Iscriviti ai Feed Aggiungimi su Facebook Seguimi su Twitter Aggiungimi su Google+ Seguici tramite mail

Iscriviti alla nostra newsletter!

sabato 23 agosto 2014

La povertà non si rivela se non a colui che la vuole sopprimere.



La povertà è tema che ha occupato 
grandi uomini...
... tema che papa Francesco 
ha riportato al centro della riflessione ecclesiale...
Bisognerebbe che in ogni città, Albenga compresa, i media aprissero  una regolare e periodica ”cronaca degli schiacciati”, per avvicinarci alle situazioni concrete, conoscere i fenomeni sociali emergenti, possedere un quadro di riferimento non troppo approssimativo, ascoltare le riflessioni e testimonianze degli operatori sociali, prendere atto che la povertà si va presentando drammaticamente con molti volti inediti e nuovi.

...dei poveri si è occupata 
la pedagogia...
E poi, decidere di uscire dall’indifferenza scoperta o mascherata, sollecitare interventi in modo sinergico (v. le proposte di Pierpaolo) e scorticarci almeno un po’ le mani.  In concreto che cosa possiamo fare noi semplici cittadini per contrastare in qualche modo la povertà?

... per i poveri è stata pensata 
la teologia della liberazione...
Parlo naturalmente per me, mia moglie, i miei amici e tutti coloro che possono e vogliono condividere orizzonti di vita aperti.
- Per prima cosa bandire l’indifferenza, atteggiamento che non solo designa la mancanza di partecipazione emotiva, ma linsignificanza di persone, valori, cose, che non importano affatto. In-differenza è il non-volere-sapere con cui una persona allontana da sé istanze che esigono coinvolgimento e partecipazione.

... la povertà è stata oggetto 
della grande letteratura...
Non si tratta di cercare di commuovere, piuttosto di “fare entrare a forza nelle nostre preoccupazioni quotidiane la presenza permanente della ingiustizia e della sventura” (Mounier).

... e della letteratura ripresa 
dalla cinematografia...
Scriveva P. RICOEUR che non è possibile essere con i poveri se non essendo contro la povertà e che la povertà non si rivela se non a colui che la vuole sopprimere.

... la povertà è stata rappresentata 
nell'arte...
Di fatto ognuno di noi nel suo comportamento quotidiano nei riguardi della povertà patisce un fastidio permanente nel perseguimento legittimo, per sé ed i propri cari, della sicurezza non solo economica, ma anche sociale e culturale. E’ un’operazione scabrosa: la povertà sfugge se non si vive lo scandalo della povertà.

... la povertà appartiene 
alla storia...
Essere con i poveri per noi che non siamo della loro comunità è possibile solo se si rimane per sempre feriti dall’esperienza della loro povertà, se si è presi rivoltati rovesciati, chiamati in causa. Senza mai dimenticare che i poveri non hanno solo privazioni ma anche molti valori, desideri, idee da offrire.
... la povertà ha coinvolto
la riflessione filosofica...
- Le formule pratiche, le possibilità concrete vanno trovate con la propria riflessione, il proprio impegno, la capacità di ascolto e di comprensione delle situazioni e degli uomini, il coraggio di saper andare controcorrente, di sfidare il conformismo di chi sta bene e forse anche l’incomprensione di chi sta male.

... la povertà ha mosso 
grandi artisti...
- E poi l’atteggiamento di solidarietà consapevole che Pierpaolo ha illustrato in modo puntuale e concreto. Sono anch’io d’accordo che in questo i singoli cittadini, le associazioni e le scuole ingaune non sono seconde a nessuno: è un mondo tanto silenzioso quanto indispensabile, costituito da persone che dedicano parte del proprio tempo, delle proprie competenze e risorse personali per intervenire sulla realtà territoriale (e non solo).

