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Visualizzazione post con etichetta Pier Paolo Pasolini. Mostra tutti i post
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venerdì 6 gennaio 2023

Omologazione e identità.

Post di Gian Maria Zavattaro.
Immagini di Ottorino Stefanini (qui il sito).

Ottorino Stefanini, Uomini aquiloni
In questo 2023 ogni giorno continueremo a fare i conti con una quotidiana tentacolare tentazione, penoso ridicolo terrificante inganno chiamato “pensiero unico”. In realtà è modalità esistenziale tutta estranea al pensare: il pensiero si nutre di consapevolezza e di autonomia culturale temprate nel crogiolo del dubbio e dell’infaticabile ricerca del bello del vero del buono del giusto.
 
💥 “Pensiero unico”: modalità ammiccante che ci solleva dalla fatica di pensare, non fa perdere tempo prezioso agli affari nostri e altrui, evita di dispiacere nelle discussioni, è rassicurante, ci conforta di comuni certezze che tutti condividono, è la barriera dalla quale ci sentiamo protetti contro “gli altri”. “Pensiero unico”: modo di relazionarci e socializzare che ci affranca dalla sfuggente anarchia del “mio tuo suo nostro vostro loro pensiero”, impone sentimenti ed emozioni, prescrive gesti comportamenti posture linguaggi verbali e non verbali.
Per i recalcitranti si tratta invece d’intollerabile perdita dell’identità di ciascuno e di alterazione delle relazioni personali e sociali: si chiama “omologazione”, erogata e dosata a tutti da faccendieri, seduttori e accalappiatori di professione per impinguare il loro business economico e ancor più politico.

sabato 14 maggio 2022

La rimozione delle lucciole.

Post di Rossana Rolando.

Massimo Recalcati, Pasolini, 2022
Nel piccolo libro di Massimo Recalcati, da poco uscito, dal titolo “Pasolini. Il fantasma dell’Origine”, si dà molto spazio all’elemento del religioso e del sacro nella poetica pasoliniana.¹ In particolare, si insiste sulla tesi del mondo disincantato che caratterizza la società consumistica borghese:
non esiste un borghese che possegga un autentico sentimento religioso.² Per Pasolini il tentativo del fascismo storico di colonizzare le coscienze è riuscito solo superficialmente. Viceversa, il nuovo fascismo consumista (tecno-fascismo) ha permeato la mentalità collettiva, assorbendo in sé ogni desiderio e chiudendo l’uomo contemporaneo nella cerchia dei beni continuamente inseguiti e raggiunti. L’Altro, l’Origine, la Madre, l’Inedito - i tanti nomi di cui si riempie lo scarto tra l’aspirazione e la realtà – si eclissano dall’orizzonte del mondo, appiattendo il desiderio nell’ultimo prodotto, illusoriamente nuovo, che il mercato incessantemente propone. Il mondo non conosce più la meraviglia dell’Origine e le lucciole scomparse dalla campagna ne sono l’emblema: l’industrializzazione e le luci artificiali di stadi, concerti, schermi televisivi, hanno oscurato la capacità di vedere nel buio, da una parte, ma hanno anche azzerato la presenza stessa delle fonti di luce, metaforicamente rappresentate dai piccoli corpi volatili: “Le lucciole sono il simbolo di un tempo dove il mistero abitava ancora il mondo, un tempo che ha preceduto la violenza demitizzante della civiltà dei consumi”.³

sabato 16 aprile 2022

Squarci di tenerezza.

Post di Rossana Rolando.
 
Donatello, Madonna Pazzi, foto personale
Aprile è inoltrato, siamo ormai alla vigilia di Pasqua. Nelle chiese si celebrano i grandi simboli della cristianità. Da quasi due mesi incombe la guerra in Ucraina. Gli appelli alla pace e alla deposizione delle armi sembrano parlare un linguaggio del tutto incoordinabile con la logica del conflitto: quel che si avverte è la distanza tra la durezza del realismo politico e le vie impossibili della pace.
Se non si rimane sommersi dall’indifferenza, anestetizzati spiritualmente, si avverte l’esigenza di riandare alle sorgenti di un’umanità perduta. Quando tutto è così duro, ostile, ferreo, pesante, sentire dentro qualcosa che intenerisce, si smuove, si fa delicato e molle, è un segno. Montale direbbe: “E il segno dun’altra orbita: tu seguilo”.¹
 
C’è chi vorrebbe scrivere una storia della tenerezza. Isabella Guanzini ha dedicato ad essa un libro.² In questo post, più sommessamente, rimando ad alcuni squarci di tenerezza.

sabato 29 settembre 2018

Variazioni intorno alla figura di Giuda.

