va riferita al reddito ma alla spesa media pro capite: molte famiglie
superano per ora tale soglia, ma solo perché danno fondo ai risparmi, finiti i
quali anch’esse saranno risucchiate nel gorgo.
... ha raccontato i poveri nella quotidianità... (La filatrice) |
... ha raccontato la fatica dei poveri... (La lavandaia) |
Insomma la schiera dei poveri,
destinata ad espandersi, è molto più vasta di quella catalogata dall’ISTAT: si
devono infatti aggiungere gli stranieri invisibili per le statistiche e quanti
vivono in povertà assoluta intercettati solo da Caritas ed associazioni di
volontariato. Le prospettive non sono rosee: la disuguaglianza tra gli italiani
si sta cronicizzando, la frattura tra ricchi e poveri diventa strutturale e non
congiunturale, alla faccia dell’articolo 3 della Costituzione.
La
disuguaglianza orizzontale-territoriale taglia in due l’Italia (quasi il
70% delle famiglie povere risiede al Sud.), in cui la convivenza tra ricchi e
poveri è solcata da voragini di differenze sempre più profonde. La
disuguaglianza verticale interessa tutte le regioni, compreso il territorio
ingauno.
... ha raccontato i poveri nei dettagli... (Vecchio mendicante e portarolo, particolare) |
... ha raccontato i poveri nella solitudine... (Pellegrino che dorme) |
... ha raccontato la rassegnazione.... (Donne che lavorano) |
Si parla molto di nuove povertà. Riguardano
situazioni di adulti o di famiglie che in seguito alla crisi e alla comparsa di
un evento traumatico (es. perdita di lavoro) hanno intrapreso un percorso di
impoverimento brusco quanto inatteso: adulti e famiglie che fino a poco
tempo prima ce la facevano benissimo, che non avrebbero mai immaginato di
doversi rivolgere ai servizi sociali e che oggi vanno pieni di vergogna a
chiedere un aiuto economico, perché magari non riescono più a pagare
l’affitto o il mutuo per la casa o la rata per la lavatrice o la tv, né sanno
più che lavoro potranno fare nei prossimi anni.
La condizione di povertà è sempre
più dinamica e “oscillante”: non si nasce poveri, ma lo si diventa, magari
attraversando fasi temporanee di povertà alternate a momenti di migliore
fortuna. L’estendersi della vulnerabilità sociale si accompagna all’aumento
delle “povertà orgogliose”: persone soprattutto adulte ed anziane che per la
vergogna e l’orgoglio non riescono a chiedere aiuto nel momento del
bisogno, chiudendosi in se stesse ed innescando percorsi di depressione o di
allontanamento dalla società, dissimulando il proprio stato di povertà e andando
ad ingrossare le fila del disagio sommerso difficile da quantificare.
Se il processo di impoverimento
diventa continuo e progressivo, il risultato finale è l’esclusione sociale: la
“città invisibile”, condizione di rottura con i legami familiari e
sociali e di isolamento con il resto della società.
... ha raccontato i poveri nei loro destini già segnati... (Portaroli che giocano a carte) |
Gli ultimi, gli invisibili li troviamo, insistenti, ogni giorno
davanti alle chiese o supermercati; oppure in certi angoli ed androni della
città. Per lo più facciamo finta di niente. Li chiamano barboni,
clochard, senza tetto, sbandati, disadattati, mendicanti rom, immigrati senza
prospettive, emarginati malati o pazzi. Dannati, schiacciati: un
esercito con stigma dell’invisibilità, talmente sotto i nostri occhi da
diventare trasparente e quindi rimovibile e rimosso.
... ha raccontato la pazienza dei poveri... (Spillatura del vino) |
Quanti sono in Italia e ad Albenga? Boh!? Ogni tanto le cronache dei
giornali locali ci costringono ad accorgerci di loro. Non li troviamo nei
programmi elettorali di nessuno, non votano e non contano. “Si può fingere che
non siano cittadini ma per fingere che non siano specchi della nostra anima
bisogna stare attenti, bene attenti a non guardarli!” (G. Buccini, La città
invisibile, Corriere della sera, 21.02.13).
... ha raccontato i poveri... (Incontro nel bosco) |
In un prossimo post parleremo di Albenga, intervistando Pierpaolo Barnieri,
ogni giorno a contatto con la povertà ingauna.
Chi desidera intervenire può andare qui sotto su "commenta come", nel menù a tendina selezionare "nome/URL", inserire solo nome e cognome e cliccare su continua. Quindi può scrivere il proprio contributo sul quale rimarrà il suo nome ed eventualmente, se lo ritiene opportuno, può lasciare la sua mail.
Chi desidera intervenire può andare qui sotto su "commenta come", nel menù a tendina selezionare "nome/URL", inserire solo nome e cognome e cliccare su continua. Quindi può scrivere il proprio contributo sul quale rimarrà il suo nome ed eventualmente, se lo ritiene opportuno, può lasciare la sua mail.
Nessun commento:
Posta un commento