La povertà è tema che ha occupato grandi uomini... |
... tema che papa Francesco ha riportato al centro della riflessione ecclesiale... |
...dei poveri si è occupata la pedagogia... |
E poi, decidere di uscire dall’indifferenza scoperta o
mascherata, sollecitare interventi in modo sinergico (v. le proposte di
Pierpaolo) e scorticarci almeno un po’ le mani. In concreto che cosa
possiamo fare noi semplici cittadini per contrastare in qualche modo la
povertà?
... per i poveri è stata pensata la teologia della liberazione... |
Parlo naturalmente per me, mia moglie, i miei amici e tutti
coloro che possono e vogliono condividere orizzonti di vita aperti.
- Per prima cosa bandire l’indifferenza, atteggiamento
che non solo designa la mancanza di partecipazione emotiva, ma l’insignificanza di persone, valori,
cose, che non importano affatto. In-differenza è il non-volere-sapere con cui una persona allontana da sé
istanze che esigono coinvolgimento e partecipazione.
... la povertà è stata oggetto della grande letteratura... |
Non si tratta di cercare di commuovere, piuttosto di “fare entrare a forza nelle nostre
preoccupazioni quotidiane la presenza permanente della ingiustizia e della
sventura” (Mounier).
... e della letteratura ripresa dalla cinematografia... |
Scriveva P. RICOEUR che non è possibile essere con i poveri
se non essendo contro la povertà e che la povertà non si rivela se non a colui
che la vuole sopprimere.
Di fatto ognuno di noi nel suo comportamento
quotidiano nei riguardi della povertà patisce un fastidio permanente nel
perseguimento legittimo, per sé ed i propri cari, della sicurezza non solo
economica, ma anche sociale e culturale.
E’ un’operazione scabrosa: la povertà sfugge se non si vive lo scandalo
della povertà.
... la povertà è stata rappresentata nell'arte... |
... la povertà appartiene alla storia... |
Essere con i poveri per noi che non siamo della loro comunità
è possibile solo se si rimane per sempre feriti dall’esperienza della loro
povertà, se si è presi rivoltati rovesciati, chiamati in causa. Senza mai
dimenticare che i poveri non hanno solo privazioni ma anche molti valori, desideri,
idee da offrire.
... la povertà ha coinvolto la riflessione filosofica... |
- Le formule pratiche, le possibilità concrete vanno trovate
con la propria riflessione, il proprio impegno, la capacità di ascolto e di
comprensione delle situazioni e degli uomini, il coraggio di saper andare
controcorrente, di sfidare il conformismo di chi sta bene e forse anche
l’incomprensione di chi sta male.
... la povertà ha mosso grandi artisti... |
- E poi l’atteggiamento di solidarietà consapevole che Pierpaolo ha illustrato in
modo puntuale e concreto. Sono anch’io d’accordo che in questo i singoli
cittadini, le associazioni e le scuole ingaune non sono seconde a nessuno: è un
mondo tanto silenzioso quanto indispensabile, costituito da persone che
dedicano parte del proprio tempo, delle proprie competenze e risorse personali
per intervenire sulla realtà territoriale (e non solo).
... la povertà ha interrogato e interroga la politica... |
E’dunque in Albenga una preziosa risorsa che il territorio dovrebbe incentivare nella formulazione di
politiche di contrasto alla povertà, ovviamente non in sostituzione dei servizi
pubblici ma a loro supporto ed integrazione. Il volontariato è l’espressione più coerente della
solidarietà tra generazioni e dell’appartenenza alla comunità; è partecipazione
alla vita della collettività senza
cadere nell’acritica sottomissione a decisioni politiche prese in altre sedi; è
un modo per riconoscere che la nostra società presenta zone d’ombra, sacche di
povertà e di esclusione sociale che spesso non si vedono ma che non possono
essere ignorate.