Post di Rosario Grillo
Immagini dei dipinti del pittore russo Nikolaj Nikolaevič Ge (1831 - 1894).

Nicolaj Ge, 
Giuda
Ho preso a leggere solo adesso il libro di Zagrebelsky sulla figura di Giuda, ritratto uscito dalla trasmissione radiofonica Uomini e profeti (1).  Con il pensiero sono subito andato al bel post dell’amico Gian Maria Zavattaro pubblicato due anni fa.  Il taglio che mi suscita la lettura, nel contesto presente vissuto e rielaborato, è leggermente diverso.  Mi soffermerò, perciò, poco ​sull’ambiguità​  sottolineata da Zagrebelsky: ​conditio humana per antonomasia: frutto della libertà accreditata agli uomini, smarrita da Adamo e reintegrata da Gesù in virtù del suo sacrificio. Libertà che chiama in causa la responsabilità della scelta​ tra il bene il male.  Complemento indisgiungibile: la remissione nelle mani della giustizia divina.

sabato 18 novembre 2017

Trasumanare, in chiave umana.

Post di Rosario Grillo
Immagini delle opere di Mirko Virius (1889-1943), pittore naïf croato, autodidatta, reduce della prima guerra mondiale e prigioniero nella seconda. Muore a Zemun, in un campo di concentramento nazista, a causa delle sue attività a favore dei contadini. 
I suoi dipinti rappresentano un mondo essenziale, legato alla terra e alle sue stagioni, segnato dalla povertà - in cui egli stesso vive - eppure attraversato da un senso profondo dell'umana dignità.

Mirko Virius, I mietitori
Mi sovviene il ritornello dei bambini, che giocano al girotondo. “Giro giro tondo, quant’è bello il mondo! …..Tutti giù per terra”.
Quel finale, giocoso e caotico per la pazza gioia dei bambini, contiene più di 1 grammo di saggezza.
La terra ci nutre, la terra ci contiene, dalla terra siamo stati creati e nella terra saremo tutti inumati.
La terra, elemento della Natura, ci spinge a guardare consapevolmente alle responsabilità che dobbiamo nutrire per essa.
Ed è una litania di suggerimenti: a non sprecare il suolo, a rispettare i cicli delle stagioni, a non violentare l’humus con concimi chimici… insomma a commisurare al rispetto verso di essa il nostro progredire tecnologico. Nella terra è inscritto il fulcro dell’umanesimo, come avevano ben compreso gli antichi e come hanno riproposto gli uomini del ’400.

venerdì 7 luglio 2017

Cultura, economia, consumismo.

Post di Rosario Grillo.
Immagini dei dipinti del pittore americano Francis Luis Mora (Uruguay 1874 - Stati Uniti 1940).

Francis Luis Mora, 
Le notizie del mattino
Mi è capitato già alcune volte di ricorrere alla citazione di questa frase di Hegel: Il giornale è  la preghiera del mattino dell'uomo moderno.
L’ho fatto in chiave personale e per fini pedagogici. 
Nel primo caso per assicurare a me stesso questa abitudine. Nel secondo per proporre e/o sostenere l'ingresso nelle materie curriculari della “attualità pensata” attraverso la lettura dei quotidiani.
Quanti  spunti fuoriescono dalle pagine dei giornali! Senza appiattirsi al “fatto compiuto”, sono stimolatori di commenti, di reazioni, di rimedi, in parole povere di un “vissuto critico”.
Con moderazione e senza pregiudizi. 
Possibilmente con lo scopo di assistere il “percorso del miglioramento delle condizioni sociali”.

venerdì 16 settembre 2016

I borghi d'Italia e il terremoto.

Di Rosario Grillo.
Sugli Appennini si arriva seguendo la bussola del cuore. Non si capita per caso sulla spina dorsale dell’Italia. Non ci sono autostrade, né aeroporti, né treni veloci. S’impiega meno ad arrivare a Parigi con un low cost”.

Giuseppe De Nittis, 
La traversata degli Appennini
Così scrive Melania Mazzucco in una lettera inviata ad un giornale il 28 agosto scorso, sulla scia della commozione suscitata dal terremoto che ha colpito l’Italia centrale.
Ciò che lei scrive di questi luoghi si può ripetere per migliaia di centri montani minori, distribuiti per tutta l’Italia. Per essi una denominazione: Italia minore.
Essi, meta di un pellegrinaggio, quasi devoto, di quanti annualmente ricercano la “magia” de l’incontro con le origini.
“Alla casa del padre, della madre, dei nonni, dei bisnonni. E’ un legame ancestrale, una fedeltà peculiarmente italiana” (M. Mazzucco).