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Visualizzazione post con etichetta Gianrico Carofiglio. Mostra tutti i post
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sabato 18 giugno 2022

Ribellione.

Post di Rossana Rolando
Immagini di Friedrich Justin Bertuch, editore tedesco (1747-1822).
 
Bertuch, Drago, 1806
Le fiabe non dicono ai bambini che esistono i draghi: i bambini già sanno che esistono.
Le fiabe dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti (G.K.Chesterton).
 
Ho letto recentemente il tema di un bambino di seconda elementare: uno scritto abitato da draghi, Titani, giganti e forze dirompenti, uscite dalle viscere della terra, tali da muovere l’ira dell’Olimpo e degli dei tornati guerrieri, per combattere in difesa del loro regno. Un immaginario già sviluppato e complesso in cui i temi del male e del conflitto sono lì a testimoniare un mondo di simboli mitologici ben introiettati.
Molte volte ci siamo chiesti perché nelle fiabe ci siano personaggi spaventosi: streghe, mostri, pirati crudeli… Chesterton ne fornisce una profonda interpretazione: i draghi – metafora del male che corrode il mondo - esistono e i bambini lo sanno, non li si può proteggere dalla loro presenza. Però le fiabe ci sono per dire che i draghi possono essere sconfitti e questo, in certo qual modo, pone al riparo dall’angoscia.
Poi si cresce e si continua a sapere che i draghi esistono, ma si teme di non poterli vincere.

giovedì 27 marzo 2014

La parola. Filastrocca.


... la parola è come una luce ...

 … i ragazzi più violenti possiedono strumenti linguistici 
scarsi e inefficaci … 
non sanno nominare le proprie emozioni.
(Gianrico Carofiglio)


La parola è come una freccia ....

... la parola è come un vortice ...

... la parola è come un occhio che vigila ...

... la parola è come un codice ...

... la parola è come vento ....
La parola è un segno,
indica, rimanda, allude,
sta per qualcos’altro,
è come una freccia.

La parola dice un significato,
suscita un'idea, rinvia a un’immagine, 
racchiude il concetto di una cosa,
è come uno scrigno.
 
La parola dà il nome agli oggetti,
li cataloga,
se ne appropria,
è come un codice.

La parola fa esistere le cose,
le svela per quello che sono,
le rende manifeste,
è come una luce.

La parola unisce e divide,
offende e difende,
rivela e nasconde,
è come un'arma a doppio taglio. 

La parola promette e minaccia,
assolve e condanna,
ama e odia,
è come madre e matrigna.

La  parola è fidata e tradita,
è voce ed è chiacchiera,
è musica, è vuoto, è nulla,
è come il vento.

La parola è feconda di azioni,
ispira progetti,
annuncia sogni,
è come un messaggero.

La parola denuncia e si oppone,
persiste e resiste,
non tace,
è come un occhio che vigila.

La parola persuade,
suggestiona,
seduce,
è come un vortice.
 ...

Più si hanno parole
Più si possiedono significati
Più si hanno idee
Più si è ricchi

Meno si hanno parole
Meno si possiedono significati
Meno si hanno idee
Più si è poveri


... più parole ... più sfumature ... più ricchezza ...

.... meno parole ... più vuoto ...  più povertà ... 
Poche parole e poche idee, poche possibilità 
e poca democrazia: 
più sono le parole che si conoscono, 
più ricca è la discussione politica e, con essa, 
la vita democratica.
(Gustavo Zagrebelsky)

I limiti del mio linguaggio significano i limiti del mio mondo.
(Ludwig Wittgenstein)



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