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Visualizzazione post con etichetta Gustavo Zagrebelsky. Mostra tutti i post
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giovedì 14 febbraio 2019

Élite e masse.

Post di Rosario Grillo.
Illustrazioni di Angelo Ruta (qui il sito), per gentile autorizzazione.

Angelo Ruta, Ambizione
Nella baraonda di una situazione politico-sociale caratterizzata da divisioni insanabili, alimentate anche ad arte per prendere “il vento in poppa” della protesta arrabbiata, del rancore, della paura e, al limite, della perdita di speranza, si sta discutendo di crisi delle élite.
Per certi aspetti, può essere considerato un diversivo...
Per meglio focalizzare il “punctum quaestionis” occorre allora andare alla crisi della democrazia, che ne rappresenta il processo “ab origine”.
Per non tediare nell’insistenza sui concetti fondanti della democrazia, dico che è un artificio umano: perfettibile ed anche deperibile. Si, proprio così! La democrazia richiede manutenzione.
La manutenzione, che i più intendono però, è quella tecnica: degli ingranaggi, dei poteri e dei contro poteri che la costituiscono. Ma c’è una manutenzione necessaria, il più delle volte trascurata: quella spirituale. (1)

sabato 29 settembre 2018

Variazioni intorno alla figura di Giuda.

Post di Rosario Grillo
Immagini dei dipinti del pittore russo Nikolaj Nikolaevič Ge (1831 - 1894).

Nicolaj Ge, 
Giuda
Ho preso a leggere solo adesso il libro di Zagrebelsky sulla figura di Giuda, ritratto uscito dalla trasmissione radiofonica Uomini e profeti (1).  Con il pensiero sono subito andato al bel post dell’amico Gian Maria Zavattaro pubblicato due anni fa.  Il taglio che mi suscita la lettura, nel contesto presente vissuto e rielaborato, è leggermente diverso.  Mi soffermerò, perciò, poco ​sull’ambiguità​  sottolineata da Zagrebelsky: ​conditio humana per antonomasia: frutto della libertà accreditata agli uomini, smarrita da Adamo e reintegrata da Gesù in virtù del suo sacrificio. Libertà che chiama in causa la responsabilità della scelta​ tra il bene il male.  Complemento indisgiungibile: la remissione nelle mani della giustizia divina.

giovedì 24 marzo 2016

L'enigma di Giuda, letture possibili. Video.

Ripubblichiamo un nostro post del 1/4/2015
sulla figura di Giuda.

Il suicidio di Giuda 
(Autun, Rappresentazione medievale)
Anonimo, XII secolo, 
Il bacio di Giuda.
 “Non è facile affidarsi alla misericordia di Dio perché quello è un abisso incomprensibile.[…]
 La morale cristiana non è lo sforzo titanico, volontaristico, di chi
decide di essere coerente,
la morale cristiana è la risposta commossa di fronte a una
misericordia sorprendente, imprevedibile, addirittura “ingiusta”
secondo i criteri umani, di Uno che mi conosce,
 conosce i miei tradimenti e mi vuole bene lo stesso”
(Papa Francesco).

Cimabue (1240-1302), 
Il bacio di Giuda.
“Un giorno un  santo entra per la prima volta nel Paradiso
e siccome sa  che la Vita Eterna è una Cena con Dio,
non fa nessuna meraviglia di essere invitato a sedersi a tavola. Tutto il Paradiso è seduto a tavola, ma la cena non comincia.
 Dopo un po’ il santo nuovo arrivato azzarda:
“Ma quando si comincia a mangiare?”
 Ed il Signore risponde:
Non si comincia a mangiare fino a che non sia arrivato Giuda”.
 (Racconto di Don  Giovanni Debernardi (1907-1975),
citato da  Don A. S. Bessone in Prediche della domenica).

Giotto, (1267-1337),
Il bacio di Giuda.

All'inizio del Triduo Pasquale della Settimana Santa, mi è venuto istintivo meditare sull’enigma  Giuda  (“il traditore”, “colui che tradì”) e riflettere su alcune letture a me care.
 
Duccio di Buoninsegna (1255-1319), 
Patto di Giuda, retro della Maestà.
Giotto (1267-1337), 
Giuda viene pagato per il suo tradimento.
1. Don Angelo Stefano Bessone, studioso biellese e soprattutto profondo e schivo testimone di vita sacerdotale e cristiana, le cui omelie domenicali ti scavano dentro quasi a costringerti all’urgenza della tua conversione, ha dedicato a Giuda una sua riflessione raccolta in Prediche della Domenica (anno A, Tipografia Ferraro, Ivrea, 1993, pagg.111-114). Giuda, nostro fratello, fratello di Simon Pietro (che tre volte  ha rinnegato Cristo), è una dodicesima parte della Chiesa, ma anche una dodicesima parte di noi stessi: “è quello che sarebbero stati gli altri undici, se avessero disperato del perdono di Gesù”. Ma se la chiesa impegna la sua infallibilità per affermare che un uomo è in paradiso, non si impegna affatto per dichiarare che un uomo è perduto, all’inferno, “anche se perdersi è una reale possibilità dell’uomo”. E conclude con la  parabola sopra riportata.

Pietro Lorenzetti (1280-1348), 
Giuda impiccato.

giovedì 27 marzo 2014

La parola. Filastrocca.


... la parola è come una luce ...

 … i ragazzi più violenti possiedono strumenti linguistici 
scarsi e inefficaci … 
non sanno nominare le proprie emozioni.
(Gianrico Carofiglio)


La parola è come una freccia ....

... la parola è come un vortice ...

... la parola è come un occhio che vigila ...

... la parola è come un codice ...

... la parola è come vento ....
La parola è un segno,
indica, rimanda, allude,
sta per qualcos’altro,
è come una freccia.

La parola dice un significato,
suscita un'idea, rinvia a un’immagine, 
racchiude il concetto di una cosa,
è come uno scrigno.
 
La parola dà il nome agli oggetti,
li cataloga,
se ne appropria,
è come un codice.

La parola fa esistere le cose,
le svela per quello che sono,
le rende manifeste,
è come una luce.

La parola unisce e divide,
offende e difende,
rivela e nasconde,
è come un'arma a doppio taglio. 

La parola promette e minaccia,
assolve e condanna,
ama e odia,
è come madre e matrigna.

La  parola è fidata e tradita,
è voce ed è chiacchiera,
è musica, è vuoto, è nulla,
è come il vento.

La parola è feconda di azioni,
ispira progetti,
annuncia sogni,
è come un messaggero.

La parola denuncia e si oppone,
persiste e resiste,
non tace,
è come un occhio che vigila.

La parola persuade,
suggestiona,
seduce,
è come un vortice.
 ...

Più si hanno parole
Più si possiedono significati
Più si hanno idee
Più si è ricchi

Meno si hanno parole
Meno si possiedono significati
Meno si hanno idee
Più si è poveri


... più parole ... più sfumature ... più ricchezza ...

.... meno parole ... più vuoto ...  più povertà ... 
Poche parole e poche idee, poche possibilità 
e poca democrazia: 
più sono le parole che si conoscono, 
più ricca è la discussione politica e, con essa, 
la vita democratica.
(Gustavo Zagrebelsky)

I limiti del mio linguaggio significano i limiti del mio mondo.
(Ludwig Wittgenstein)



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