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Perché ridiamo? |
Se e quando ridiamo… perché
ridiamo? Ogni
riferimento alla realtà attuale è puramente causale
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Democrito. |
Democrito, il
filosofo ridanciano dalla proverbiale bruttezza, è il
patrono della satira, fustigatore di
tutte le debolezze umane. L’opera cui si fa riferimento non fu scritta dal medico Ippocrate del V
secolo a.C., ma è apocrifa. Ippocrate è chiamato ad Abdera dal Senato
perché Democrito ha perso la ragione: ride di tutto! In effetti il suo umore beffardo non
è un caritatevole sorriso di pietà o di
umana tenerezza. Ippocrate si precipita da Democrito per chiedergli il motivo del suo
ridere e verificare se sia normale o
pazzo.
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Maschere del riso e del pianto
(Democrito contro Eraclito) |
“Io rido di un unico oggetto, l’uomo pieno
di insensatezza, vuoto di opere rette, puerile in tutti i suoi progetti,
che sopporta senza alcun beneficio prove senza fine, spinto dai suoi desideri
smodati ad avventurarsi fino ai confini della terra e nelle sue immense cavità.
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... ai confini della terra ... |
E non
sente alcun rimorso a dichiararsi felice, lui che fa scavare a piene mani le
profondità della terra da schiavi in catene, di cui gli uni muoiono sotto i
cedimenti di un terreno friabile, mentre che, interminabilmente sottomessi a
quel giogo, gli altri sopravvivono nel supplizio come in una patria.[…]
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Charlie Chaplin, Tempi moderni. |
Della
nostra madre terra si fa una terra nemica; essa, che resta sempre la medesima,
l’ammiriamo e la calpestiamo. Che risate, quando questi innamorati di una terra
estenuante e piena di segreti usano violenza a colei che hanno sotto gli occhi!
[…]
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Desertificazione della terra. |
Hanno
fretta di sposare donne che di lì a poco ripudiano; amano, poi aborrono; hanno
il desiderio di procreare, poi scacciano i figli fattisi grandi. Che cos’è
questa vana e irragionevole fretta, che
non differisce in nulla dalla follia? […]
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Volere, comprare, consumare ... |
Scavando
la terra, cercano argento; trovato l’argento, vogliono una terra; acquistata la
terra, ne vendono i frutti; smerciati i frutti, rimettono la mano sull’argento.
Quanto sono instabili, quanto sono cattivi! Se non sono ricchi, desiderano la
ricchezza; venuti in possesso, la nascondono e la sottraggono agli sguardi;
rivaleggiano in odio, danno battaglia ai loro fratelli, ai loro genitori, ai
loro concittadini, tutto questo per i beni di cui nessuno morendo rimane
padrone; […] dilapidano tutte le loro ricchezze nell’acquisto di statue, con
pretesto che l’opera scolpita sembra parlare, ma detestano chi parla davvero. Sono
tutti dei Tersiti della vita.
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Dalla scimmia all'uomo,
dall'uomo al consumatore. |
Allora perché, Ippocrate, mi hai rimproverato di ridere? Non c’è uomo che
rida della propria insensatezza”.
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La lezione di Democrito:
ride solo chi prende sul serio la vita. |
Ippocrate,
Sul riso e la follia,
Sellerio, Palermo, 1991 (a cura di Y. Hersant)