... alla povertà è sensibile il volontariato ... |
Soprattutto ha una profonda valenza culturale: è dono
gratuito, senza reciprocità. La
gratuità è modalità relazionale ricca, complessa, anche paradossale, come
l’amicizia, la fiducia, l’ospitalità, assumersi responsabilità, prendersi cura
dell’altro.
...la povertà spinge ad una riflessione su modelli alternativi di convivenza... |
Perché si dona? Perché il dono e il suo linguaggio
appartengono al nostro mondo, perché sono indispensabili ad orientare il senso
complessivo del lavoro sociale, perché fanno parte “dell’armamentario dei concetti che servono ad elaborare un modello critico e alternativo a quello
del mercato” (GODBOUT) ed infine perché “non
si dona per ricevere, si dona perché l’altro doni” (LEFORT).
Si consiglia di mettere in pausa la musica del blog
prima di avviare il video.
Chi desidera intervenire può andare qui sotto su "commenta come", nel menù a tendina selezionare "nome/URL", inserire solo nome e cognome e cliccare su continua. Quindi può scrivere il proprio contributo sul quale rimarrà il suo nome ed eventualmente, se lo ritiene opportuno, può lasciare la sua mail.
... sulle tracce del pensiero di Paul Ricoeur. |
Si consiglia di mettere in pausa la musica del blog
prima di avviare il video.
Chi desidera intervenire può andare qui sotto su "commenta come", nel menù a tendina selezionare "nome/URL", inserire solo nome e cognome e cliccare su continua. Quindi può scrivere il proprio contributo sul quale rimarrà il suo nome ed eventualmente, se lo ritiene opportuno, può lasciare la sua mail.
La riflessione sulla "Povertà", così completa, profonda e oggettivamente vera, non può che essere condivisa. Essa, non è solo un aspetto economico-sociale della realtà in cui viviamo, bensì una malattia e come tale va curata. E' una malattia che va sempre più diffondendosi, contagiando fasce sociali ritenute indenni. Esistono le terapie per curarla: Interventi rapidi ed efficaci da parte delle Istituzioni - anzitutto lo Stato, le Associazioni, il volontariato, la solidarietà. L'indigente, non è solo privo di mezzi finanziari, è un senzatetto, senza famiglia, senza affetti: è qualcuno che non può mettersi in gioco perché privo di dignità. E' curioso vedere il comportamento della gente, in presenza di un mendicante. Alcuni svicolano per non fargli la questua, altri li sfiorano quasi non esistessero( e per loro non esistono veramente), altri ancora versano il loro obolo accompagnato da un gesto del capo, in segno di pietà. "Ognuno scarica la propria coscienza come crede." Esiste anche la povertà che non vediamo. La sofferenza di persone che arrancano giorno dopo giorno per sopravvivere, dotate di grande decoro, che si privano del mangiare del vestire e di quant'altro, stretti fra le fredde pareti di casa, senza nulla chiedere. La nuova povertà che si è aggiunta alla nostra: gli immigrati degli sbarchi. "Disperazione su disperazione." Occorre una grande mobilitazione: Governo e politici devono intervenire con azioni concrete e immediate. La povertà, purtroppo, può far comodo a chi intende sfruttarla, occorre combatterla e sopraffarla. Con l'indifferenza prolifera la povertà. Meno ipocrisia...guardiamo in faccia alla realtà - non voltiamoci per non vedere, diamo una mano a chi ne ha bisogno, senza aspettare che ce lo chiedano. ... prendiamoci cura dell'altro...
RispondiEliminaCaro Franco, grazie del tuo contributo, sempre profondo e ricco. Non ho altro da aggiungere. Vorrei solo citare in ultimo il pensiero di Giulio Girardi, mio grande maestro e coerente testimone della Sua integra fede: “Optiamo per i poveri non perché sono i più forti, ma perché sono i più deboli e oppressi; non perché la loro causa sia quella che trionfa nella storia, ma perché è giusta; non perché essi siano i vincitori di domani, ma perché sono i vinti di oggi”.
RispondiElimina