... la povertà ha interrogato 
e interroga la politica...
E’dunque in Albenga una preziosa risorsa che il territorio dovrebbe incentivare nella formulazione di politiche di contrasto alla povertà, ovviamente non in sostituzione dei servizi pubblici ma a loro supporto ed integrazione. Il volontariato è l’espressione più coerente della solidarietà tra generazioni e dell’appartenenza alla comunità; è partecipazione alla vita della collettività senza cadere nell’acritica sottomissione a decisioni politiche prese in altre sedi; è un modo per riconoscere che la nostra società presenta zone d’ombra, sacche di povertà e di esclusione sociale che spesso non si vedono ma che non possono essere ignorate.

... alla povertà è sensibile
il volontariato ...
Soprattutto ha una profonda valenza culturale: è dono gratuito, senza reciprocità. La gratuità è modalità relazionale ricca, complessa, anche paradossale, come l’amicizia, la fiducia, l’ospitalità, assumersi responsabilità, prendersi cura dell’altro.

...la povertà spinge ad una riflessione 
su modelli alternativi di convivenza...
Perché si dona? Perché il dono e il suo linguaggio appartengono al nostro mondo, perché sono indispensabili ad orientare il senso complessivo del lavoro sociale, perché fanno parte “dell’armamentario dei concetti che servono ad elaborare un modello critico e alternativo a quello del mercato” (GODBOUT) ed infine perché “non si dona per ricevere, si dona perché l’altro doni” (LEFORT).

... sulle tracce del pensiero 
di Paul Ricoeur.

Si consiglia di mettere in pausa la musica del blog 
prima di avviare il video.
          


Chi desidera intervenire può andare qui sotto su "commenta come", nel menù a tendina selezionare "nome/URL", inserire solo nome e cognome e cliccare su continua. Quindi può scrivere il proprio contributo sul quale rimarrà il suo nome ed eventualmente, se lo ritiene opportuno, può lasciare la sua mail. 

2 commenti:

  1. La riflessione sulla "Povertà", così completa, profonda e oggettivamente vera, non può che essere condivisa. Essa, non è solo un aspetto economico-sociale della realtà in cui viviamo, bensì una malattia e come tale va curata. E' una malattia che va sempre più diffondendosi, contagiando fasce sociali ritenute indenni. Esistono le terapie per curarla: Interventi rapidi ed efficaci da parte delle Istituzioni - anzitutto lo Stato, le Associazioni, il volontariato, la solidarietà. L'indigente, non è solo privo di mezzi finanziari, è un senzatetto, senza famiglia, senza affetti: è qualcuno che non può mettersi in gioco perché privo di dignità. E' curioso vedere il comportamento della gente, in presenza di un mendicante. Alcuni svicolano per non fargli la questua, altri li sfiorano quasi non esistessero( e per loro non esistono veramente), altri ancora versano il loro obolo accompagnato da un gesto del capo, in segno di pietà. "Ognuno scarica la propria coscienza come crede." Esiste anche la povertà che non vediamo. La sofferenza di persone che arrancano giorno dopo giorno per sopravvivere, dotate di grande decoro, che si privano del mangiare del vestire e di quant'altro, stretti fra le fredde pareti di casa, senza nulla chiedere. La nuova povertà che si è aggiunta alla nostra: gli immigrati degli sbarchi. "Disperazione su disperazione." Occorre una grande mobilitazione: Governo e politici devono intervenire con azioni concrete e immediate. La povertà, purtroppo, può far comodo a chi intende sfruttarla, occorre combatterla e sopraffarla. Con l'indifferenza prolifera la povertà. Meno ipocrisia...guardiamo in faccia alla realtà - non voltiamoci per non vedere, diamo una mano a chi ne ha bisogno, senza aspettare che ce lo chiedano. ... prendiamoci cura dell'altro...

    RispondiElimina
  2. Caro Franco, grazie del tuo contributo, sempre profondo e ricco. Non ho altro da aggiungere. Vorrei solo citare in ultimo il pensiero di Giulio Girardi, mio grande maestro e coerente testimone della Sua integra fede: “Optiamo per i poveri non perché sono i più forti, ma perché sono i più deboli e oppressi; non perché la loro causa sia quella che trionfa nella storia, ma perché è giusta; non perché essi siano i vincitori di domani, ma perché sono i vinti di oggi”.

    RispondiElimina